Questa è la pagina dedicata a Carlo Alianello.
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L’alfiere
Pino Lancia è alfiere nell’esercito delle Due Sicilie, “un giovanottone alto e quadro a cui l’uniforme turchina dei Cacciatori a piedi stava come un guanto”, un novellino che si ritrova nella battaglia di Calatafimi contro le camicie rosse. È il 1860 e la spedizione dei Mille squassa l’Italia. Liberale nell’animo, Pino servirà il suo re, Francesco II di Borbone, sino alla fine, a dispetto di ogni convenienza. Attraversando l’Italia in guerra in compagnia di un giovane francescano, mentre intorno a lui si dipana un’animatissima “commedia umana” di eroismo, amore e viltà, l’alfiere assiste alla caduta del regno e all’unificazione del paese sotto le insegne sabaude. Classico letterario da riscoprire, il romanzo racconta il Risorgimento dalla prospettiva inedita dei vinti. Perché chi l’ha detto che i buoni – e i cattivi – fossero tutti da una parte? Chi era il vero nemico dell’Italia, in quei tempi tumultuosi? “Garibaldi e i piemontesi che vengono di fuori e a tutti i costi ci vogliono regalare questa benedetta libertà, che chi sa che gli pare e il mondo resterà sempre quello che è, o quelli che ci hanno governati sino a ora e han tollerato il sopruso, il raggiro, la corruzione?” Prefazione di Piero Gelli.
L’eredità della Priora (BIBLIOTECA FEDERICIANA Vol. 5)
L’Italia? Nata male. (e cresciuta, se possibile, peggio): Storia non mitologica del Risorgimento «scritta per chi non sa e nemmeno dubita» (Carlo Alianello), con un’occhiata al presente.
Soldati del re (BIBLIOTECA FEDERICIANA Vol. 4)
L’inghippo
Ambientato nella Roma umbertina, fra lo scandalo della Banca Romana e la sconfitta di Adua del 1896, “L’inghippo” ha come protagonisti principali un deputato lucano, l’onorevole Francesco Fortemanno, massone e moderato, simbolo dei meridionali che si sono piegati al nuovo ordine, e la sorella, Donna Leopolda, rappresentazione di coloro che ancora non vogliono riconoscere lo Stato italiano, legati come sono alla Chiesa e alla Dinastia borbonica. Per pagare un debito di gioco del figlio, brillante e scapestrato tenente, l’onorevole Fortemanno si trova coinvolto a sua insaputa nel pasticciaccio della Banca Romana. Così inizia “L’inghippo” che trascina il lettore con il suo ritmo incalzante, in un susseguirsi di avventure, amori, duelli, sedute parlamentari, moti di piazza, battaglie, ricostruendo, attraverso la storia dei Fortemanno, uno dei periodi più travagliati della storia d’Italia: anarchici, socialisti, capi di governo, letterati mondani sfilano nelle pagine di questo avvincente romanzo. Alianello sa restituire intatta l’atmosfera dell’epoca con i suoi costumi e pregiudizi, la Roma di Montecitorio e del Gran Caffè di Roma, delle sommosse “proletarie” e degli intrallazzi politici e clericali. Ma l’interesse del romanzo non si esaurisce in questa ricostruzione storica che è in realtà soltanto lo sfondo di una vicenda complessa e struggente, i cui protagonisti, oltre ai due fratelli Fortemanno, sono Dedé la Rossa, una giovane e bella anarchica che vuole fare la poetessa; l’affascinante Vittorio, figlio del deputato; la cugina Cristina, figlia di Donna Leopolda, appassionata e ingenua; la servitù dei due fratelli, a cui è affidato un gustoso controcanto.
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