Questa è la pagina dedicata a Eva Giusti.
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Il frutto della passione
Eva è sempre stata abituata ad agire di slancio, a vivere in velocità, ad accogliere le novità a braccia aperte, a fare affidamento sul proprio istinto: è così che ha trovato l’uomo della sua vita, che insieme hanno deciso di trasferirsi in Brasile e poi di mettere al mondo un figlio. Ma le famiglie non nascono tutte allo stesso modo, Eva adesso lo sa. Sa quanto può essere difficile fare i conti con un corpo che non ne vuole sapere di far nascere spontaneamente una vita, e sa che per realizzare i sogni servono una tenacia incrollabile e un grandissimo gioco di squadra. E soprattutto serve l’amore, indispensabile quando sul tuo cammino incontri un ostacolo dietro l’altro, anche il cancro. Il frutto della passione è un inno alla rinascita, alla gioia, alla vita, scritto con la consapevolezza che, se anche non si ha alcuna scelta sul proprio destino, certamente si può scegliere come affrontarlo.
Opinioni:
Un inno alla rinascita, alla gioia, alla vita, scritto con la consapevolezza che, se anche non si ha alcuna scelta sul proprio destino, certamente si può scegliere come affrontarlo. – LaFeltrinelli
Ero giovane, fresca e vitale. Dalla mia parte avevo il tempo, ma non gli strumenti. Eppure il tempo scorre, imperterrito e indifferente; la vita continua nell’unica direzione possibile, avanti. È la sua crudeltà e anche il suo miracolo. – Anonimo
Palletta Coroncina
Nessun «giusto» per Eva. La Shoah a Padova e nel padovano
Nei tre capitoli di “Nessun giusto per Eva” si dipana il racconto della persecuzione degli ebrei di Padova e provincia tra il 1943 e il 1945. Basandosi su una minuziosa esplorazione archivistica e su un’ampia raccolta di testimonianze scritte e orali, l’autore ricostruisce una tragica vicenda, ancora in gran parte sconosciuta, dando voce a numerosi protagonisti: dai direttori del campo di Vo’ al parroco del luogo, dal questore ai tedeschi. E naturalmente alle vittime: da Eva Ducci ad Ada Levi, da Giovanna Colombo al rabbino Coen Sacerdoti, da Ester Hammer Sabbadini a Emma Ascoli Zevi. Un posto di primo piano spetta ai bambini e in particolare a Sara Gesess, che per ben due volte tentò di sfuggire alla deportazione. Furono tentativi disperati e vani: non ci fu alcun “giusto” che salvasse dall’inferno di Auschwitz i bambini internati nel campo di Vo’.
Andrà tutto bene
Il risveglio di Eva. Come superare la cecità emotiva
Non appena disubbidisce ai genitori, per lui simili a Dio, il bambino è punito, e gli viene fatto credere che ciò avviene soltanto per il suo bene. Ma cosa ne è della rabbia che è costretto a reprimere nel momento in cui deve accettare che il maltrattamento sia addirittura un atto benefico? Le prime esperienze emotive lasciano tracce e in età adulta, sottratte alla coscienza, influenzano il nostro modo di agire. Di qui prende spesso origine una spirale di violenza. Il libro di Alice Miller mostra come questo cerchio infernale possa venire spezzato e come dalla conoscenza emotiva della propria storia possa nascere una consapevolezza più profonda, a vantaggio della generazione che vive oggi, e anche di quelle future.
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