Questa è la pagina dedicata a Marco Cappato.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Credere disobbedire combattere”.
Credere disobbedire combattere
Sette domande per Dio
Omicidi in pausa pranzo
Soli nel fine-vita. Il caso Cappato e la necessità di una legge
Opinioni:
Il principio di legalità è un principio fondamentale, ma è chiaro che la centralità del ruolo del legislatore si avverte con ancora maggior forza quando deve essere dettata la disciplina di temi e situazioni che coinvolgono interessi di elevato rango e implicano questioni di carattere non solo giuridico, ma anche etico e morale. Occorre, però, che il legislatore assolva al suo compito. In difetto dell’intervento del Parlamento, infatti, si assiste inevitabilmente a fenomeni di supplenza giudiziaria […]. Si ritiene allora necessario, prima ancora che opportuno, che il legislatore trovi la forza per arrivare a un punto di incontro unitario tra le diverse posizioni culturali e i diversi approcci ideologici e intervenga (seppure tardivamente) a dettare una disciplina non solo sugli aspetti indicati dalla Corte costituzionale con la sentenza di incostituzionalità dell’art. 580 c.p. […], ma anche (per segnalare solo uno dei diversi temi ipotizzabili e che risulta in evidente collegamento con la sedazione profonda continua in combinazione con le cure palliative) sull’eutanasia. – Anonimo
SMV. La sindrome di Andy Capp. Lo stile maschio violento e i demoni del nostro tempo
Poco istruito, povero o timoroso di diventarlo, violento in famiglia come nella società, intollerante: questo, secondo i mass media, l’identikit di chi è affetto dalla «sindrome di Andy Capp»: il depositario dello «Stile Maschio Violento» (SMV) a cui allude il titolo di questo libro. Un male che non sembra risparmiare nessuna categoria tra le tante gettate in pasto all’opinione pubblica occultando, dietro la distorsione delle più diverse appartenenze politiche, sociologiche e/o sottoculturali («ultras», «hooligans», «teddy boys», «mods», «rockers», «skinheads», «naziskin», «ravers» ma anche «anarchico», «autonomo», «tossico», «immigrato» o, in tempi di ipocrita “correttezza”, «abitante delle periferie» invece che «borgataro»), tutto ciò che ha a che fare con le discriminazioni legate al genere, all’età e alla diversa disponibilità economica.
Opinioni:
Con un linguaggio prossimo alla strada, Valerio Marchi in SMV ridicolizza i meccanismi con cui da secoli l’ordine costituito continua ad addossare al capro espiatorio di turno quelle che, dal lavoro che manca fino all’alienazione urbana, sono sempre state precise responsabilità di una società divisa in classi. – LaFeltrinelli
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