Questa è la pagina dedicata a Joan Didion.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Diglielo da parte mia (Gli intramontabili)”.
Joan Didion è stata una scrittrice statunitense. La sua carriera iniziò negli anni ’50 dopo aver vinto un concorso di saggistica sponsorizzato dalla rivista Vogue. I suoi scritti durante gli anni ’60 fino alla fine degli anni ’70 impegnarono il pubblico nelle realtà della controcultura degli anni ’60 e dello stile di vita di Hollywood. La sua scrittura politica si è spesso concentrata sul sottotesto della retorica politica e sociale. Nel 1991, ha scritto il primo articolo dei media mainstream a suggerire che i Central Park Five fossero stati ingiustamente condannati. Nel 2005, ha vinto il National Book Award for Nonfiction ed è stata finalista sia per il National Book Critics Circle Award che per il Premio Pulitzer per The Year of Magical Thinking. In seguito ha adattato il libro in uno spettacolo teatrale, che ha debuttato a Broadway nel 2007. Nel 2013 è stata insignita della National Medal of Arts dal presidente Barack Obama. Didion è stata profilata nel documentario di Netflix The Center Will Not Hold, diretto da suo nipote Griffin Dunne, nel 2017.
Diglielo da parte mia (Gli intramontabili)
Il suo ultimo desiderio (La cultura)
Perché scrivo
La stampa, la politica, l’arte, la sua California, le donne: Perché scrivo è una raccolta di dodici saggi scritti da Joan Didion tra il 1968 e il 2000 che contiene tutti quei temi che avrebbero fatto di lei l’icona della cultura americana contemporanea. Che racconti i suoi inizi a Vogue, una riunione dei Giocatori Anonimi, analizzi la stampa underground locale o si interroghi sull’incipit di Addio alle armi, ciò che conta per lei è sempre trovare quell’identità che le permetta di essere narratrice, quel punto di vista esatto da cui raccontare una storia. Non ci nasconde però che il suo luogo privilegiato è la periferia della scena. Invece di intervistare Nancy Reagan, rimane a una distanza deferente mentre una troupe televisiva dà ordini alla first lady su come riempire un vaso di rododendri e, nel saggio su Robert Mapplethorpe, ricorda quando il suo compito era recarsi negli studi e «guardare le donne che venivano fotografate» mentre cercavano di diventare ciò che il fotografo di turno chiedeva loro. Il comportamento di Didion è l’opposto di quello che lei considera «degli artisti», spaventati dall’idea che l’analisi del proprio lavoro sia deleteria e che quella fragilità che li ha portati alla fama vada in pezzi non appena provi a essere decostruita. Anche quando il rifiuto la riguarda in prima persona, come per la non ammissione a Stanford, è capace di mutare la sua esperienza in qualcosa di universale, da osservare a debita vicinanza.
Opinioni:
Ognuno degli scritti di questa raccolta rappresenta l’essenza di Joan Didion e ne mette perfettamente a fuoco l’acutezza, che abbaglia in tutta la sua modernità e potenza visionaria. – LaFeltrinelli
La prosa di Joan Didion è impareggiabile. La prospettiva da cui lei guardava ogni cosa è totalmente diversa da quella di chiunque altro. – Bret Easton Ellis
The White Album (La cultura)
The Year of Magical Thinking: Joan Didion
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