Questa è la pagina dedicata a Giulio Giorello.
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Il pensiero presente. Omaggio a Giulio Giorello
“Ho avuto una doppia fortuna. La prima: dei genitori che mi hanno spinto a pensare in modo autonomo e indipendente, lasciandomi la libertà delle letture più diverse, dagli albi a fumetti ai romanzi di avventure, e poi ai classici antichi e moderni, senza aver paura di quelli considerati (all’epoca) scandalosi, dall’Asino d’oro di Apuleio a Santuario di William Faulkner, a Lolita di Vladimir Nabokov o all’Ulisse di James Joyce. La seconda fortuna: un incontro già sui banchi del liceo Berchet con Ludovico Geymonat, diventato frequentazione assidua nelle aule della Statale. Filosofo e matematico insieme, ma anche antifascista militante e comandante partigiano, Geymonat aveva fatto rivivere a Milano discipline come logica, filosofia della scienza e storia della scienza, intese non come meri agglomerati di nozioni, ma come forme in cui si era storicamente dispiegato l’uso critico della ragione. Contestare e creare: questo dovete fare ‘voi giovani’, ci diceva allora.” (Giulio Giorello) La straordinaria avventura del pensiero di Giulio Giorello, raccontata dalle voci e dalle testimonianze di chi lo ha incontrato e ne ha condiviso le appassionate esplorazioni tra filosofia, scienza e impegno civile.
Apocalisse. I libri della Bibbia
In greco la parola apocalisse non significa “fine del mondo”, bensì “rivelazione”. Una lettura del testo biblico che sottolinea il suo carattere profetico e interpreta la caduta di Babilonia, la città perversa, come fine dell’oppressione delle coscienze e dei conflitti che ne scaturiscono.
Opinioni:
Apocalisse è una parola liberatrice che risuona nelle visioni dei liberatori di ogni epoca, religiosi e laici. – LaFeltrinelli
Lo scimmione intelligente: Dio, natura e libertà (Saggi)
La danza della parola. L’ironia come arma civile per combattere schemi e dogmatismi
Giulio Giorello, filosofo della scienza e matematico, si confronta con il tema dell’ironia, che definisce «un’arma di costruzione di massa»: di massa nel senso che può essere utilizzata da chiunque. L’ironia si dimostra capace non solo di smantellare intere fortezze, infiltrandosi con le sue domande impertinenti, ma di costruire lei stessa nuovi castelli, a patto che si sia consapevoli che questi sono dei veri e propri castelli in aria, così come sono di sabbia le fortezze che man mano gli esseri umani costruiscono nel tempo. Ottimi esempi di ironia si trovano in quella combinazione di serietà e umorismo che ci è stata regalata dai fumetti, da Topolino, ai Peanuts a Tex. Ma anche in tante opere letterarie: dalla critica di Jonathan Swift alle pretese dei dotti di formare una corporazione di privilegiati nei Viaggi di Gulliver alla suprema ironia di Robert Musil, che nell’Uomo senza qualità descrive il protagonista come colui che aspira a quella stessa condizione ideale che il suo critico era così pronto ad attribuirgli, o ancora l’irriverente ironia di James Joyce, che prende di mira persino il buon Dio, che «ha scritto il folio di questo mondo, e l’ha scritto sbagliato» Anche la scienza nei momenti creativi, quando cioè distrugge un paradigma costituito e comincia a costruire un’alternativa, usa l’ironia. Non solo, è capace di servirsene come strumento di alta retorica e di sottile comunicazione della novità. Non era ironico, forse, Giordano Bruno quando nella Cena de le Ceneri difendeva un universo «senza margine» contro il mondo chiuso di Aristotele? Ecco allora disvelata tutta la potenza dell’ironia, che «nel solco di quell’Illuminismo che ha rappresentato un modello coraggioso di ricerca e di rispetto della verità, segnatamente della verità scientifica», si dimostra un’arma civile per combattere schemi, categorie e istituzioni rigide, grazie alle sue doti a un tempo distruttive e creative.
Opinioni:
«Oggi dovremmo capire come servirci dell’ironia per difenderci dai pericolosi dogmatismi dell’epoca nostra. In particolare, dal dogmatismo dell’immediato che è appunto quello dei nostri politici, i quali, magari, non concepiscono che ci sia qualcosa come l’ironia.» – LaFeltrinelli
Di nessuna chiesa. La libertà del laico
Uno spettro si aggira per l’Europa: il relativismo, cioè il dogma che non c’è nessun dogma. Molti ne hanno paura ma chi vuole combatterlo non dovrebbe conoscerlo meglio? Dichiarare che esso comporta una più o meno quieta accettazione di qualsiasi teoria o costellazione di valori significa restare alla superficie delle cose. Come riconoscono i suoi più intelligenti avversari, il relativismo ha una componente fattuale: teorie, metodi e pratiche si sono rivelati efficaci in ambiti circoscritti. Ciò significa che teorie, metodi e pratiche vadano posti tutti sullo stesso piano? Nient’affatto. Piuttosto, là dove abbiamo buone ragioni per credere nella verità di una teoria, non possiamo escludere in linea di principio che si possano trovare argomenti per teorie rivali. È da tale possibilità che le nostre idee traggono forza e consistenza.
Opinioni:
Il libro-manifesto del pensiero di Giulio Giorello. Con la Prefazione di Edoardo Boncinelli. – LaFeltrinelli
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