Questa è la pagina dedicata a Giuseppe De Carli.
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Carlo III
Il “Profilo” segue le vicende biografiche del Sovrano borbonico inserite nella realtà politica, socio-economica ed ecclesiastica del Mezzogiorno d’Italia e della Spagna del secolo XVIII. Carlo acquisì la necessaria esperienza di governo durante la venticinquennale permanenza sul trono di Napoli. Nella penisola iberica il Sovrano – mantenendo sempre stretti rapporti con il toscano Bernardo Tanucci, grande personalità culturale e politica, suo principale consigliere nel governo napoletano – seppe circondarsi di collaboratori fedeli e capaci, sia stranieri che nazionali, da Wall a Squillace e Grimaldi, da Campomanes ad Aranda e Floridablanca. Durante il governo di quest’ultimo, le cui iniziative Carlo III assecondò con convinzione, si intensificò nella politica interna spagnola l’attività riformatrice nel quadro di un assolutismo monarchico sempre più ispirato a princìpi illuministici, comunque compatibili con il paternalismo che distinse sempre l’operato del Sovrano.
L’elefante di Carlo Magno. Il desiderio di un imperatore
Nell’anno 802 giungeva ad Aquisgrana per l’imperatore Carlo Magno un dono davvero fuori dal comune: un elefante, di nome Abul Abbas, che il califfo di Baghdad Harun al-Rashid aveva inviato a seguito della richiesta che lo stesso Carlo Magno gli aveva espressamente fatto qualche anno prima. Ma perché quell’inconsueto desiderio di Carlo? E che significato dare allo scambio di doni fra l’imperatore e il califfo? Quella dell’elefante di Carlo Magno può apparire la storia di una stramberia, l’avventura un po’ triste di un povero animale finito a morire nel freddo clima germanico, ma in realtà tutta la vicenda, se attentamente interrogata, svela molto dei rapporti diplomatici del tempo, della politica del dono, del significato politico che il possesso di un elefante, come attributo di regalità, poteva avere, e anche dell’immagine che allora l’Europa cristiana si faceva del mondo.
Storia della mafia (eNewton Saggistica)
L’ultimo segreto di Fatima
Anni fa, su richiesta di Giovanni Paolo II, il cardinal Bertone raccolse nel corso di lunghe conversazioni la testimonianza definitiva di suor Lucia dos Santos. In questo libro, versione aggiornata e ampliata di “L’ultima veggente di Fatima” (2007), Bertone rievoca i suoi incontri con la pastorella di Fatima e ripercorre la vicenda delle apparizioni miracolose, dai primi racconti dei tre bambini all’atteggiamento inizialmente cauto della Chiesa fino alla svolta arrivata con Giovanni Paolo II. Oltre ai documenti autografi di suor Lucia e all’interpretazione teologica dell’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, cardinale Joseph Ratzinger, il libro offre le profonde riflessioni di Bertone sul ruolo della devozione mariana e sul rapporto che due papi tanto diversi come Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno con la figura della Vergine.
Benedictus. Servus servorum Dei
In questo libro fotografico, Giuseppe De Carli ripercorre le tappe significative dei primi tre anni del pontificato di Benedetto XVI, soffermandosi sulla vita e sulle esperienze ecclesiali, dal Concilio in poi, che hanno forgiato Joseph Ratzinger. Prefazione di Rino Fisichella.
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