Questa è la pagina dedicata a Marina Viola.
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Viola
Viola, generazione millennial, è una biologa napoletana e una testarda certificata, che tra le altre cose è anche disabile. I suoi genitori, iperprotettivi e terrorizzati che alla loro “piccolina” possa succedere qualcosa, non si sognano minimamente che possa avere una vita indipendente, figurarsi una relazione. Ma Viola un ragazzo ce l’ha, anche se da poco. L’ha conosciuto online, e lo sta frequentando di nascosto, grazie alla complicità della sua migliore amica, Federica, che le fa da copertura e racconta un sacco di bugie per coprirla. Quando però i suoi genitori concedono al fratello minore di andare a vivere da solo, Viola per ripicca decide di presentare il suo ragazzo in famiglia. Fa “la rivelazione” e lo porta a casa, di punto in bianco, senza avvertire nessuno. Dopo un primo shock, i genitori si adeguano alla novità, si adeguano fin troppo… Ed è a questo punto che Viola imparerà che bisogna stare attentissimi nell’esprimere i desideri e che voler essere simile agli altri è solo un modo per nascondere che non ci si crede all’altezza del mondo intorno a noi. Marina Cuollo con Viola scrive una romcom che rompe gli schemi, in cui gli ingredienti classici di amore, sesso e amicizia sono miscelati in un cocktail di pura ironia, che prende a picconate le relazioni, tutte.
Mio padre è stato anche Beppe Viola
Che padre era Beppe Viola, quando non era allo stadio o non andava in onda? In che modo riusciva a incanalare, nella vita quotidiana con la moglie e le quattro figlie, tutto il genio e l’esuberanza che poi sprigionava in ogni cosa? Come gestiva quella grande fama che era scoppiata tutta assieme, e di cui anche un po’ in verità si vergognava con gli amici? In questo racconto, scritto dalla penna della figlia Marina, c’è il Beppe uomo, quello che litigava con l’amico di sempre Enzo Jannacci, quello che buttava giù canzoni di getto davanti a un vino rosso insieme a Cochi e Renato, quello che si sganasciava dalle risate mentre scriveva film per Mario Monicelli o battute comiche insieme a Massimo Boldi e Teo Teocoli. Quello che faceva arrivare tardi un giovanissimo Bruno Pizzul alla sua prima telecronaca televisiva perché prima lo aveva costretto a fermarsi a giocare ai cavalli. “Ecco cos’hanno in comune mio padre e Beppe Viola: si somigliano, hanno la stessa faccia. A volte è facile confonderli. Talmente facile che anch’io faccio fatica. Eppure sono persone diverse: per prima cosa, uno è morto e l’altro no. Dunque, questo non è un libro su Beppe Viola. È un libro su mio padre, quello che mi sgridava quando la facevo fuori dal vaso, quello che firmava le giustificazioni, quello che veniva in vacanza con me, che leggeva il giornale sulla poltrona. Questo è il mio modo di salutarlo, una volte per tutte, e fargli fare il suo viaggio senza sensi di colpa.”
Storia del mio bambino perfetto
Luca ride mentre spegne le candeline sulla torta e all’applauso degli invitati balla scatenato per la stanza. Festeggia i diciott’anni ed è felice ogni volta che l’iPad suona le canzoni di James Taylor. Marina, la sua mamma, oggi è serena, ma ha passato anni a chiedersi come mai fosse toccato proprio a lei quel figlio “diverso”, autistico e con la sindrome di Down. Quando gli altri genitori insegnavano ai loro bambini a camminare, lei stava ancora aspettando che il suo piccolo la guardasse negli occhi. E ci sono voluti mesi di terapie, di attese fuori dalle sale operatorie, di etichette affibbiate dagli estranei, di momenti bui, per farle capire che Luca è Luca e non lo cambierebbe con nessuno al mondo. Strappandoci lacrime e sorrisi. Marina Viola ci racconta la storia di una vittoria a fianco del suo bambino nel mondo dell’autismo e il percorso, di donna e di madre, che l’ha portata giorno dopo giorno a vincere la sfida di loro due insieme contro tutti. Ed è stato proprio suo figlio a insegnarle la lezione più importante sull’amore: per Luca quelli strani, quelli diversi siamo noi. mentre lui, con la sua sovrabbondanza di cromosomi e la sua risata contagiosa, è perfetto così com’è.
Viola non è rossa. Ediz. illustrata
Viola è una bambina timida e impacciata. Nonostante il nome che porta, il suo colore è il rosso che più rosso non si può. Viola arrossisce per un nonnulla: quando gli altri la guardano, quando in classe l’insegnante la interroga, quando i compagni la deridono perché è maldestra. Ma un giorno fa amicizia con Nerina, una bambina timida come lei e allora diventa un po’ più sicura di sé, perché due bambine timide sono meglio di una. Età di lettura: da 6 anni.
Opinioni:
Una delicata storia, scritta con le poetiche parole di Lorenza Farina e accompagnata dalle raffinate e intense immagini di Marina Marcolin. – LaFeltrinelli
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