Questa è la pagina dedicata a Marco Baliani.
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Ogni volta che si racconta una storia
Nel regno di Acilia
Anni Cinquanta, Acilia, una borgata a diciotto chilometri da Roma, neppure una periferia, una terra di nessuno, un far west di marane, canali, paludi, baracche, case abusive, campi coltivati, gente affamata di tutto, senza elettricità, senza fogne. Una terra da sopravvivere e per questo piena di speranza e frustrazioni, un posto che per quattro ragazzini si trasforma in un territorio magico, ma sempre duro e spietato, come le fiabe vere. I quattro ragazzini si chiamano Sorcio, Rana, Polmone, er Pelle e scavano forsennati ognuno la sua buca per seppellire talismani potenti cui sono appesi i sogni di chi è fuori dal mondo. Il regno di Acilia svela una sotterranea natura, cambia pelle, brilla di notte e ammanta le cose di prima di un velo di perle.
La pietra oscura
Sono cinque e sono inseparabili: c’è Ulisse che viene dal Senegal, Inco grande, grosso e trasognato, Ago il minuscolo, Gemma, magra magra e con una memoria invidiabile, e Giorgio, detto Stampa per via delle stampelle: insieme in terza media, in questa fine di primavera che è l’ultima da passare come una banda. Poi le loro strade si divideranno, è inevitabile, e fa un po’ male. Intanto condividono tempo e passioni: i giochi di ruolo nel negozio di fumetti di Sebastiano, e anche i fumetti, certo, i silenzi e le chiacchiere. E poi un gioco che li prende tantissimo, un gioco inventato da loro, in cui invece di trasformarsi in eroi potranno restare quello che sono. Un lago che custodisce oscure leggende, una cavità nella roccia, dentro il bosco: una grotta, un rifugio, forse il varco per un altro mondo. E lì, nella grotta, una pietra che si stacca dalle altre, scotta, lampeggia. In città salta la luce, gli allarmi delle auto partono. Poi buio e silenzio. E un manipolo di militari decisi a scoprire da dove irradia la straordinaria energia di cui è intrisa la grotta e a setacciare le scuole alla ricerca dei ragazzini che hanno lasciato tracce ovunque. Comincia così questa storia di fughe e inseguimenti, misteri e ipotesi, in cui è chiaro che «le cose impossibili sono collegate fra di loro» e che l’anima del mondo, la forza che tiene vivi i vivi, è in pericolo. Una moria di pesci, antiche maledizioni, storie ancora più antiche, universi lontani e comunicanti, statue sacre, adulti ostili e adulti complici per un’avventura che ha la concretezza dell’amicizia vera e il brillio di un’equazione che lega i mondi.
Opinioni:
Una moria di pesci, antiche maledizioni, storie ancora più antiche, universi lontani e comunicanti, statue sacre, adulti ostili e adulti complici per un’avventura che ha la concretezza dell’amicizia vera e il brillio di un’equazione che lega i mondi. – LaFeltrinelli
Se uno dei due mondi si ammala, l’altro deve andarsene per potersi salvare. – Anonimo
E andare dove? – Anonimo
Forse verso altri mondi dove ricominciare a tessere legami. – Anonimo
Caporetto letto da Marco Baliani. Audiolibro. CD Audio formato MP3. Ediz. integrale
Alle due del mattino del 24 ottobre 1917, i cannoni austro-tedeschi cominciarono a colpire le linee italiane. All’alba le Sturmtruppen, protette dalla nebbia, andarono all’assalto. In poche ore, le difese vennero travolte e la sconfitta si trasformò in tragedia nazionale. Oggi sappiamo che quel giorno i nostri soldati hanno combattuto, eccome, finché hanno potuto. Ma perché l’esercito italiano si è rivelato così fragile, fino al punto di crollare? Alessandro Barbero ci offre una nuova ricostruzione della battaglia e il racconto appassionante di un fatto storico che ancora ci interroga sul nostro essere una nazione. Extra: introduzione inedita dell’autore
Ho cavalcato in groppa ad una sedia. Con DVD
Contro una società che brucia le esperienze in un vortice di banalità, che uniforma il sentire secondo canoni pubblicitari, che appiattisce la percezione del mondo secondo schemi opachi, che costringe l’immaginazione a misurarsi col solo manifestarsi della realtà, contro tutto questo salgo su una sedia e mostro l’invisibile. O tento di farlo. Che almeno per la durata di quelle parole, perse in un soffio nel momento stesso in cui vengono dette, ci sia la possibilità di scartare ed entrare in un altro tempo. La battaglia continua e devo poter sempre immaginare che l’esito dello scontro possa essere incerto, che la macchina trituratrice si possa incrinare, un giorno, per il suono di una parola. Fotografie di Enrico Fedrigoli. Con il DVD dello spettacolo “Kohlhass”, una produzione Rai Trade.
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