Questa è la pagina dedicata a Carlo Gnocchi.
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Cristo con gli alpini
“Cristo con gli alpini non è un’opera qualunque. Non è, insomma, un diario, un resoconto, una cronaca, una confessione, ma è un atto di fede gettato nella follia della guerra, un gesto di speranza dedicato a coloro che ormai non ripetevano più questa parola, uno slancio d’amore che replica ai colpi della violenza. Per questo don Carlo porta Cristo al fronte, o meglio lo conduce nella disperazione degli accerchiamenti dove si consumavano le ultime forze. Prosa semplice, piccoli esempi e un cuore immenso fanno di questo libro un documento prezioso. Le pagine dedicate a Giorgio, il bambino che ha perso tutto e poi muore, sono più eloquenti di tutte le analisi degli storici. Leggendole si capisce perché “tocca alla morte rivelare profonde e arcane somiglianze”. Riproporre Cristo con gli alpini significa conoscere un po’ di più la guerra e la Russia; queste pagine spiegano l’inizio di un miracolo.” (Dalla prefazione di Armando Torno).
Pedagogia del dolore innocente
Il problema del dolore, di quello innocente in particolar modo, era sentito in maniera acuta da don Carlo Gnocchi. Il “padre dei mutilatini” dedicò l’intera vita a combatterlo scientificamente, a lenirlo concretamente e a sublimarlo spiritualmente. Come per Giobbe, per i grandi tragici dell’antichità e per i pensatori di ogni tempo lo scandalo del dolore innocente non ha cessato di inquietare don Carlo fino alla fine. In questo ultimo suo scritto, le cui bozze sono state completate sul letto di morte, il dolore suscita due contrastanti interpretazioni: enigma per il non credente, mistero per chi si affida a Dio. La sofferenza dei bambini diventa per don Gnocchi l’icona stessa del dolore innocente, quello che in alcun modo può essere correlato alla colpa, e si pone come il “caso limite”, la chiave per comprendere ogni dolore umano, così che “chi riesce a sublimare la sofferenza degli innocenti è in grado di consolare la pena di ogni uomo umiliato dal dolore”.
Don Carlo Gnocchi: Una vita al servizio degli ultimi (passato prossimo)
Don Carlo Gnocchi. Il cuore di Dio sulle strade dell’uomo
Nato in provincia di Milano nel 1902, ordinato sacerdote nel 1925, allo scoppiare della Seconda guerra mondiale don Carlo Gnocchi si arruola come cappellano volontario e parte prima per il fronte greco-albanese e poi, con gli alpini della Tridentina, per la campagna di Russia. Nei giorni drammatici della ritirata di Russia, assistendo gli alpini morenti, in don Carlo matura il sogno di realizzare una grande opera di carità, che troverà poi compimento nell’impegno per l’infanzia sofferente. Rientrato in Italia dà corpo al suo sogno fondando la Federazione Pro Infanzia Mutilata e la Fondazione Pro Juventute. Nel 1955 don Carlo lancia la sua ultima sfida: il progetto di un Centro pilota che costituisce la sintesi della sua metodologia riabilitativa. Minato da un male incurabile, don Carlo muore a Milano il 28 febbraio 1956. Il 25 ottobre 2009 è stato proclamato Beato. Questo libro ne tratteggia un agile profilo biografico.
Don Carlo Gnocchi alpino cappellano: Prefazioni del Cardinale Dionigi Tettamanzi e di Monsignor Angelo Bazzari
Quasi a fianco di don Gnocchi e dei suoi giovani alpini, l’Autore ricostruisce la “storia alpina” di don Carlo e ripercorre idealmente il doloroso cammino che dopo la campagna d’Albania con gli alpini della “Julia”, li avrebbe condotti in Russia, sul fronte del Don, con la “Tridentina” e infine in patria. Attraverso queste pagine si va alle radici della santità di don Gnocchi che risiedono nella sofferenza vissuta e assunta quasi per osmosi dai suoi alpini. Attraverso testi e testimonianze dirette, viene presentata l’attività svolta da don Gnocchi al rientro in Italia a favore delle famiglie dei caduti e dei partigiani, attività che continua tuttora grazie alla Fondazione che porta il nome del cappellano alpino e che è testimonianza attiva e continua della santità che non ha fine.
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