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Lucano. Nostalgie di libertà
Incombe la furia delle armi, il potere del ferro sconvolgerà il diritto, l’empio crimine avrà il nome di virtù, e un tale furore si scatenerà per lunghi anni. Che giova chiederne la fine agli dèi? La pace viene con un padrone. Attraverso la poesia epica, il mondo antico celebra le proprie origini e la propria grandezza. Ma nella «Pharsalia» di Lucano, giovane e irrisolto nipote di Seneca, non è la voce degli dèi, né quella delle muse a farsi poesia, ma quella di un uomo che racconta una storia vicina e tragica, la guerra civile, che al popolo romano ha tolto la libertà. Un poema dunque tutto umano, un canto dell’inquietudine che tenta di risalire alle cause del male, indagando gli animi di coloro che il male lo hanno voluto, come Cesare, abbagliante e inarrestabile, e Pompeo, antica quercia priva di linfa. E che rintraccia un unico disperato barlume di speranza in colui che non si è piegato alle ragioni del potere, Catone, modello di virtù magnanimo e dolente. I versi di Lucano riecheggiano così l’età di Nerone e di una generazione infelice, che assiste all’esercizio di un potere politico iniquo e impossibile da contrastare perché assoluto, e che vagheggia di tornare a un tempo irripetibile, quando Res publica romana significava libertà.
Il canto di Messalina
Roma imperiale, I secolo dopo Cristo. In un clima violento e dissoluto, tra le lotte di potere che infestano i palazzi romani, sboccia un fiore dal nome maledetto: Messalina, la più leggiadra e desiderabile fanciulla di Roma. Appena diciassettenne viene sacrificata al potere: dovrà sposarsi, e per lei non c’è via di scampo, perché a comandarlo è l’imperatore di Roma in persona, Caligola. Essere moglie di un uomo scelto da altri è un’ingiustizia, una violenza al suo corpo e ai suoi desideri, perché Messalina desidera l’amore, e invece dovrà giacere con uno sconosciuto, un uomo di trent’anni più vecchio di lei, storpio e balbuziente: Claudio. Ma inaspettatamente di lì a poco si ritroverà imperatrice, e tra disperazione e odio implacabile il potere alimenterà i suoi propositi di rivalsa. Inizia così una vertiginosa discesa prima nella solitudine e poi più giù, verso la follia e, nell’immaginare feroci vendette, sfogherà il suo dolore nella perversione, in cerca di squallidi amori. Sarà infine proprio l’amore tanto cercato, travolgente e nefasto, a illuderla di una scellerata felicità, e ad accrescere la sua brama di sangue e del delitto supremo: uccidere Claudio, suo marito, principe dell’Impero. In questo romanzo storico dalle tinte noir, attraverso lo studio rigoroso delle fonti letterarie e archeologiche, l’autrice fa rivivere i personaggi e gli ambienti della Roma imperiale, restituendoci la vicenda umana di una donna controversa della Storia romana, una figura dal fascino oscuro che si staglia sullo sfondo delle grandi vicende dell’Impero. L’ascesa al trono, gli intrighi di corte, la spietata scalata al potere che anima il cuore marcio di Roma: e al centro degli eventi il canto di una donna dal nome famoso di duemila anni fa, che è anche il grido muto di tante donne infelici e disperatamente ribelli, senza nome e di tutti i tempi.
Tenebre
Roma, Idi di marzo del 44 a.C. Nella notte di sangue che ha cambiato il corso della storia antica, Marco Tullio Cicerone riceve una tremenda profezia: Giulio Cesare, che giace cadavere trafitto dai pugnali dei congiurati, gli appare in sogno e gli rivela il giorno della sua morte. Angoscia, sgomento e attesa dei fati si fondono nell’animo di Cicerone alla speranza di restituire la libertà a Roma. Ma la realtà diventa di giorno in giorno più dura e sangue chiama altro sangue. La funesta guerra civile, ormai inevitabile, non risparmierà nessuno. L’intensa voce narrante di Cicerone, protagonista di questo mirabile romanzo, si rivolge a Tullia, figlia diletta e troppo presto strappata al suo amore di padre. A lei e a noi racconta la fine della sua vita e del sogno della libertà, gli intrighi e i drammi di un tempo irripetibile.
Mustione “traduttore“ di Sorano di Efeso: L’ostetrica, la donna, la gestazione (Testi)
Caesar
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