Questa è la pagina dedicata a Flavio Vanetti.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Passi da gigante”.
Tonfi e trionfi. Lo sport come sarebbe potuto andare e come è andato
Spesso gli eventi sportivi non vanno come da previsione e così un giornalista sportivo deve preparare sempre anche i “pezzi di copertura”, ovvero gli articoli per cautelarsi nel caso, ad esempio, una partita finisca molto tardi e non ci sia l’opportunità di cambiare rapidamente quanto scritto, oppure quando, in un grande appuntamento, si deve essere pronti a scrivere tutto e il suo contrario. In questo libro il giornalista Flavio Vanetti, firma per 40 anni del “Corriere della Sera”, raccoglie gli articoli più belli e mai apparsi sul “Corriere della Sera” che narrano come sarebbe potuto andare lo sport se se le sliding doors si fossero aperte in un altro senso.
Basket. Breve storia della pallacanestro attraverso 50 anni di emozioni e incontri raccontati da un inviato molto speciale
Dal primo tiro a canestro, il lancio di un sasso del reverendo Naismith nel 1891, di tempo e passioni ne sono trascorsi lungo la storia del basket, diventato uno degli sport più popolari ed emozionanti del mondo. Flavio Vanetti, firma storica del Corriere della Sera, racconta l’ultimo mezzo secolo della pallacanestro, attraverso ricordi, partite leggendarie, protagonisti: una lettura per gli appassionati della palla a spicchi ma anche un racconto per chi vuole avvicinarsi alla conoscenza di questa disciplina senza confini e senza confronti.
Passi da gigante
Si potrebbe cominciare da quel giorno d’inverno del 1963 in cui un giovanissimo Dino si presentò al suo primo allenamento con la Ignis Varese indossando un paio di splendide Superga rosse, giusto il colore degli acerrimi rivali del Simmenthal Milano. Oppure da quell’abbraccio al figlio Andrea, nel 1990, alla fine dello storico match in cui si affrontarono in campo da avversari: unico caso di scontro diretto fra due generazioni nella storia del basket italiano. O ancora dalle vittorie più belle: i due “grandi Slam” (scudetto, Coppa del Campioni, Coppa Italia e Coppa Intercontinentale), uno con Varese nel 1970, l’altro con Milano nel 1987, l’argento olimpico con la Nazionale nel 1980, l’oro europeo nel 1983. E come dimenticare quel 5 settembre 2003, data d’ingresso di Dino nella Hall of Fame di Springfield, “l’arca della gloria del basket”? Da qualsiasi punto si scelga di iniziare a raccontarla, la carriera di Dino Meneghln resta inimitabile. Il libro ci offre l’occasione di ripercorrerla per la prima volta… dall’alto, insieme con Dino, ma anche di scoprire un basket di uomini veri e ragazzi terribili, ai tempi in cui nascondere casse di vino fresco nel bagni dei ritiri, riempire a tradimento di schiuma la vasca dell’idromassaggio e farcire le scarpe di un malcapitato compagno con la crema per i piedi erano “gesti tecnici” necessari per vincere, non meno di un terzo tempo o di un un canestro nel momento clou di una serie scudetto. Prefazione di Sandro Gamba.
Turisti per UFO. I 51 luoghi «alieni» da visitare nel mondo
I 50 posti al mondo, anzi 51 in onore della famosa Area 51 del Nevada, che meritano di essere visitati in quanto legati all’ufologia. “Turisti per UFO” nasce con questo scopo semplice, unendo l’interesse per una materia che appassiona (insospettabilmente) molta più gente di quello che si possa pensare agli schemi tradizionali del turismo. Per ciascuna delle 51 località elencate, infatti, non si tratteggiano solo le valenze “aliene”, ma si forniscono pure indicazioni minime su come raggiungerle e su come soggiornare.
Gli Ossola: Franco Luigi Aldo. Le storie, le fotografie, i documenti di tre fratelli che hanno onorato lo sport
Il libro racconta la storia di tre atleti formidabili che hanno lasciato una traccia profonda nel costume dello sport nazionale. Il pallone è il protagonista assoluto. Adoperato con i piedi o con le mani, entrambi fatati, dalla genia degli Ossola, figli di orafi, nati a Varese. Palloni diversi in epoche fra loro lontane. Quello di cuoio robusto con valvola per l’aria e la cucitura a stringa aveva stregato fin da ragazzino Franco, il primogenito, classe 1921, attaccante biancorosso, ingaggiato sul finire degli anni ’30dal Torino, lo squadrone granata dei sette scudetti, scomparso nel cielo di Superga il 4maggio 1949. A Luigi, “il Cicci”, il secondogenito, classe 1938, toccarono in sorte ben due palloni nell’arco di una ventina d’anni in cui è racchiusa la sua carriera. Per primo, quello della pallacanestro, con la maglia della Robur et Fides e poi della Prealpi. Un decennio dopo quello del calcio, vestendo i colori della Vestes, del Varese, della Roma, del Mantova. Il pallone di Aldo “l’Aldino”, il terzogenito (1945), era quello vellutato come una piuma del moderno basket di cui diventò, partendo dalla stessa Robur et Fides del “Cicci”, un asso insuperabile.
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