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La città di Tripoli si trova in Libia ed è la sua capitale di stato.
Tripoli addio
Tripoli, Italia: La politica di potenza nel Mediterraneo e la crisi dell’ordine internazionale
Tradizionalmente il ruolo geopolitico del Mar Mediterraneo è duplice: a volte agisce come elemento di separazione tra Paesi, altre contribuisce all’emergere di una vera e propria osmosi tra sponde opposte. È questo il caso del rapporto tra Italia e Libia, la cui interdipendenza è tornata a essere – anche a chi se ne era per lungo tempo dimenticato – un’evidenza incontrovertibile. Gli effetti del disordine che sconvolge il Paese nordafricano sin dal 2011 si ripercuotono direttamente sulla nostra Penisola. Minacce alla sicurezza, questione dei migranti, corridoi energetici e interessi economici a rischio, diffusione del fenomeno del radicalismo islamico sono solo alcuni dei capitoli in cima all’agenda di Roma. Il tutto a soli dieci anni da quelle Primavere arabe che avevano attirato l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale. Questo libro, che ospita contributi di storici, politologi e geografi, investiga il rapporto tra Italia e Libia nel lungo periodo, ponendo particolare attenzione ai fattori internazionali che gravano su di esso e che tanto hanno contribuito a delineare lo scenario di uno Stato fallito a pochi chilometri dalla Penisola. Sullo sfondo, l’ipotesi che la crisi dell’ordine nel Mediterraneo non sia che un riflesso della più ampia crisi dell’ordine internazionale a guida americana. Contributi di: Antonello Folco Biagini, Claudio Bertolotti, Andrea Carteny, Gabriele Natalizia, Leonardo Palma, Salvatore Santangelo, Lorenzo Termine, Elena Tosti Di Stefano, Alessandro Vagnini.
Di Tripoli il buon sapor: Ricette e ricordi di Sidi Mansùr, un italiano in Libia
Un cuscus di ricordi e ricette, una più gustosa dell’altra. Nato e cresciuto a Tripoli e costretto a lasciare la Libia nel 1969 perché cacciato dal regime di Gheddafi insieme ad altri 20mila italiani, Vincenzo Capretti, spinto dalla nostalgia, ripercorre un viaggio tra i mille sapori e colori della cucina e della cultura arabe che sono rimasti indelebili nella sua memoria e sulla sua pelle. Ritorna ad essere Sidi Mansùr, il Signor Vittorioso, come veniva chiamato dai suoi amici libici, che gli hanno insegnato a preparare piatti semplici ma dagli odori contrastanti e intensi, come il cuscus, l’harissa, il brik, lo stufato di agnello e prugne, la zuppa del beduino, e gli hanno fatto conoscere, giorno dopo giorno, i precetti e gli insegnamenti della loro religione e delle loro tradizioni, fortemente presenti nelle loro vite. E così i versi del Corano si mescolano alle fragranze delle spezie, il richiamo alla preghiera del muezzìn scende dal minareto e si diffonde tra gli aromi di caffè e tè alla menta della medina, mentre una dolce e soave musica accompagna i movimenti sensuali di una danzatrice del ventre.
Libre Mood
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