Questa è la pagina dedicata a Ferruccio Parazzoli.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Happy hour”.
Gesù e le donne
L’autore dà corpo alle figure femminili più note del Nuovo Testamento. Esse ci raccontano la loro storia in prima persona, ci narrano delle loro gioie e delle loro sofferenze, attraverso la quotidianità della loro vita semplice e ci introducono al mistero dell’essere donna, attraverso un incontro che ciascuna di loro ha fatto: quello con Gesù di Nazaret. Si tratta di incontri che avvengono nei luoghi e nei contesti più disparati, ma che hanno il potere di mettere a nudo ognuna di esse, come davanti a uno specchio, e di metterle di fronte alla loro verità.
Emilio Salgari. Il grande sogno
Chi l’avrebbe detto che uno scrittore pluripremiato, autore di oltre 50 romanzi e per anni direttore degli «Oscar» Mondadori, avesse un background salgariano? Eppure Ferruccio Parazzoli, come tanti altri ragazzi, ha veleggiato per gli oceani con il Corsaro Nero e combattuto nelle giungle con Janez e Sandokan. In queste pagine Parazzoli racconta il «suo» Salgari. Attraverso gli snodi della narrativa salgariana – la prateria, jungle e foreste, il mare, i deserti e i ghiacci – il lettore rivivrà un’epopea fatta non solo di ricordi, verificando le tracce che la letteratura di fantasia ha lasciato nell’immaginario collettivo. Prefazione di Vittorio Sarti.
Il grande peccatore
Uscito dopo quattro anni dal penitenziario siberiano di Omsk, Fedor Michailovich è un uomo profondamente malato ma assetato di vita e di gloria letteraria. Nel suo animo, diviso tra l’orrore e l’attrazione del male, si agitano sentimenti opposti: l’amore, di cui va alla disperata ricerca, il rifiuto di concedersi, chiuso in un esasperato egocentrismo, e l’insanabile passione per il gioco d’azzardo. Chi lo racconta è Razumichin, personaggio di «Delitto e Castigo», e amico di Raskòlnikov. Razumichin vive di espedienti, è un giovane ambizioso, cinico, roso dall’invidia e pazzo di ammirazione verso chi è ciò che lui vorrebbe essere: un grande scrittore, un uomo capace, come Dostoevskij, di perdersi e mettersi a rischio fino in fondo. Seguirà ovunque Fedor Michailovich. palesemente o di nascosto, fin dal suo ritorno a Pietroburgo, nel suo fanatico innamoramento per Marija e nelle drammatiche vicende del loro matrimonio, nei più abbietti bassifondi, nei viaggi attraverso l’Europa, nella disperata avventura con Polina Suslova, nelle miserie di accanito giocatore. Guidato da un amore-odio, che rasenta l’omosessualità, per il suo idolo, Razumichin diventa l’ossessionato e ossessivo biografo di un Dostoevskij sconosciuto agli ammiratori di ogni tempo.
Opinioni:
In questo appassionato romanzo, antibiografia di un grande scrittore, Ferruccio Parazzoli è entrato in ogni particolare della vita di Dostoevskij, scoprendola e raccontandola nei risvolti più intimi, con l’amore e la spietatezza con cui un figlio guarda al proprio padre. – LaFeltrinelli
Ferruccio Parazzoli immagina che il romanziere venga smascherato post mortem da un suo personaggio. E riflette su letteratura e realtà – Il Venerdì
Ho solamente portato all’estremo quello che voi non avete osato portare neppure a mezza strada – Anonimo
L’angelo, la mosca e l’anima
«Cosa sono quarant’anni, piccirì? – disse don Ennio – Se vuoi davvero capire dov’è l’errore devi prima di tutto abbandonare gli schemi mentali che usi tutti i giorni. Quelli ti possono servire per arrivare in ufficio in orario, ma non servono per scoprire dove si nasconde l’errore quando parliamo del mondo, della perfezione del creato e della rivelazione di Dio. In questo caso quarant’anni valgono come un secolo […]o come un solo secondo. Non importa. Ma tu dammi retta, tu corri attorno a questo cortile per cinque minuti e poi ne riparliamo. Il nostro corpo è molto più saggio della nostra mente. Arriva prima, tutto qui. La mente lo segue; arriva più tardi, tutta seria seria, corrucciata, piena di dubbi, là dove il nostro corpo è già arrivato da solo, con un salto» «Piccirì» è l’Autore che, in uno straordinario intrecciarsi di ricordi e percorsi, rilegge la sua avventura umana come fosse un viaggio interiore… e fa emergere domande di senso e nuove e significative risposte sulla vita, l’esistenza, la morte, l’eterno, gli altri, la fede, Dio.
Happy hour
È sabato sera, a Milano. I bar e le tavole calde sono affollati per l’happy hour, l’irrinunciabile piccola “ora felice”, e in corso Buenos Aires, via dell’abbondanza, la calca dell’aperitivo si confonde con quella dello shopping. Poi, all’improvviso, un uomo si toglie la vita: è il caso zero, quello da cui tutto comincia. Nelle settimane successive, un’inspiegabile epidemia di suicidi paralizza la città. Tra capitani d’azienda e vecchine in pensione, tra chi si impicca in salotto e chi si getta in pieno giorno dalle terrazze del Duomo, l’unico denominatore comune è un male di vivere improvviso e irrimediabile. Mario Spinoza, professore di Letteratura francese, segue questi fatti con interesse. Quando il morbo si aggrava e Milano viene messa in quarantena, ricercarne le ragioni gli pare indispensabile: perché proprio questa città internazionale, città del benessere, città da bere? E perché gli stranieri, anche i più sfortunati, ne sono immuni? Insieme ad Aram, seminarista con velleità rivoluzionarie, e a Mara, studentessa convinta che la “peste” milanese sia paragonabile a quella di Camus, Spinoza cerca di rispondere a una domanda fondamentale: esiste ancora, nel nostro tempo, qualcuno in grado di essere felice? Un romanzo sagace e illuminante, la riflessione provocatoria di un autore che ha fatto di Milano il centro della sua poetica.
Opinioni:
Il romanzo sull’anima di una nazione. Sagace e illuminante, la riflessione provocatoria di un autore che ha fatto di Milano il centro della sua poetica. – LaFeltrinelli
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