Questa è la pagina dedicata a Filippo Facci.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “E ADESSO CHE FACCIAMO ? Storia di un ictus e farfalle”.
Giornalista e scrittore italiano (n. Monza 1967). Ha iniziato la sua carriera giornalistica molto giovane collaborando a l’Unità, la Repubblica, L’Avanti, l’Opinione, il Tempo, Il Riformista. È stato per quindici anni editorialista de Il Giornale e attualmente è inviato speciale di Libero. Per qualche anno ha scritto anche di musica classica. Dal 1999 al 2009 ha lavorato a Mediaset. Scrittore prolifico, tra i suoi libri si ricordano: Note di Note, parole per raccontare la musica di un ipocondriaco di talento (2001), Fumo negli occhi. Le crociate contro il tabacco e altri piaceri della vita (2004), Di Pietro, la storia vera (2009), Misteri per orchestra (2011), Uomini che amano troppo (2015) e 30 aprile 1993. Bettino Craxi. L’ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica (2021).
La guerra dei trent’anni. 1992-2022. Le inchieste la rivoluzione mancata e il passato che non passa
«La magistratura debordò e si attribuì un ruolo, l’informazione debordò e se ne attribuì un altro, e l’opinione pubblica debordò di conseguenza, ma si raccontò che aveva soltanto un ruolo da vittima.» A distanza di tre decenni fatichiamo ancora a inquadrare Mani pulite e in che misura abbia creato l’incerto presente politico che viviamo. Se è vero che, come scrive Filippo Facci, «non aveva mai attecchito un vero senso dello Stato, e tantomeno una disposizione a scandalizzarsi per condotte poco etiche», da che cosa ebbe origine il clamore intorno a un’indagine che, in apparenza partita da un comune caso di corruzione, ha cambiato per sempre l’immaginario della nazione? All’epoca giovane cronista, l’autore ha seguito le tracce e le crepe prodotte da quel terremoto, scavando nelle versioni improbabili – la favola del magistrato onesto che smaschera i corrotti, l’epurazione delle mele marce – e in altre non meno improbabili e complottiste legate a scenari internazionali. Da quel lavoro emergono oggi risvolti inaspettati che si ricollegano a eventi e fenomeni vicini e lontani, tra cui il maxiprocesso di Palermo, che avrebbe dovuto essere salutato come la vera svolta e invece venne attaccato da più parti, e il bombardamento mediatico, con giornali e talk show impegnati a tenere vivo il clima emergenziale, spianando la strada all’antipolitica. Tra protagonisti e comprimari, reazioni a caldo e insospettabili derive, rimuovendo ogni patina di ipocrisia, Facci restituisce un impietoso ritratto del paese che siamo stati e che forse siamo ancora, spingendo a domandarci: è giunto il momento di ammettere, con il procuratore capo Borrelli, che «non valeva la pena buttare all’aria il mondo precedente per cascare in quello attuale»?
Opinioni:
Cosa fu realmente Mani Pulite? Una rivoluzione giudiziaria o una guerra civile tra i poteri dello Stato? Cambiò davvero tutto o fu soltanto una stagione di illusioni perdute? Una ricostruzione dello scandalo che travolse la scena politica. Una testimonianza d’eccezione tra narrazione storica e racconto privato. – LaFeltrinelli
30 aprile 1993. Bettino Craxi. L’ultimo giorno di una Repubblica e la fine della politica
La scena dell’Hotel Raphaël e del lancio delle monetine contro Bettino Craxi è considerata tipicamente il simbolo di un’epoca, il palcoscenico del feroce «debutto» dell’antipolitica che segnerà la vita pubblica nei decenni a venire. Tuttavia, il giorno successivo, i quotidiani non pubblicarono la notizia. E neppure nei giorni seguenti. Nessuno raccontò la violenza dell’aggressione, della denigrazione, dello scherno, dell’«uccisione del nome» di un uomo. «Dovevamo sbranare Craxi, avremmo dovuto farlo fuori a pezzi, gettare le sue budella sulla porta del Raphaël e trascinarle fino al Parlamento… Io c’ero. E non ho capito che occasione avevo per le mani», scriverà a distanza di anni uno dei presenti. Testimone diretto e appassionato cronista, Filippo Facci torna sul luogo dove tutto ebbe inizio in un racconto, fotogramma per fotogramma, scandito dalle ore in cui sembrò non succedere nulla e accadde di tutto, in un crescendo teatrale di eventi puntuali che, alla luce degli anni successivi, possono essere colti come avvisaglie e tracce della rivoluzione che ha scosso la nostra democrazia. In un singolare e brillante esercizio di sintesi di memoria individuale e collettiva, memoir, saggio narrativo e romanzo della cronaca, l’autore rilegge da una prospettiva originalissima gli avvenimenti che si succedono dalle 10:00 di giovedì 29 aprile alle 23:50 di venerdì 30 aprile 1993, tra Roma e Milano. I ricordi del suo rapporto personale con Craxi svelano al lettore dettagli inediti, e la narrazione di un «prima» e di un «dopo» fornisce una mappa sulla quale orientarsi per cogliere appieno il senso di una vicenda che ha definitivamente cambiato la percezione della politica nel nostro paese.
Opinioni:
Si può individuare il momento esatto in cui l’Italia cessò di credere nella democrazia dei partiti e il linciaggio divenne un atto di estetica rivoluzionaria? Il racconto, fotogramma per fotogramma, dell’evento simbolo di un decennio, emblema del passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. – LaFeltrinelli
Chi era senza peccato scagliò la prima monetina di infinite. Qualcosa cambiò per sempre. Ciò che venne dopo non fu più politica: furono le forme della sua assenza. – Anonimo
Uomini che amano troppo
MISTERI PER ORCHESTRA
La storia della musica è costellata di misteri risolti e irrisolti, veri e propri thriller che con rare eccezioni, come la morte di Mozart, sono rimasti un territorio parzialmente inesplorato di musicisti, musicologi e appassionati: eppure si tratta di trame che spesso non hanno niente da invidiare a quelle dei grandi gialli della letteratura, vicende che mischiano risvolti biografici storicamente noti a incursioni nella leggenda e nel fantastico. A tutt’oggi non è facile separare il ritratto di Paganini dalle ombre demoniache che lo circondarono, o comprendere perché la musica di Wagner sia considerata inscindibile dal profilo di Hitler, o più semplicemente capire perché Rossini si ritirò dalle scene a soli trentasette anni. Filippo Facci, appassionato ed esperto di musica classica, porta alla luce gli scheletri negli armadi dei più celebri musicisti, ricostruendo in questo modo anche la loro biografia: un libro organizzato in brevi capitoli, ognuno dei quali dedicato a un grande musicista e ai fatti misteriosi che hanno caratterizzato la sua vita.
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