Questa è la pagina dedicata a Claudio Cerasa.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Le catene della sinistra. Non solo Renzi. Lobby, interessi, azionisti occulti di un potere immobile”.
Le catene della destra: Scienza, guerra, giustizia, giovani, complottismo: l’ascesa degli impostori. Inchiesta su un grande imbroglio
Ho visto l’uomo nero: L’inchiesta sulla pedofilia a Rignano Flaminio tra dubbi, sospetti e caccia alle streghe
Le catene della sinistra. Non solo Renzi. Lobby, interessi, azionisti occulti di un potere immobile
Quali sono le grandi catene che tengono la sinistra immobilizzata e quasi paralizzata? Quali sono i poteri e le lobby da cui si deve emancipare per conquistare il Paese? Perché la sinistra continua a regalare autostrade a Beppe Grillo e a offrire praterie a Silvio Berlusconi? Come può la sinistra trasformare le esperienze di grande coalizione, in Italia e nel resto d’Europa, in uno strumento utile a riscrivere le proprie coordinate e a trovare un collante diverso dalla semplice parola “anti”? Questo libro nasce per descrivere la vera sfida dell’era di Matteo Renzi. Nasce per raccontare quali sono i poteri (e le lobby) da cui la sinistra deve affrancarsi. Nasce per spiegare quali sono le caste degli intoccabili che l’hanno trasformata in un salotto simile al Consiglio di sicurezza dell’Onu: laddove cioè è sufficiente che uno degli invitati dica un “no” per bloccare tutto e lasciare impantanata l’Italia. “La sinistra non sarà mai adatta a guidare il Paese fino a che non prenderà le cesoie e spezzerà le catene che la rendono prigioniera e che l’hanno trasformata in una forza a difesa della conservazione”. Ma per farlo deve affrontare i suoi fantasmi, riconoscerli, combatterli, e rompere quei vincoli che non le permettono di essere maggioranza del Paese…
Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia che non c’è
Bloccati come l’asino di Buridano, che si lascia morire di fame, incapace di scegliere quale mucchio di paglia mangiare. È questo il ritratto dell’Italia secondo uno dei maggiori protagonisti dell’industria nazionale che, con tono partecipe – a volte disilluso ma sempre brillante – racconta al direttore del “Foglio” che cosa non va nel nostro Paese. Le storture del fisco e quelle del lavoro che non c’è; il legame profondo tra burocrazia e corruzione; la sindrome del nanismo, del “piccolo è bello”, che impedisce alle imprese italiane di competere sul piano internazionale. E poi il Sud e gli interventi sbagliati e mancati per farne un vero motore dell’Italia, e i molti errori degli ultimi decenni, non solo dei politici ma anche di chi – gli imprenditori in primis – avrebbe dovuto spingere l’ammodernamento del Paese e invece si è chiuso a difendere i propri privilegi. Un quadro duro ma realistico dell’Italia di oggi. Un intervento qualificato che non fa sconti a nessuno né agli imprenditori, né alle cooperative, né alla politica – e propone alcune misure essenziali per portare l’Italia fuori dal fango e dalla palude.
Abbasso i tolleranti
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