Questa è la pagina dedicata a Carlo Gabardini.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Fossi in te io insisterei. Lettere a mio padre sulla vita ancora da vivere”.
Una storia comune: Sanpa: io, noi, tutti.
Churchill. Il vizio della democrazia
Morto da più di cinquant’anni, ma vivo come non mai nel racconto travolgente di un autore che mentre lo scopre se ne innamora e gli chiede aiuto.Churchill è un po’ il nonno di tutti noi europei, un nonno che tracanna whisky, urla, sbraita, si lamenta senza mai arrendersi, si dà sempre al cento per cento, fuma sigari senza sosta, tossisce, detta ad alta voce bevendo champagne, si ammala, comanda ma ascolta, è risoluto ma ammira chi è in grado di cambiare idea, spesso lavora sdraiato nel letto per giorni o mentre fa uno dei suoi due quotidiani bagni caldi. Fu primo ministro, passò il proprio sessantanovesimo compleanno all’ambasciata di Teheran assieme a Stalin; nel 1930 in un discorso parlò di Stati Uniti d’Europa, vinse il Premio Nobel per la Letteratura nel 1953 e aveva un’àncora come quella di Braccio di Ferro tatuata sull’avambraccio. Insomma, uno da stare ad ascoltare, uno di cui essere fieri, uno che ti fa sentire forte e felice di essere europeo. Perché se è vero che la democrazia è la peggior forma di governo, eccezion fatta per tutte le altre forme che si sono sperimentate finora, è bene che diventi un vizio, nella speranza che sia difficilissimo poi smettere.
Opinioni:
È più semplice di quello che sembra. In assenza di maestri viventi, chi potrebbe finalmente spiegarci che è una follia credere che la politica sia di per sé un male, e che ha invece un ruolo fondamentale nelle democrazie di oggi? E chi potrebbe spiegarci che l’Europa è il piano lungimirante scaturito da due sanguinose guerre mondiali e dunque tocca diventare fieri di essere europei? Chi? Winston Churchill! – LaFeltrinelli
Fossi in te io insisterei. Lettere a mio padre sulla vita ancora da vivere
«Ciao papà, non so se ti spedirò mai questa lettera, ma intanto la scrivo. Ti devo dire delle cose perché qua la vita si fa complessa ed è sempre più difficile capire, restare lucidi, trovare un senso, interrogarsi sulla felicità.» Inizia così la lettera di Carlo G. Gabardini al padre. Una lettera che è il dialogo a lungo rimandato fra un figlio diventato adulto e un padre troppo esemplare e troppo amato a cui, chi scrive, deve dire addio per affrontare la vita ancora da vivere. Alternando ciò che è stato e ciò che è, Gabardini dà voce a un «romanzo famigliare» che prende avvio nella Milano degli anni Settanta-Ottanta in un appartamento nel quale i protagonisti – un padre, una madre e cinque figli, fra maschi e femmine – consumano cene «politicamente scorrette», si confrontano e si contano per scegliere la nuova auto da acquistare o il luogo dove trascorrere uno specialissimo compleanno, giocano partite di Trivial Pursuit, si danno appuntamento in cucina per tè notturni che diventano il momento più atteso e più intimo della loro quotidianità. È lì che Carlo deve imparare a poco a poco a districarsi fra le inquietudini, i sogni e le delusioni prima di bambino e poi di adolescente: le spavalderie infantili, le insicurezze liceali, la decisione di fare l’attore tradendo le aspettative di chi già lo immagina avvocato, i primi innamoramenti e turbamenti sessuali. E poi la morte del padre, inaccettata e inelaborabile, che scandisce il passaggio lacerante a una maturità a cui si sente impreparato. Allora non resta che ingolfarsi di lavoro (il teatro, il cinema, la televisione, la radio) e stordirsi di ogni possibile eccesso, togliendo spazio ad amori e affetti, ma soprattutto a se stesso. Fino a quel 31 ottobre 2013 quando il suicidio di un ragazzo omosessuale lo spinge a scrivere alla «Repubblica » una lettera in cui dichiara con fermezza che essere gay è bellissimo. Fossi in te io insisterei è un racconto intimo e coraggioso, ironico e struggente, in cui è impossibile non riconoscersi perché, come scrive Gabardini, «il comingout non è un’esclusiva degli omosessuali, ma di tutti. Perché “venir fuori”, mostrarsi per chi si è realmente, urlare cosa si desidera per la propria esistenza, non concerne solo la sfera sessuale, riguarda il nostro senso di stare al mondo. Fare coming-out significa cominciare a vivere»
Opinioni:
Un libro che è un invito a non aver paura, a uscire allo scoperto, a rivelare agli altri (e prima ancora a noi stessi) chi siamo realmente e cosa vogliamo per la nostra vita. Un invito a non mollare. A insistere. Perché solo così possiamo riprendere in mano il filo della nostra esistenza. – LaFeltrinelli
Trevor. Non sei sbagliato: sei come sei
Trevor tredici anni, è un inguaribile ottimista, uno spirito effervescente ed entusiasta, un artista in erba che con la sua vita sogna di cambiare il mondo, proprio come Lady Gaga. A scuola, però, le sue passioni iniziano ad attirargli battutine e insulti, che nella sua limpida ingenuità Trevor non capisce, e così facendo contribuisce a rinfocolare. Abbandonato dagli amici, frainteso dal mondo degli adulti, genitori compresi, Trevor si ritrova presto affibbiata l’etichetta di gay. Una storia che si ripete spesso in molte scuole del nostro Paese. Per fortuna, però, nel caso di Trevor questo è solo l’inizio. Prefazione di Carlo G. Gabardini.
Opinioni:
«È raro trovare un romanzo che sappia farci piangere e sorridere insieme. Trevor non è solo un libro eccezionale: è un libro importante» – Michael Cunningham – LaFeltrinelli
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