Questa è la pagina dedicata a Enrica Cortese.
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L’ostaggio. Renato Cortese, da cacciatore a preda. Storia surreale di un poliziotto
Una vita contro la mafia, intrappolata nella ragnatela di una spy story molto italiana. Renato Cortese, il superpoliziotto che arrestò Bernardo Provenzano dopo 43 anni di latitanza, è finito suo malgrado al centro dell’intrigo internazionale che ruota intorno alla figura dell’oligarca kazako Mukhtar Ablyazov. Un ricercato da catturare, fuggito all’estero con una borsa piena di miliardi di euro o un sedicente oppositore che manovra per deporre il regime nell’ex Repubblica sovietica? O, come è più probabile, entrambe le cose. Nel gorgo di una bufera politica, nella tempesta di una campagna mediatica, in una giostra di paradossi diplomatico-giudiziari, la vicenda kafkiana che ha sconvolto la vita dell’investigatore più famoso d’Italia. Fermato da un’accusa infamante a un passo dal raccogliere i frutti di una carriera in prima linea.
Storia di un partigiano. Gino Cortese, il Commissario Ilio
Attori, interazioni e strategie nella corporate governance interna
La letteratura prevalente in materia di corporate governance interna, dall’Agency theory alla Stewardship theory, nel rappresentare le dinamiche di governo enfatizza l’esigenza di regolazione efficace dei rapporti proprietà-management, di coordinamento degli attori, dibattendo sui meccanismi da poter utilizzare a tal fine. Nella ricerca di efficienza organizzativa, tuttavia, cede alla tentazione di definire ex ante i profili degli attori e di incardinare i loro comportamenti in un set di possibili opzioni, considerando “devianza” tutto ciò esuli da tali prescrizioni. Il contributo al tema che si propone nel presente lavoro vede il discorso sulla corporate governance interna indissolubilmente legato all’agire strategico degli attori nella distribuzione del potere decisionale all’interno della coalizione dominante e alle dinamiche connesse al suo esercizio, mantenimento o cambiamento. Abbandonando lo schema della “spiegazione”, le relazioni di potere che si vengono a creare tra gli attori di governo non possono che essere esplorate e descritte ex post, in una logica di “comprensione”. In questo quadro, il conflitto o la collaborazione non sono il fine delle relazioni di governo, come vorrebbe la maggior parte della letteratura, ma al più rappresentano delle opzioni strategiche utilizzate ad hoc dalle parti per raggiungere i propri obiettivi. Gli stessi meccanismi di coordinamento, contratto o fiducia, vedono ridimensionato il loro peso nei rapporti tra gli attori di governo.
Assistenza al paziente oncologico
La scuola musicale genovese. Tra xvi e xvii secolo.
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