Questa è la pagina dedicata a David Wallace.
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La scopa del sistema
Le avventure di Lenore, che si mette alla ricerca della bisnonna, antica studiosa di Wittgenstein, fuggita dalla sua casa di riposo insieme a venticinque tra coetanei e infermieri; del fratello LaVache, piccolo genio con una passione smodata per la marijuana; del pappagallo di famiglia, Vlad l’Impalatore, che recita sermoni cristiani su una Tv via cavo; di Norman Bombardini, re dell’ingegneria genetica, che si ingozza di cibo e sogna di ingurgitare il mondo intero; di Rick Vigorous, il capo e l’amante di Lenore, negazione vivente del suo stesso cognome. Una galleria di personaggi uno più esilarante e paradossale dell’altro, sullo sfondo di un’America impazzita, grottesca, più vera del vero. Scritto a ventiquattro anni nel 1987, questo è il romanzo che ha rivelato al mondo la nascita di un talento e di una figura di culto e – come sottolinea Stefano Bartezzaghi nell’introduzione – “è probabilmente per questo che la notizia del suo suicidio ha percosso i suoi lettori con la forza di uno staffilante dolore personale, diretto: cosa avesse in testa quell’uomo non era più una questione letteraria, era diventata una questione esistenziale senza vie di scampo. E in tanti ci si è chiesti quando sarà possibile tornare a leggere le sue opere senza pensarci, senza dare troppo peso ai presagi di cui ora sembrano pullulare”.
Considera l’aragosta
Raccontare l’11 settembre, o l’ascesa della tennista Tracy Austin, analizzare l’ironia di Kafka e il suo influsso sulla mentalità degli studenti universitari, riflettere sul tragico destino delle aragoste, recarsi agli Oscar del cinema porno. Dieci anni in ascolto della voce profonda degli USA: da un talk-show reazionario condotto da un presentatore che si veste appositamente per venire bene in radio, fino alla carovana mediatica che insegue un avversario di Bush nelle primarie repubblicane.
Il re pallido
La trasfigurazione in forma narrativa di un anno che David Foster Wallace, nel bel mezzo degli studi universitari, trascorse lavorando per il Centro controlli regionale dell’Agenzia delle Entrate di Peoria, nell’lllinois. Un romanzo labirintico, che tra finte prefazioni e digressioni, minuziose descrizioni che ricordano i cataloghi dell’epica antica e sintesi fulminanti, riesce a trasformare gli eventi più ordinari in avventure miracolose. Una gigantesca macchina tra saggio e racconto, popolata da un’umanità insieme buffa e dolente e sorretta dall’ambizione quasi filosofica di raccontare la noia, ossia tutto ciò che di solito viene escluso dalle storie perché ritenuto privo di interesse. E che qui viene evocato con grande empatia, nel suo inscindibile misto di banalità e dignità.
This is Water: Some Thoughts, Delivered on a Significant Occasion, About Living a Compassionate Life [Lingua inglese]
Il tennis come esperienza religiosa
Negli anni della giovinezza e ben prima di diventare il più grande innovatore della letteratura americana contemporanea, David Foster Wallace si è a lungo dedicato al tennis, entrando nelle classifiche regionali e sfiorando la fama che ha saputo costruirsi altrove, e con ben altri esiti. Il tennis è rimasta una delle sue grandi passioni, tradotta nelle pagine di “Infinite Jest” e “Tennis, TV, trigonometria e tornado”. Ma soprattutto in due saggi, qui raccolti insieme per la prima volta, e dedicati rispettivamente a Roger Federer e a un’epica edizione degli U.S. Open. Ma anche a mille altre cose: lo scontro omerico tra il talento e la forza bruta, tra la bellezza apollinea di una volée perfetta e gli interessi economici “sporchi” che ruotano intorno a ogni sport. Il tutto, nella lingua immaginifica e inimitabile che i fan di David Foster Wallace hanno imparato da tempo a conoscere e amare.
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