Questa è la pagina dedicata a Gianni Berengo Gardin.
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Vera fotografia. Reportage immagini incontri. Ediz. illustrata
Vera fotografia è il timbro che autentica il retro di ogni stampa fotografica di Gianni Berengo Gardin. Ma è soprattutto la chiave per farci comprendere quanto le sue immagini siano “vere” e non “illustrazioni”, come direbbe lui. Non frutto di elaborate manipolazioni, ma frammenti di realtà colti da uno sguardo attento e partecipe. Dalla Venezia degli anni Cinquanta (la sua città) fino alle fotografie più recenti dedicate alle Grandi Navi nella Laguna, il percorso del volume, e della mostra collegata, è insieme tematico e filologico. E dal momento che le opere di Berengo Gardin hanno raccontato un’epoca e costruito una visione, alcuni testimoni eccellenti (intellettuali, colleghi, registi, artisti, architetti…) hanno scelto e commentato ognuno una fotografia diversa, estratta dall’immenso archivio. Le 24 immagini commentate permettono ancor di più di ragionare sul valore della testimonianza sociale ed estetica di un grande maestro italiano.
Gianni Berengo Gardin. Ediz. illustrata
Il volume presenta una completa antologia di Berengo Gardin. Duecentocinquanta immagini, divise in 11 sezioni, introdotte ognuna da un breve testo di Sandro Fusina, permettono di apprezzarne pienamente lo sguardo curioso e attento. In cinquanta anni di viaggi e lavoro, in Italia e nel mondo, il patrimonio visivo di Berengo Gardin, esposto in innumerevoli mostre, e custodito nei più importanti musei, costituisce una documentazione unica e irripetibile del nostro tempo. Questo libro è il racconto di una vita in fotografia, accompagnato da tre dialoghi dell’autore: su di sé con Goffredo Fofi, sulle sue foto con Frank Horvat, sui suoi libri con Floriana Pagano.
L’occhio come mestiere. Ediz. illustrata
“L’occhio come mestiere” è un libro di Gianni Berengo Gardin con un testo di Edoardo Albinati. Oltre alle fotografie, il libro è arricchito anche dalla prefazione di Giovanna Melandri, da un testo di Alessandra Mauro e da una conversazione tra Margherita Guccione e Berengo Gardin. Il titolo richiama quello del celebre libro curato da Cesare Colombo, uscito nel 1970, che raccoglieva un’antologia di fotografie di Gianni Berengo Gardin e testimoniava l’importanza del suo sguardo, del suo metodo e del suo mestiere, per riuscire a narrare il suo tempo attraverso le immagini. Questo volume vuole proporre ora un nuovo racconto visivo di Berengo Gardin dedicato all’Italia e composto di quasi duecento fotografie, alcune celebri, altre meno note, altre ancora inedite. Una lunga sequenza in bianco e nero che ferma in immagini perfette grandi momenti e situazioni di una semplice, splendida normalità; personaggi, reportage dirompenti, paesaggi che conosciamo e che speriamo non cambino mai.
Gianni Berengo Gardin e la Olivetti. Ediz. illustrata
Il volume racconta e approfondisce il legame fra Gianni Berengo Gardin (Santa Margherita Ligure, 1930), uno dei più importanti e celebri fotografi italiani, e la storica azienda Olivetti di Ivrea, frutto concreto del pensiero visionario e progressista del suo fondatore, il grande imprenditore Adriano Olivetti. Nel percorso di ricerca condotto dal fotografo, dedicato all’evoluzione del paesaggio e della società italiana dal dopoguerra a oggi, il caso di Ivrea e della Olivetti occupano uno spazio rilevante, essendo stato uno tra gli autori che ha collaborato più a lungo con l’impresa piemontese. Dalla selezione inedita qui proposta, con oltre settanta fotografie d’epoca in bianco e nero, pubblicazioni e altri documenti d’archivio, emerge il valore attribuito da Adriano Olivetti sia al progetto d’architettura (industriale, residenziale, sociale) sia al sistema di relazioni che legava le persone dentro e fuori la fabbrica, grazie a un’avanzata organizzazione di servizi sociali e culturali che coinvolgeva l’intero territorio. Nelle immagini di Berengo Gardin prende forma il messaggio e l’insegnamento del fondatore dell’azienda e si offre al contempo la testimonianza di un’epoca, quasi un affresco della società e delle sue trasformazioni nella seconda metà del Novecento.
La più gioconda veduta del mondo. Venezia da una finestra. Ediz. illustrata
“L’idea di questo progetto è nata quando il mio amico Renato Padoan, per vent’anni Soprintendente ai Monumenti di Venezia, mi raccontò che nella sua casa, all’ultimo piano di Palazzo Erizzo Bollani sul Canal Grande a Venezia, fra il rio di San Grisostomo e il rio dei Santi Apostoli, aveva abitato nella prima metà del Cinquecento Pietro Aretino. In una nota lettera al suo benefattore, Domenico Bollani, proprietario del palazzo, l’Aretino aveva vivacemente descritto la vista che godeva da una delle finestre della casa, affacciata sulla Pescheria, il Ponte di Rialto (all’epoca ancora in legno) e il Fontego dei Tedeschi, e le mille attività che si svolgevano sotto i suoi occhi. Un’occasione che non potevo lasciarmi sfuggire. Dal 2004 per alcuni anni sono stato più volte ospite del mio amico e da quella stessa finestra ho fotografato lo stesso scenario che si era presentato all’Aretino, per descrivere cosa era rimasto immutato e cosa era cambiato rispetto al suo racconto: la vita quotidiana, i traffici, i trasporti commerciali e turistici, le manifestazioni, le regate ecc. Ora questo libro contiene le immagini inedite di questo lavoro, di questo bellissimo gioco di specchi tra visioni veneziane del Cinquecento e di oggi. Veramente, la più gioconda veduta del mondo.” (Gianni Berengo Gardin)
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