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In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “La solitudine del sovversivo”.
Memoria del buio. Lettere e diari delle donne argentine imprigionate durante la dittatura. Una testimonianza di resistenza collettiva
“Memoria del buio” è il racconto corale – costruito attraverso lettere, pagine di diario, testimonianze, poesie – di 112 donne argentine che hanno vissuto insieme, fra il 1974 e il 1983, l’esperienza drammatica della prigionia nelle carceri della dittatura. La lunga notte dell’Argentina comincia nel luglio del 1974, dopo la morte del presidente Juan Domingo Perón, con il graduale prevalere dei militari nelle stanze del potere. La Triple A, Alleanza Anticomunista Argentina, perseguita e uccide esponenti politici e sindacali, giornalisti, intellettuali; la repressione di qualsiasi forma di opposizione diventa sistematica, in un crescendo di ferocia che culmina nel golpe del 24 marzo 1976. Ma quel sistema di sterminio ha bisogno di una “facciata presentabile” da esibire di fronte alle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani. È questo il ruolo che tocca a Villa Devoto: celle pulite, dipinte di azzurro, dove alcune di queste donne, sequestrate senza ragione, giungono quasi con sollievo. Finché non scoprono la realtà dietro il “carcere vetrina”. Le detenute, differenti per coscienza politica, sentimenti religiosi, cultura, si stringono le une alle altre e imparano, insieme, ad affrontare le torture fisiche e psicologiche alle quali sono sottoposte quotidianamente. Quel legame, rimasto saldo anche dopo il ritorno della democrazia, ha reso possibile un doloroso lavoro di recupero della memoria e ricostruzione dei fatti, di cui questo libro è il risultato.
Archivio desaparecido
Niente asilo politico. Diario di un console italiano nell’Argentina dei desaparecidos
La solitudine del sovversivo
Buenos Aires 1977, all’uscita della scuola serale Marco Bechis viene sequestrato da un gruppo di militari in borghese. Ha vent’anni. Il racconto della sua tragica avventura esistenziale inizia qui e ci conduce nei giorni e nelle notti della sua infanzia e della sua adolescenza vissute tra l’Italia e l’Argentina della dittatura militare. Fin quando lui, ragazzo di buona famiglia cosmopolita, si avvicina al movimento dei Montoneros e finisce in un carcere clandestino. I genitori riescono a ottenere la sua scarcerazione e lo riportano in Italia, ma per gli altri sequestrati la sorte non sarà la stessa: lui è sopravvissuto, gli altri no e questa colpa lo accompagnerà tutta la vita. Osservatore e testimone, Bechis ci porta dentro l’aula del tribunale di Buenos Aires dove affronta finalmente i suoi carcerieri alla sbarra.
Opinioni:
Osservatore e testimone, Bechis ci porta dentro l’aula del tribunale di Buenos Aires dove affronta finalmente i suoi carcerieri alla sbarra. – LaFeltrinelli
Pagina dopo pagina, la testimonianza de “La solitudine del sovversivo” acquisisce forza straordinaria per via del punto di vista scelto dall’autore, drammatico e drammaticamente incisivo – Lisa Ginzburg, Avvenire
Leggere la sua storia non è solo un viaggio nel tempo più buio del nostro passato recente, ma fa capire quanto l’arte, per chi crea, possa nascere dalla disperazione e dalla paura, e diventare un destino – Daria Bignardi, Vanity Fair
Il volo. Le rivelazioni di un militare pentito sulla fine dei desaparecidos
“Sono stato all’ESMA. Le voglio parlare.” Così inizia una delle interviste più importanti per la storia dell’Argentina contemporanea e per il mondo intero. Adolfo Scilingo, capitano di corvetta, ex membro dell’apparato repressivo che ha detenuto il potere in Argentina dal 1976 al 1983, confessa pubblicamente e per la prima volta al giornalista Horacio Verbitsky che alcuni desaparecidos venivano gettati in mare da un aereo dopo essere stati narcotizzati. Fino al 1995, anno in cui “Il volo” è stato pubblicato in Argentina, solo le vittime della repressione avevano denunciato quest’orribile modalità di eliminazione dei detenuti politici. Punto di svolta nella conoscenza e nell’analisi della storia recente del paese, “Il volo” ha rappresentato anche uno strumento probatorio fondamentale nel corso del processo condotto dal giudice spagnolo Baltasar Garzón contro lo stesso intervistato. Nell’aprile del 2005 Scilingo è stato condannato a 640 anni di carcere da un tribunale spagnolo.
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