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Breve storia di Catania. Dagli insediamenti preistorici fino ai giorni nostri: il racconto di millenni di storia all’ombra dell’Etna
La storia della città di Catania è legata a doppio filo al mito e alla leggenda. Durante i lunghi secoli di dominazione straniera che ha subito – di volta in volta spagnola, francese, sveva, ostrogota, saracena -, una cosa è rimasta costante nel tempo: il suo attaccamento alle proprie tradizioni, nate e sviluppatesi all’ombra minacciosa, ma familiare, dell’Etna. Sebastiano Ambra delinea in questo libro una cronistoria della città siciliana, dalle origini risalenti a migliaia di anni prima di Cristo ai giorni nostri. Un racconto fatto di invasioni e ribellioni, di religione e folklore, di arte e di cultura. Dalla dominazione romana a quella saracena, dai Vespri siciliani ai Borboni, passando per bizantini e normanni fino ad arrivare alle guerre mondiali e oltre: una storia affascinante e avvincente, da leggere come un romanzo. Un lungo e appassionante racconto tra storia e leggenda. La vita affascinante e irrequieta della città ai piedi del vulcano. Tra gli argomenti trattati: Agata, la Santuzza, Barbari prima, bizantini poi, Eliodoro, mago. Quasi vescovo, Li turchi, I Borboni, la medaglia e “la cannunera”, L’altra Milano tra San Berillo e il mare, La primavera catanese.
Opinioni:
Dagli insediamenti preistorici fino ai giorni nostri: il racconto di millenni di storia all’ombra dell’Etna – LaFeltrinelli
Storia del Calcio Catania dalle origini ad oggi
La storia di Catania. Dalla preistoria ai giorni nostri
La storia di Catania è magmatica: un fluire copioso, a tratti lento, ricco di imprevisti, vulcanico nella sua più intima essenza e che dal vulcano trae la sua origine. Una città che non esisterebbe senza la sua montagna, senza che l’Etna con le sue eruzioni ne avesse costituito il suo stesso suolo, quel vulcano che i primi uomini scoprono poco a poco, insediandosi nelle grotte laviche e trovando in esse il luogo prediletto per ritualità e misteri. Terra ricca d’acqua, fertile e sul mare, terra contesa: dai gloriosi greci che la iniziano alla civiltà, ai romani che la ergono al rango di città imperiale e la adornano di monumenti che, nascosti dal tempo, riemergono come un dono dal passato nel Settecento. Una giovane, detta “la buona”, si muove tra loro: è Agata, futura martire e patrona di Catania, l’inizio di una storia più d’amore che di devozione tra i cittadini e la loro santa fanciulla. Ma nella memoria di un luogo c’è posto per i santi e molto di più. Un mago, Eliodoro, dalla cui leggenda avrà origine il simbolo della città: l’elefante.
La Catania destrutta di Domenico Guglielmini
Una città distrutta, un autore dimenticato, migliaia di vite spezzate, tante memorie cancellate per sempre. Dopo tre secoli, “La Catania Destrutta di Domenico Gugliemini” riemerge dalla polvere del tempo, riportando indietro le lancette dell’orologio a quei giorni di inferno del 1693 quando una serie di scosse di terremoto cancellarono parte della nostra storia e della nostra identità. Testimonianza unica di chi la tragedia l’ha vissuta da vicino, e per ricordarci quali siano state le magnificenze di Catania. Testimonianza assai rara, nel suo genere, di racconto-documentario che, accostando insieme diverse fonti testimoniali, mette in scena, con un taglio quasi cinematografico, le fasi del terremoto che, il 9 e 11 gennaio 1693, distrusse Catania e le altre città del Val di Noto.
Il Vaticano nella tormenta. 1940-1944. La prospettiva inedita dell’Archivio della Gendarmeria Pontificia
Sospetti, trattative, intrighi, spionaggio, soccorsi umanitari… di uno Stato da proteggere. Il Vaticano, si sa, è uno Stato molto particolare: pochi chilometri quadrati di chiese, palazzi, tesori d’arte e giardini. Nel momento in cui l’Europa è lacerata da contrapposizioni ideologiche violentissime, lo staterello è neutrale e potrebbe attendere, magari in preghiera, la fine della tempesta… Invece no. Il Vaticano è a Roma, nel cuore della capitale di un regime autoritario alleato con la Germania. I rapporti con il regime fascista sono di reciproco sospetto: Mussolini fa spiare i monsignori, i cardinali e il papa stesso. Hitler odia la Chiesa cattolica perché la considera un potere trasversale, che può sempre sfuggire al controllo assoluto dello Stato. Gli Alleati, invece, temono una Chiesa che acquisti troppa autorità morale in anni di sangue e acciaio. Ciascuno ha la sua posizione, e il Vaticano è in mezzo. Dunque, per prudenza, meglio porvi informatori, spie, doppiogiochisti. Meglio vigilare sui suoi confini, anche perché a volte ci scappano dentro prigionieri di guerra inglesi in fuga dai campi di prigionia, seguiti ben presto da giovani tedeschi sbandati. E nel lungo inverno del ’43 il Vaticano, oramai circondato dal III Reich, deve affrontare la fase più dura della “tormenta-. In questo contesto proprio da dentro le “Sacre Mura- la Legazione inglese, con il supporto del settore 9 del Military Intelligence, opera nell’ombra. A un certo punto abbiamo anche un piano di Hitler per rapire il papa e deportarlo in Germania o nel Liechtenstein e si elabora un contro-piano di “difesa passiva ma energica- che prevede anche il sacrificio di tutti i militari che faranno “scudo col proprio corpo alla Sacra ed Augusta Persona del Sommo Pontefice”.
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