Questa è la pagina dedicata a Eva Cantarella.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Le protagoniste”.
Sparta e Atene. Autoritarismo e democrazia
Una rilettura appassionante della rivalità tra due potenze del mondo antico che, nel corso dei secoli, sono diventate punti di riferimento per filosofi, politici, sociologi e rivoluzionari. Due città che, ancora oggi, rappresentano modelli di Stato ideali e contrapposti. Da un lato un ordinamento democratico, innovativo, aperto agli scambi e al commercio; dall’altro un mondo chiuso, conservatore, ispirato a valori di tipo militare in nome dei quali i cittadini accettavano con orgoglio le restrizioni delle libertà individuali. È cosí che sono sempre state descritte Sparta e Atene, ma come distinguere la realtà dalla rappresentazione? Dopotutto le due poleis erano nate dalla stessa cultura, parlavano la stessa lingua, onoravano gli stessi dei. Avevano combattuto fianco a fianco contro un comune nemico, i Persiani, prima di trasformarsi da alleate in nemiche. Partendo dal racconto di questo antagonismo, con un’attenzione speciale alle istituzioni sociali oltre che politiche – in particolare alla formazione del cittadino e alla condizione femminile -, Eva Cantarella approda al «riuso», operato da parte della cultura occidentale, di due sistemi che, di volta in volta, sono stati invocati tanto da chi aspirava a fondare uno Stato democratico, tanto da chi voleva dar vita a uno Stato autoritario, totalitario, tirannico.
Opinioni:
Partendo dal racconto dell’antagonisto tra Atene e Sparta, con un’attenzione speciale alle istituzioni sociali oltre che politiche, Eva Cantarella approda al «riuso», operato da parte della cultura occidentale, di due sistemi che, di volta in volta, sono stati invocati tanto da chi aspirava a fondare uno Stato democratico, tanto da chi voleva dar vita a uno Stato autoritario, totalitario, tirannico. – LaFeltrinelli
Atene è diventata la città del miracolo nel discorso di Pericle per i morti del primo anno della guerra del Peloponneso, e il mito di Sparta nasce nel momento stesso in cui i trecento caddero alle Termopili: poco importa che fossero veramente trecento, che fossero o meno tutti volontari. Questi sono problemi che riguardano la storia delle due città, non il loro mito: essendo per definizione fuori del tempo, questo continua a vivere sia nelle ricorrenti rivisitazioni della cultura popolare, sia nel dibattito storico-politico – Anonimo
L’amore è un dio. Il sesso e la polis
“L’amore. Cominciamo da qui, parliamo d’amore. Ma per farlo dobbiamo ricordare che anche i sentimenti hanno una storia. Tutto cambia nel tempo, persino questo sentimento che una retorica tanto facile quanto ingannevole ci spinge a considerare immutabile. Dimentichiamo allora la concezione romantica e cerchiamo di capire che cos’era l’amore per i greci, cerchiamo, addentrandoci in un mondo lontano, di cogliere i diversi volti di quell’amore. Innanzitutto, per i greci l’amore era un dio di nome Eros. Un dio armato, che con il proprio arco scoccava frecce spesso mortali. Chi ne veniva colpito non aveva scampo: si innamorava. Ma Eros non era solo sentimento, era anche desiderio sessuale…”.
Secondo natura: La bisessualità nel mondo antico
L’ambiguo malanno
“Ripercorrere la storia delle donne nell’antichità greca e romana non è semplice curiosità erudita. I radicali mutamenti intervenuti nelle condizioni della vita femminile, il riconoscimento della piena capacità delle donne di essere titolari di diritti soggettivi e di esercitarli, la conquista della parità formale con gli uomini non hanno ancora interamente cancellato il retaggio di una plurimillenaria ideologia discriminatoria, di cui solo la storia può aiutare a comprendere le matrici e individuare le cause. Osservare la vita e seguire le vicende di organizzazioni sociali come quella greca e quella romana aiuta a svelare, se non il momento nel quale nacque la divisione dei ruoli sociali, il momento nel quale questa divisione venne codificata e teorizzata: e cominciò quindi a essere vista, invece che come un fatto culturale, come la conseguenza di una differenza biologica, automaticamente tradotta in inferiorità delle donne”. (Dall’introduzione)
Le protagoniste
Ci sono tanti modi e tanti aspetti della vita alla luce dei quali seguire il lungo e difficile cammino delle donne contro le discriminazioni di genere: e lo sport è uno dei percorsi attraverso i quali esse sono finalmente riuscite a superare il pregiudizio che ne faceva delle cittadine di seconda categoria.
Oggi finalmente la liberazione dagli stereotipi di genere è parte della storia contemporanea. Ma, singolarmente, quando questo accade, non vengono mai o quasi mai ricordate le protagoniste che danno il nome a questo libro, a partire da quelle che hanno conquistato il diritto di partecipare a una competizione tipicamente e originariamente solo maschile quali sono state le Olimpiadi. Queste, in sintesi, le considerazioni dalle quali nasce l’idea di questo libro, composto di due parti diverse ma complementari. Una prima, di tipo storico, che dopo aver raccontato la nascita nell’antica Grecia dello stereotipo di un “femminile” non competitivo, analizza i fatti che dimostrano la sua non rispondenza a realtà: ad esempio, nell’antica Roma, l’esistenza accanto ai gladiatori di donne gladiatrici. La seconda è la storia delle “protagoniste”, a partire dal Diciannovesimo secolo a oggi, di ciascuna delle quali, accanto agli exploit sportivi, si racconta la storia, la provenienza sociale, la vita familiare e affettiva, il carattere e le difficoltà incontrate nella vita sia pubblica sia privata.Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
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