Questa è la pagina dedicata a Achille Campanile.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Tragedie in due battute”.
Tragedie in due battute
In questo volume sono state raccolte le famose “Tragedie in due battute”, scenette teatrali in due battute basate sul nonsense, sul paradosso. Il libro è corredato di una introduzione di Masolino d’Amico che racconta come e quando nacque questo originale genere teatrale frutto della fervida fantasia di Achille Campanile. Un libro che è un monumento alla brevità.
Asparagi e immortalità dell’anima
Per un uomo in cerca di distrazione nell’arte, meglio ritrarre nudi di donna o bottiglie come Morandi? E quando si opta per una “settimana bianca” quanto è importante avere l’equipaggiamento giusto? Ma soprattutto, è evidente che non esista nessuna analogia tra gli asparagi e l’immortalità dell’anima. Oppure no? In questa serie di racconti brevi, surreali e gustosissimi, Campanile schiera sulla scacchiera della narrativa le sue migliori pedine: umorismo, nonsense, giochi letterari e di parole che esaltano le innate capacità funamboliche delle storie ben raccontate, trasformandole in irresistibili lezioni di vita, senza prendersi troppo sul serio. Tra acute analisi psicologiche e piccole ma essenziali fisiologie del matrimonio, Campanile ci accompagna nel suo mondo di scrittore raffinato, che sottopone alla sua lente d’ingrandimento, deformante e mai così chiarificatrice, i luoghi comuni e i cliché di una società in cui ancora oggi è possibile riconoscersi.
Vite degli uomini illustri
Forse non tutti sanno che Socrate è stato bocciato a scuola, perché davanti all’esaminatore ha affermato con grande serenità: “So di nulla sapere”. Oppure che Alessandro Magno portava sempre con sé – probabilmente per fargli imparare la lingua greca – un pappagallo trovato in India. O ancora che a Roma, sul Gianicolo, si vede ancora tutt’oggi la quercia del tasso del Tasso. Da Giacomo Casanova ad Alessandro Manzoni, da Gutenberg fino a Dante, i grandi personaggi della storia vengono passati al setaccio umoristico di Achille Campanile, visti di scorcio, colti in un piglio particolare e inconsueto, in ritratti comici, a volte ridicoli. Nascono così queste “Vite degli uomini illustri”, racconti basati su aneddoti veritieri o inventati, che grazie allo stile limpido e a quell’ironia effervescente e inconfondibile non possono che farci ridere e metterci di buonumore.
Il povero Piero
Povero Piero: da vivo scrittore misconosciuto, e da morto sballottato, trafugato, nascosto negli armadi dai suoi stessi parenti, ricoperto da valanghe di epitaffi, necrologi, addobbi vari, nonché dai pianti e dalle escandescenze di cognati, suoceri, cugini e nipoti, e dalle loro ipocrisie. Le sue ultime volontà prevedevano che della sua dipartita non si sapesse nulla fin dopo le esequie, ma la notizia – a quanto pare – è trapelata. Finché, forse per lo choc della morte, il povero Piero risuscita e poi rimuore davvero, portando il più assoluto scompiglio nel funerale dirottato già verso un altro defunto… La paradossale e sgangherata vicenda del protagonista offre ad Achille Campanile l’occasione per alcune serissime considerazioni e ipotesi non solo sull’assurdità dei comportamenti umani, ma anche su un tema delicato, e sul quale pochi hanno osato ridere, come quello della morte.
Agosto, moglie mia non ti conosco
Un luogo di villeggiatura sul golfo di Napoli, un gruppo di turisti ansioso di divertimenti, una pensioncina senza pretese, amori e amorazzi sullo sfondo. A turbare questa tranquilla routine vacanziera irrompe l’Estrella che, in arrivo dalle Americhe, cola a picco proprio nel golfo. È uno sbadato capitano inglese, Whititterly, ad aver combinato il pasticcio ed è sempre lui a complicare ulteriormente la situazione fornendo a passeggeri ed equipaggio, invece di cinture di salvataggio, delle cinture di castità, di cui perde pure le chiavi. Basta questo perché si scateni un’irresistibile sequela di avventure, sempre più incresciose e irriverenti, fino al casuale scioglimento conclusivo. Un’intricata vicenda di donne bellissime, dongiovanni impenitenti, palombari, con tutti i trucchi dei più biechi romanzacci sentimentali. Ma grazie alla sua satira al vetriolo, Campanile smantella banalità e ipocriti travestimenti della piccola borghesia fascista, facendone lo zimbello tutto da ridere di questo grottesco antiromanzo.
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