Questa è la pagina dedicata a Laura Pigozzi.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Mio figlio mi adora. Figli in ostaggio e genitori modello”.
Troppa famiglia fa male: Come la dipendenza materna crea adulti bambini (e pessimi cittadini)
Sorelle. Il mistero di un legame tra conflitto e amore
Una sorella ci accompagna per tutta la vita: la conosciamo da sempre e il rapporto con le amiche, con i gruppi femminili, ma anche con il partner, eredita molto da questa relazione di odio-amore. Una sorella è il legame più lungo e significativo con l’Altro femminile e con la propria alterità di donna. All’inizio la sentiamo come un’intrusa, eppure è proprio lei che ci spodesta dal trono dell’unicità e fa argine al nostro narcisismo. Possiamo provare una sconfinata gelosia, ma senza di lei non impariamo a far coesistere differenza e uguaglianza, cioè gli assi cartesiani di ogni progetto di umanizzazione. Anche quando il rapporto con una sorella si è dolorosamente reciso, lei resta in noi, come ricordo inconscio di un vincolo fondativo. Un’intensità che si ritrova persino nelle figlie uniche che eleggono l’amica del cuore al posto di sorella. Il legame tra sorelle, strutturale in ogni donna, è uno tra i più intriganti e misteriosi, eppure è anche tra i meno indagati, un punto cieco nelle teorie sulla famiglia. Laura Pigozzi, psicoanalista da sempre attenta alle questioni famigliari, in questo suo saggio accende una luce e, attraverso casi clinici e letterari, di cronaca e cinematografici, ricostruisce uno spaccato unico della sorellanza. Dalla relazione ambigua tra Virginia Woolf e Vanessa Bell, alla cognata del marchese de Sade che amava lo stesso uomo della sorella, dalle gemelle mute alle sorelle assassine, le famose Papin, il testo ci accompagna fino alla proposta di una nuova idea di femminismo, fondato su un legame sororale più forte della dipendenza, libero sia dal plusmaterno che dal ravage e chiarendo definitivamente la loro differenza. Capire il valore di questa figura significa saper costruire con lei – che sia una sorella naturale, adottiva o sociale – un’alleanza che vada oltre le pericolose simbiosi e sudditanze: se non siamo indipendenti tra noi donne, come potremmo esserlo anche dagli uomini?
Opinioni:
Il legame tra sorelle, strutturale in ogni donna, è uno tra i più intriganti e misteriosi, eppure è anche tra i meno indagati, un punto cieco nelle teorie sulla famiglia. Laura Pigozzi, psicoanalista da sempre attenta alle questioni famigliari, in questo suo saggio accende una luce e, attraverso casi clinici e letterari, di cronaca e cinematografici, ricostruisce uno spaccato unico della sorellanza. – LaFeltrinelli
Il plusmaterno. La solitudine delle madri in un’epoca che chiede loro troppo
“[…] era una questione d’incesto, come ogni volta lo è se non è possibile separarsi dal bambino. Incesto è dormire con la madre ogni notte e magari fino a età improbabili, è essere allattati ben oltre la dentizione, o anche tenersi per mano con la madre nell’età da fidanzati, avere il genitore come referente principale nel corso della vita adulta, o dirsi ti amo o baciarsi sulla bocca tra genitori e figli (se pensiamo a un padre che bacia sulla bocca la sua figliola siamo curiosamente più sconcertati che quando il bacio è della madre). La plusmadre è incestuosa nel senso di una intrusione psichica, mentre la legge del desiderio può esistere solo fuori dall’incesto. Incesto è quando una madre si occupa di un figlio, e lo cura, a partire dalle proprie pienezze: il suo corpo a portata di mano ogni notte, che non gli si sottrae mai, così come il suo seno sempre offerto, sono un troppo, un plus che arriva al bambino come un trauma travestito, imbellettato da godimento.”
Adolescenza zero. Hikikomori, cutters, ADHD e la crescita negata
Attraverso l’analisi di fenomeni estremi come quelli che riguardano gli hikikomori, ragazzi reclusi in casa, o le cutters, giovani che si tagliano la pelle, la psicoanalista Laura Pigozzi si interroga sulla continuità che esiste tra essi e lo statuto “disanimato” degli adolescenti contemporanei. Il rapporto che questi intrattengono col proprio corpo, con la scuola, con il sesso e con la scoperta del mondo mostra i segnali inquietanti di una chiusura, di “un arresto del desiderio, uno scacco della vitalità, un gorgo di passività”. Più isolati e ripiegati su di sé che in passato, gli adolescenti appaiono privi di quello slancio verso il nuovo, l’Altro e l’esterno che dovrebbe definire il passaggio all’età adulta. Che cosa è successo? E, soprattutto, quali sono gli strumenti per riaprire i loro sguardi sulla vita e sul futuro? Tramite l’esame di casi clinici e l’analisi approfondita della relazione tra istituzione scolastica e nucleo familiare, l’autrice rileva come nel passaggio dalla famiglia alla scuola, dai genitori agli amici, qualcosa è andato storto in un modo che le altre epoche non hanno conosciuto. Oggi più di ieri, risulta faticoso il compito principale degli adolescenti: creare un legame con i pari.
Mio figlio mi adora. Figli in ostaggio e genitori modello
Mai come oggi i modelli familiari che ci circondano sembrerebbero essersi ampliati e dinamizzati, mettendo in questione il principio stesso della famiglia “naturale” e mostrandone il carattere ideologico. Eppure, a un’analisi piú profonda, anche dietro le famiglie ricostituite, allargate, monogenitoriali e omogenitoriali si rivela un’allarmante immagine della famiglia concepita e custodita come nido inclusivo ed esclusivo: un Uno chiuso in sé, come una sorta di corpo uterino, che ritiene di contenere tutto ciò di cui i suoi membri hanno bisogno. Cedendo all’attrazione del legame “claustrofilico” con i figli e alla sua modalità simbiotica e autoappagante, il mondo viene risucchiato all’interno della famiglia, dimenticando che la crescita è fatta anche di opposizioni, affrancamento, dissonanze, negoziazioni con l’esterno – con l’Altro. In questo testo acuto e provocatorio, Laura Pigozzi infrange la retorica asfittica della famiglia all’inclusive e quella di un certo tipo di maternità e genitorialità che circolano in modo pervasivo, mostrando come “la vera filiazione è aver ricevuto dai propri genitori la possibilità di lasciarli” se è vero, come dice Hannah Arendt, che “gli uomini sono nati per incominciare”.
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