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Storia medievale
Il volume si rivolge in primo luogo agli studenti universitari dei corsi di base, a cui solitamente vengono consigliati manuali di liceo (quelli “universitari” sono troppo complessi rispetto alle esigenze dei corsi attuali soprattutto per il triennio, dopo il varo della riforma), ma può essere apprezzato anche dagli appassionati della materia.
Storia medievale. Ediz. Mylab. Con Contenuto digitale per accesso on line
L’attività didattica e di apprendimento del corso è proposta all’interno di un ambiente digitale per lo studio, che ha l’obiettivo di completare il libro offrendo risorse didattiche fruibili in modo autonomo o per assegnazione del docente. Il codice presente sulla copertina di questo libro consente l’accesso per 18 mesi a MyLab, una piattaforma digitale interattiva specificamente pensata per accompagnare e verificare i progressi durante lo studio. Le attività formative e valutative sono dettagliate nella pagina di catalogo dedicata al libro, consultabile tramite link o tramite QR code.
Storia del Diritto Medievale e Moderno (Manuali Simone. Esami, concorsi, form.)
Storia medievale
UN NUOVO MANUALE DI STORIA PER L’UNIVERSITÀ. STORIA MEDIEVALE. Presentazione dell’editore. A dispetto delle periodiche dichiarazioni di crisi, nelle società contemporanee la storia rimane una delle discipline essenziali per la formazione civile. Si modificano i suoi statuti, si trasformano gli ambiti della sua applicazione, mutano i confini e i punti di contatto con altri saperi, cambiano le gerarchie dei fatti e le sensibilità con cui essi vengono rilevati: ma la storia resta al centro dei percorsi intellettuali e delle strategie formative della nostra cultura. Negli ultimi tempi, però, la storia sembra aver perso molte delle sue certezze esplicative, e soprattutto la capacità, se non di divinare il futuro, di prefigurarne almeno la direzione, indicando il senso del movimento che dal passato porta al presente. Caduta l’idea di uno sviluppo lineare delle società umane, spezzatosi il filo di un percorso evolutivo che legasse irrevocabilmente le conquiste e i progressi della conoscenza a un «avanzamento» generale e condiviso, messa in forse la tensione verso un obiettivo ultimo, verso un fine da raggiungere, la storia può sembrare – e a molti così oggi appare – una fatica inutile, un esercizio erudito fine a se stesso.Dove trovare dunque, oggi, il senso della storia? Non più, come è accaduto nel passato, nella presunta univocità della sua direzione; ma forse esattamente nel suo contrario. Nessuna disciplina come la storia sa mostrare la pluralità delle opzioni possibili, il carattere non preordinato degli eventi, la molteplicità dei percorsi che portano in ciascun ambito al prevalere di questa o quella configurazione. La storia mostra, in una parola, il carattere aperto delle vicende umane, e testimonia per questa via come non vi sia un solo mondo possibile.Ma la storia mostra anche, oggi più che mai, quanto i fatti stessi siano poco oggettivi, quanto essi siano opachi, fuori da una accorta selezione e discussione, quanto poco dotati di una evidenza esplicativa. È lo storico a prelevarli dal passato e a organizzarli in sequenza, in racconto, a farne oggetto di storia. Ed è precisamente nel carattere soggettivo di tale selezione e organizzazione dei fatti che la storia si rivela come un atto di conoscenza creativa.A ben vedere, ogni conoscenza storica si è strutturata e si struttura attorno a questioni, a interrogativi che hanno posto e pongono altrettante biforcazioni, a domande che hanno postulato e postulano diverse possibili risposte. La storia, in questo senso, non può mai essere scissa dalla storiografia, giacché essa diviene tale, si fa racconto, interpreta dati e documenti, solo a partire dalle domande che ad essa si pongono. E le domande storiche non hanno mai, per definizione, una risposta univoca, ma corrispondono appunto a diverse possibili ricostruzioni, a differenti possibili percorsi.Da qui nasce l’intreccio tra il passato della storia raccontata e il presente dello storico che la racconta. Si può dire che ogni questione storica ha avuto e ha un proprio tempo: nel doppio senso che ha un tempo rispetto al quale viene posta, e un tempo in cui si pone, un tempo nel passato che si indaga, e un tempo nel presente per cui si indaga.Chi dunque voglia oggi ripercorrere i termini generali delle vicende umane in un arco storico di lungo periodo non potrà avere il conforto di una qualche traccia lineare da seguire, e sul cui filo disporre i singoli eventi; né potrà contare su un qualche schema interpretativo preordinato che pieghi l’intera storia umana al servizio di una più o meno nobile causa per l’avvenire; né ancora potrà contrapporre alle vecchie certezze delle ideologie una sorta di nuovo feticismo dei fatti.Si tratta di abbandonare ogni pretesa di esaustività, di oggettivismo e di neutralismo. La storia non può stare tutta in un libro: e anche quando si ha per oggetto la storia generale – anzi, soprattutto in questo caso – è necessario fare scelte drastiche: selezionare secondo precise gerarchie di rilevanze. Si tratta infine di dare, insieme con una definita e precisa quantità di informazioni sui fatti e sugli eventi rilevanti del nostro passato, il senso di un metodo, si vorrebbe dire la qualità di un mestiere. Giacché è nel modo con cui si organizza la materia e la si dipana nella narrazione, nel modo con cui i fatti vengono organizzati entro una determinata strategia espositiva, che alla fine risiede il nucleo più profondo della conoscenza storica.Abbiamo così riassunto i criteri ispiratori dei tre volumi di storia medievale, moderna e contemporanea che costituiscono l’oggetto di questa opera. L’editore ne ha affidato la realizzazione a un gruppo di progetto, che ha dapprima lavorato a definire l’indice dei volumi, selezionando le questioni da trattare e gli autori a cui affidarle. Lo stesso gruppo ha discusso, minutamente e analiticamente, i testi inviati dagli autori, interloquendo con loro in sede di redazione definitiva. Si è cercato così di ottenere il massimo della qualità, attraverso la collaborazione di competenze fortemente specialistiche, e il massimo della omogeneità, attraverso una serie di interventi che hanno riguardato lo stile e il trattamento, gli equilibri tra le parti e la distribuzione delle informazioni.Si può ben dire, alla fine, che si è trattato di un’opera collettiva, nel senso più pieno e preciso della parola. Restano naturalmente inalterate le prerogative di autonomia e responsabilità scientifica dei singoli autori, che si ringraziano per aver mostrato grande disponibilità a una forma di collaborazione non certo consueta; ma l’editore può in questo caso dichiarare un grado di condivisione del risultato finale che va al di là delle aspettative di un committente. Gruppo di progetto:Francesco Benigno.Carmine Donzelli.Carlo Fumian (coordinatore).Salvatore Lupo.E. Igor Mineo.
Medioevo arabo. Una storia dell’Islam medievale (VII-XV secolo)
Un accostamento intellettuale allo studio della storia dell’islam medievale: è questa la proposta contenuta in queste pagine. Il medioevo arabo, di cui qui si presenta una storia, è parallelo a quello che chiamiamo medioevo latino: territori e popoli unificati da una lingua in cui sono stati pensati, scritti e trasmessi i processi di transizione e di cambiamento, le espressioni religiose e culturali, i momenti di egemonia e di declino politico ed economico. In una prospettiva di comparazione e confronto interlocutorio fra storie del medioevo, latino-cristiano e arabo-islamico, l’accento è posto sui grandi lineamenti tematici lungo i quali un mondo fatto di pluralità ha pensato se stesso entro le proprie categorie, ha assimilato ed elaborato categorie provenienti dalle culture con cui è venuto a contatto e ha costruito nell’arco di nove secoli – dalla tarda antichità fino alle soglie dell’età moderna – la propria coscienza religiosa, politica, storica.
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