Questa è la pagina dedicata a Alberto Moravia.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Io e lui”.
Gli indifferenti
Quando Alberto Moravia cominciò a scrivere questo capolavoro, nel 1925, non aveva ancora compiuto diciott’anni. Intorno a lui l’ltalia, alla quale Mussolini aveva imposto la dittatura, stava dimenticando lo scoppio d’indignazione e di ribellione suscitato nel 1924 dal delitto Matteotti e scivolava verso il consenso e i plebisciti per il fascismo. Il giovane Moravia non si interessava di politica, ma il ritratto che fece di un ventenne di allora coinvolto nello sfacelo di una famiglia borghese e dell’intero Paese doveva restare memorabile. Il fascismo eleva l’insidia moderna dell’indifferenza a condizione esistenziale assoluta.
Opinioni:
Da questo romanzo, il film diretto da Francesco Maselli, con Tomas Milian e Claudia Cardinale. – LaFeltrinelli
Il libro che segna nella nostra letteratura narrativa l’atto definitivo di morte del buon senso borghese – Edoardo Sanguineti
Nell’acqua distillata della nostra letteratura, Moravia gettò l’aspra storia del suo primo libro, una storia si direbbe più ispirata che pensata, perché l’autore stesso non si rese subito conto di aver scritto il primo libro esistenzialista – Alberico Sala
Agostino (I libri di Alberto Moravia)
La noia
È la storia del pittore borghese e sfaccendato Dino, assalito dalla noia verso tutto ciò che lo circonda, una storia di crisi, di fallimenti, di delusioni. Dal conflitto con la madre, di cui disprezza i valori borghesi, al mancato sollievo che spera di trovare nella pittura, fino alla relazione con la giovane modella Cecilia, che vuole avere, dominare, svalutare, per poterla afferrare, Dino viene descritto nei suoi tre aspetti di artista, di uomo, di amante, finendo per scontrarsi inevitabilmente con la realtà, una realtà che cerca di superare ed evitare e che allo stesso tempo in modo tautologico gli si nega, come una coperta troppo corta. Una volta abbandonata l’arte, il sesso ed il denaro rimangono gli unici strumenti per entrare in contatto con il mondo, finché il sospetto di un tradimento non fa sprofondare Dino in una spirale di lucida follia.
Opinioni:
Considerato come il cardine di un’ideale trilogia iniziata con Gli indifferenti e conclusa con La vita interiore, La noia (1960) ci offre un ritratto profondo e spietato di un individuo senza strutture, senza appoggi, alienato dalla vita sociale. – LaFeltrinelli
Preciso, calcolatore, decadente e brillantissimo – Kirkus Review
Io e lui
«Il problema che ho affrontato in “Io e Lui”», disse Moravia in un’intervista, «è terribilmente serio, anche se la veste è comica. È la sessualità, da una parte, personificata in “lui”, cioè nella virilità fisiologica e dall’altra parte, la spinta contraria alla sessualità verso una meta artistica, intellettuale, sociale e civile.» Federico, “Rico”, è appunto un intellettuale con velleità da regista, uno sceneggiatore che vuole fare il salto di qualità. La sua personalità risulta fortemente scissa: se l’io sta a guardare, “lui” agisce, l’inconscio parla, il sesso ha una voce che ordina e impone. Ne risulta un andamento ondivago, esilarante, pieno di invenzioni inattese: nella folle vicenda di questo regista mancato, nel costante dialogo tra il protagonista coatto, il suo sesso prepotente e il suo rimorso culturale (sublimazione o desublimazione?), la nevrosi, interpretata in chiave comica o tragicomica, non è lontana dall’assurdo.
Opinioni:
«Io non chiederei di meglio che farmi, come si dice, i fatti miei, ma “lui” interviene. Continuamente. Mette il naso, praticamente, in tutto quello che faccio.» – LaFeltrinelli
La vita interiore
Desideria, giovane, bella e spietata, figlia adottiva di Viola, ricchissima e corrotta, confessa al narratore, che la incalza e la induce a una chiarezza estrema, una vita di ribellione alla propria famiglia, alla propria classe, alla società che l’ha generata. Spinta dalla Voce interiore, dallo spirito di rivolta, non esita di fronte alla prostituzione, all’orgia, alla trama di un sequestro, a una rapina, all’incesto. La vita interiore è stato definito “il romanzo più terribile” di Moravia: sette anni di lavoro, sette stesure, lo sconvolgente ritratto di una borghesia che sembra capace soltanto di far male e farsi male.
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