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I canti della vita. Testo arabo a fronte
I canti della vita – per la prima volta in lingua italiana – sono il capolavoro di Abu’l Qasim ash-Shabbi (1909 – 1934), il maggiore poeta tunisino del Novecento, rinomato e apprezzato in tutto il mondo arabo, eppure quanto mai scomodo e osteggiato nel suo stesso milieu di provenienza.Ash-Shabbi è stato tenuto nell’ombra per molti decenni, quasi fosse impresentabile, avendo egli osato criticare e contestare, con rara audacia, l’arretratezza e i limiti della cultura e dei costumi del suo tempo in Tunisia e negli altri paesi arabi, con parole ancora attualissime. Da taluni è stato addirittura apertamente accusato di avere subito il fascino satanico dell’Occidente. La coraggiosa ribellione dello scrittore magrebino è presente anche nel suo celebre saggio L’immaginario poetico degli Arabi. Tali contraddizioni dei suoi estimatori-detrattori – da una parte, eroe nazionale e, dall’altra, “vergogna” da celare – emergono nel corposo saggio con cui il curatore del volume (Salvatore Mugno, che in passato si è occupato dei poeti tunisini Mario Scalesi e Moncef Ghachem) introduce la raccolta di ash-Shabbi, tradotta dall’arabo da Imed Mehadheb (autore tunisino che scrive in italiano) e rivisitata poeticamente da Gëzim Hajdari (noto poeta albanese di espressione italiana), uniti dal proposito di offrire una lettura appassionata e meticcia di un artista che per troppo tempo è stato messo a tacere.
Imbarazzismi. Esercizi di razzismo quotidiano. Testo arabo a fronte
Zaina, figlia delle palme e altre fiabe della Giordania. Testo arabo a fronte
Il guardiano del nulla e altre poesie. Testo arabo a fronte
“Il cuore corre come cavalli atterriti. E tu, lì, una perla tra due stelle, io qui, una pietra sul fondale dell’amore. La guerra divampa ogni giorno, ma i fiori, come sempre risplendono al sole.”
Non sono fiabe da mille e una notte. Testo arabo a fronte
Le fiabe da Mille e una Notte hanno trasformato l’Oriente in un luogo del sogno, dei colori variopinti, dei vestiti, dei tesori e dei canti. E soprattutto della giustizia. Alla fine, alla narratrice di talento Sheherazade, il sultano concede la grazia affinché possa continuare a raccontare ogni sera le storie iniziate la sera precedente. “Ora, che cosa ne è del mio Oriente? Come percepisco la mia patria da lontano? L’Occidente come percepisce me come tedesca di origine palestinese? Mi concede la grazia? E la concede ai miei compatrioti? Concede questa grazia, mostrando la comprensione e trasformandola poi in senso di giustizia, quando gli racconto le storie che non sono fiabe da Mille e una Notte’, ma la realtà?” si chiede Faten El-Dabbas.
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