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Testa di ferro. Vita di Emanuele Filiberto di Savoia
Questo colorito e dettagliato ritratto storico ha per fosco palcoscenico l’Europa del Cinquecento e per protagonista Emanuele Filiberto di Savoia. Nel 1553, alla morte di Carlo il Buono, il disastro del ducato sabaudo si era compiuto: politicamente inesistente, occupato dalle grandi potenze spagnola e francese le cui truppe attraversavano e devastavano terre indifese e oppresse dalla miseria, indebitato vergognosamente e sommerso da ipoteche, esso rischiava di scomparire dallo scacchiere europeo su cui peraltro, per la sua posizione geografica, avrebbe potuto aspirare alla posizione di pedina chiave. Emanuele Filiberto mosse con astuzia i fili delle sue grandi parentele, si destreggiò con infinita abilità tra lo zio Carlo V e il cugino Francesco I; con il sostegno imperiale raggiunse i più alti gradi della carriera delle armi; conquistò la gloria (e la mano della figlia del re di Francia) con la vittoria di San Quintino. E finalmente, carico d’oro e di onori, rientrò nel ducato e ne iniziò la ricostruzione, dandogli la struttura di stato moderno. La figura di questo personaggio straordinario e la sua epoca ricca di splendori e orrori, grandezze e miserie, sono ricostruiti da Moriondo in un grande e animato affresco che unisce la profondità dello storico con lo stile brillante del giornalista.
Mi fai stare bene (Narrativa)
L’Affaire Nina
Maledetti Savoia, Savoia benedetti. Storia e controstoria dell’Unità d’Italia
In un paese in cui pare impossibile una memoria condivisa, gli avvenimenti che fondano la nostra storia nazionale – il Risorgimento e la proclamazione dell’Unità d’Italia – non fanno eccezione. A una versione tradizionale che gronda di romanticismo e di tentazioni agiografiche, si contrappongono sempre meno infrequentemente resoconti controcorrente che stigmatizzano le incongruenze e le ipocrisie dei cosiddetti Padri della Patria. Questo serrato dialogo a distanza si propone finalmente di giungere a una sintesi, di individuare un terreno di verità comune tra ipotesi storiche spesso enormemente distanti. Le cinque giornate di Milano sono state un’azione velleitaria e mal organizzata o il primo vero tentativo di “fare l’Italia”? Vittorio Emanuele II è “il re con la faccia da macellaio”, sciupafemmine, circondato da affaristi e non alieno ad allungare le mani nel bilancio dello Stato, oppure il sovrano che, assecondando lo spirito che prendeva corpo nel paese, “non è insensibile al grido di dolore che da tante parti d’Italia si leva”? L’impresa dei Mille è davvero una cavalcata di eroi, di uomini coraggiosi disposti a rischiare tutto per la causa, o piuttosto una sceneggiata teatrale e mal recitata? E l’Italia che alla fine viene proclamata e si affaccia alla ribalta della storia è una nazione con i piedi d’argilla, perché mal costruita ed edificata su troppe furbizie, o un giovane paese che ha in sé i sentimenti e le possibilità per progredire?
C’era una volta un principe
C’era una volta un Principe e ora c’è Emanuele Filiberto. Da quando il Governo italiano gli ha concesso la possibilità di rientrare in patria, il suo modo di essere è ambiato radicalmente. Prima era un rampollo di sangue blu, impegnato in una bella vita di ricevimenti ingessati, collegi svizzeri, settimane bianche e vacanze in scintillanti yacht. Ora è semplicemente Emanuele Filiberto, un uomo che vive il suo cognome con orgoglio ma anche con libertà, innamorato di una moglie borghese, padre di due splendide bambine e star della tivù grazie alla sua vittoria a Ballando con le stelle 2009. In questo libro Emale Filiberto racconta episodi significativi e divertenti della sua vita aristo-rock. Ci sono le chiacchierate con la nonna Maria José, ex Regina d’Italia, donna di cultura e battaglie intellettuali, compensate dai silenzi malinconici del nonno Umberto II, ex Re d’Italia esiliato a Cascais, in Portogallo. C’è il rapporto con papà Vittorio e mamma Marina Ricolfi Doria, famiglia reale senza regno, costretta a lavori normali e alle problematiche quotidiane di una qualsiasi famiglia europea. Ci sono i giochi con gli amici in giardino, le cotte per le compagne di classe, le sgambate in bicicletta, le partite di backgamon. Poi gli amori in età adulta, dalla lunga relazione con Alejandra Di Andia a un’estate bollente con Kate Moss. Il Principe racconta i dettagli del suo amore per la moglie Clotilde Courau, attrice, incontrata a un evento di beneficenza a Montecarlo.
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