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Antropocene, nazionalismo e cosmopolitismo. Prospettive per i cittadini del mondo
Antropocene è un’epoca geologica nella quale la specie umana è la causa del collasso della biosfera. Siamo condannati all’estinzione? I governi hanno rimandato per decenni le decisioni per contenere gli effetti dell’inquinamento. La rivolta dei giovani li ha costretti ad agire. La passività della politica non si spiega solo con la cattiva volontà. I soggetti della politica non sono più gli stati e le classi. Nel secolo XXI, il nuovo soggetto politico è l’umanità. Le molteplici culture del pianeta devono dialogare per definire un comune umanesimo e la politica deve creare una governance mondiale delle sfide globali. Non è un’utopia irrealizzabile. L’integrazione dei popoli nazionali dell’Unione Europea mostra che una cittadinanza sovranazionale è possibile e che l’indipendenza nazionale è compatibile con l’interdipendenza pacifica internazionale. Il libro critica il sistema di Vestfalia delle relazioni internazionali e propone l’alternativa di una cittadinanza cosmopolitica.
Cosmopolitismo e nazione: Scritti sulla democrazia, l’autodeterminazione dei popoli e le relazioni internazionali
Il cosmopolitismo contemporaneo
Dai tempi dei Greci, l’idea del cosmopolitismo, inteso come realtà sociale inclusiva delle differenze, è oggetto di studio e riflessioni. Angela Taraborrelli descrive la nascita e lo sviluppo dei diversi cosmopolitismi contemporanei – morale, etico, etico-culturale e politico-legale distinguendo due grandi filoni di pensiero, quello nordamericano e quello europeo. Esistono infatti significative differenze che caratterizzano queste due versioni sia per quanto riguarda il contesto politico-intellettuale in cui si sono sviluppate e le domande di fondo che le hanno generate, sia per gli obiettivi che si sono prefissi e gli strumenti che hanno previsto per realizzarli. I teorici dell’area nordamericana, quasi del tutto sconosciuti in Italia e qui introdotti per la prima volta, si sono interessati prevalentemente al problema della giustizia distributiva globale. I teorici dell’area europea, sull’onda delle aspettative suscitate dalla caduta del muro di Berlino e dall’espansione della democrazia conseguente alla dissoluzione dell’Unione Sovietica e ispirati dall’esperimento dell’Unione Europea, hanno applicato invece l’ideale cosmopolitico agli schemi di un ordine politico-legale mondiale e hanno elaborato progetti di ingegneria e di riforma istituzionale miranti a scongiurare eventuali o già noti deficit di democrazia a livello statale, regionale e globale.
Kant e la costituzione cosmopolitica. Tre saggi
La teoria cosmopolitica di Kant traccia un quadro preciso su come intendere le relazioni tra gli Stati. Resta tuttavia ancora da chiarire quale sia il rapporto che intercorre tra il «diritto di visita» e la formazione di una «costituzione cosmopolitica» (Weltburgerliche Verfassung). È rispetto a tale snodo, infatti, che si comprende come una condizione di pace universale s’inveri soltanto attraverso l’esercizio del diritto cosmopolitico. A partire da un dialogo con le maggiori tradizioni interpretative kantiane, le tesi qui esposte intendono fornire spunti di riflessione circa i principi guida dell’ordinamento internazionale contemporaneo. Ne emerge un carattere «transizionale» del cosmopolitismo kantiano, quale forma di approssimazione asintotica rispetto ad un ideale di pace perpetua utile ad intendere i fondamenti filosofici del diritto internazionale.
La città delle nazioni. Livorno e i limiti del cosmopolitismo (1566-1834)
Si è insistito parecchio sul carattere cosmopolita e tollerante di Livorno senza mai avvertire il bisogno di giustificarlo, come se fosse un’ovvietà che non meriti commento. Nella storia della città spesso si è voluto vedere quasi una prefigurazione dell’odierno melting pot americano; e del resto, fu lo stesso Braudel ad accostare la dinamica sociale del portofranco a quella di tante città del nuovo mondo. Insomma, più moderna del moderno. Tra Cinque e Settecento Livorno sarebbe stata un laboratorio sociale d’avanguardia, da tenere nella debita considerazione per le molte anticipazioni che è dato scorgervi, e che oggi devono apparire ancora più illuminanti a chi le osserva tenendo i piedi piantati nella attuale fase di globalizzazione. È chiaro che una città simile dovesse essere naturalmente tollerante. Eppure, basta prestare ascolto alle voci che risuonano dagli impolverati documenti d’archivio per avvertire subito un senso di disagio.
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