Questa è la pagina dedicata a Ferdinando Camon.
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Conversazione con Primo Levi: Se c’è Auschwitz, può esserci Dio?
Un altare per la madre
Il libro racconta l’invenzione di un dolcissimo rito di salvezza: in una famiglia contadina muore la madre, e tutta la famiglia lavora a richiamarla in vita per sempre. Traducendo questo libro in francese, l’editore Gallimard lo dedicò a Roland Barthes, scomparso da poco. La traduttrice rumena a sua figlia, vittima di un incidente. Un lettore americano, ebreo, ne lesse tre pagine per dare l’addio al padre. L’editore islamico di Istanbul ne fece leggere alcuni capitoli in una madrassa della Moschea Blu. In America Raymond Carver lo definì “a sublime work of art”. In Francia “Express” avvertì i suoi lettori: “Attention: chef-d’oeuvre”.
Opinioni:
Premio Fondazione Il Campiello 2016. – LaFeltrinelli
Un’opera d’arte sublime – Raymond Carver
Libro sorprendente e straordinario. Un libro sacro – Guido Sommavilla, Letture
Attenzione: capolavoro – Angelo Rinaldi, Express
La malattia chiamata uomo
È la storia, forse per la prima volta raccontata dall’interno, di un’analisi: quindi il rapporto tra psichiatra e paziente, le tappe della lunga “via crucis” dell’analisi con i suoi rituali (i lunghi silenzi, i concitati sfoghi, le dolorose rivelazioni, i trucchi punitivi e autopunitivi), i sogni e gli incubi ricorrenti, le malattie psicosomatiche, i traumi privati e sessuali. Ma i mali che punteggiano la vita del protagonista sono conseguenti a una crisi generale, alla dissoluzione della famiglia, alla scomparsa delle chiese-madri e dei partiti-padri, e alla sconfitta del maschio. Con questa “confessione totale” l’autore ha fornito un’opera di stimolante suggestione e di forte originalità nel panorama della letteratura contemporanea.
Occidente
Dopo più di quarant’anni, ecco la versione definitiva di “Occidente” di Ferdinando Camon, libro fondamentale di uno dei più importanti scrittori italiani del dopoguerra e testimonianza insuperata per chiunque voglia comprendere la stagione degli anni di piombo, cominciando dalle trame dell’eversione neo-fascista. Padova è lo sfondo di questa storia, nei tumultuosi anni Settanta. Da una parte l’utopia rivoluzionaria che conquista schiere di studenti e intellettuali, dall’altra la reazione nichilista di pochi ma determinati estremisti neri. Ed è proprio su di loro che Camon concentra il suo sguardo: Franco, leader cupo e tormentato, è la figura emblematica che reclama per sé il diritto alla strage, mentre persegue con i suoi camerati il folle progetto di una violenta apocalisse purificatrice. Ma quali sono, in realtà, le reali radici psicologiche di questa ossessione per il sangue e per il terrore indiscriminato? Il romanzo indaga, oltre le ragioni più esplicitamente politiche, la psicologia profonda del nostro terrorismo e di ogni terrorismo, la sua intima connessione con la fragilità e il senso di precarietà che descrivono la condizione dell’uomo contemporaneo.
Il quinto stato
“Il quinto stato è l’esordio” letterario di Ferdinando Camon, il primo libro di quel «Ciclo degli ultimi» che l’autore ha dedicato agli umili della campagna veneta in cui è nato. Scritta, secondo le parole di Luigi Baldacci, «nella chiave linguistica di chi, essendo uno scrittore colto ma trovandosi a dover raccontare l’Inferno, usa lo stesso linguaggio dei dannati», questa saga contadina è l’epopea grandiosa e miserabile di un mondo popolato di uomini, angeli, diavoli, animali, tutti travolti in un vorticoso intreccio di fame e di sesso, di paura e di fede, di amore e di morte. Prefazione di Pier Paolo Pasolini.
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