Questa è la pagina dedicata a Flannery O’Connor.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “O’Connor, F: The Violent Bear It Away”.
Il cielo è dei violenti
The Complete Stories
This is the complete collection of stories from one of the most original and powerful American writers of the twentieth century. Including A Good Man is Hard to Find and Everything That Rises Must Converge, this collection also contains several stories only available in this volume.
Un brav’uomo è difficile da trovare
«O’Connor aggredisce chi legge come farebbe un consumato predicatore che padroneggi l’arte della retorica e sappia blandire e fustigare i propri fedeli, metterli all’angolo» – Alessandra Sarchi, la Lettura
«Flannery ha sempre una visione nitida della realtà: non si incunea in incartamenti romantici e tantomeno in labirinti coscienziali» – Antonio Spadaro, Robinson «La scrittrice, le cui storie sono state frettolosamente rinchiuse nell’etichetta di gotico del Sud, inanella storie e personaggi di un’America rurale, scolpisce dialoghi, penetra nella mente dei suoi protagonisti e a volte li smaschera portando la riflessione su che cosa significhi essere, o non essere, “brave persone”» – Sette Uscito nel 1955 e composto da dieci racconti di inarrivabile potenza, “Un brav’uomo è difficile da trovare” impose immediatamente Flannery O’Connor come scrittrice di grande originalità ed esponente di punta di quello che sarebbe stato ribattezzato il «gotico sudista» Unica sua raccolta pubblicata in vita, ha esercitato un’influenza incalcolabile su scrittori, musicisti, filosofi, politici per la ricchezza dell’apparato simbolico, la potenza e originalità del tema religioso, la perfezione con la quale, di personaggio in personaggio, di storia in storia, O’Connor riesce a costruire un microcosmo umano nel quale commedia e tragedia, dannazione e salvezza, coesistono e si completano a vicenda. Dal racconto che dà il titolo alla raccolta, con l’esplosione finale di violenza e le parole misteriose con le quali il Balordo, capo di una banda di rapinatori e assassini, chiude la storia, all’irruzione di uno straniero nella tranquilla esistenza della «brava gente di campagna» di un’altra memorabile novella, fino alla sarcastica rielaborazione del tema razziale nel «Negro artificiale», O’Connor costruisce un piccolo mondo antico e moderno insieme, esemplare e sorprendente, dal quale siamo tentati a volte di fuggire, ma forse proprio perché ci somiglia e ci svela troppe cose su noi stessi. Postfazione di Joyce Carol Oates.Opinioni:
O’Connor costruisce un piccolo mondo antico e moderno insieme, esemplare e sorprendente, dal quale siamo tentati a volte di fuggire, ma forse proprio perché ci somiglia e ci svela troppe cose su noi stessi – LaFeltrinelli
Diario di preghiera
“Flannery O’Connor amava ciò che può essere appreso e adorato, ma mai del tutto compreso: è una delle misure più certe della sua grandezza.” – Michael Cunningham “La felicità possibile, quella che si vive qui in terra, è intravista come un profilo di capriolo nella luce improvvisa del mattino presto, sotto un abete, dietro la curva del sentiero” – Dall’introduzione di Maria Pia Veladiano “Non intendo rinnegare le preghiere tradizionali che ho detto per tutta la vita; ma le dico e non le sento… Vorrei scrivere una preghiera bellissima”. Questo diario personale di Flannery O’Connor, scritto tra il 1946 e il 1947 ai tempi dell’università in Iowa e di recente ritrovato tra le sue carte in Georgia, è molto più di una raccolta di preghiere: è un singolare dialogo con Dio, il colloquio silenzioso e appassionato di una giovane donna intelligente alla ricerca della propria strada e determinata a metterla al servizio di una causa superiore. Una finestra sull’interiorità di una delle maggiori narratrici americane del secolo passato. Scavando nel profondo dei propri sentimenti e paure – di essere mediocre, stupida, presuntuosa – Flannery O’Connor si esercita in un costante confronto con la fede cattolica e i maestri che la ispirano come Freud, Proust e Rousseau. In questo documento, arricchito dalla riproduzione anastatica delle pagine del diario, già emerge l’umiltà e la sensibilità priva di retorica di un’autrice le cui ambizioni e valore letterari si intrecciano con una incessante tensione verso il divino e la grazia. Prefazione di Mariapia Veladiano.
Opinioni:
Questo diario personale di Flannery O’Connor, scritto tra il 1946 e il 1947 ai tempi dell’università, è molto più di una raccolta di preghiere: è un singolare dialogo con Dio. – LaFeltrinelli
O’Connor, F: The Violent Bear It Away
Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.