Questa è la pagina dedicata a Mario Tobino.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Le libere donne di Magliano”.
Il deserto della Libia
Paesaggi, incontri, avventure, uomini, miraggi, con il deserto per protagonista: in una prosa affine alla lingua della poesia, Tobino rielabora nel Deserto della Libia la propria esperienza di sottufficiale medico in Africa durante la Seconda guerra mondiale, tra il 1940 e il 1941. Ma il libro non è solo testimonianza di un preciso momento storico: è anche vibrata denuncia della collera di una generazione di «soldati senza bandiera» mandati allo sbaraglio in una guerra altrui. In appendice viene qui presentato il Libro della Libia , il primo testo in cui Tobino riscrisse appunti e impressioni annotati già durante i mesi africani con quello stile carico di urgenza giovanile che avrebbe poi trasfigurato letterariamente in un simbolo di sconvolgente attualità.
Biondo era e bello. Nuova ediz.
«Tobino ha voluto riferire l’esperienza di un amore che non è stato solamente letterario. Ha lasciato passare sulla pagina, con una schiettezza estrema, ciò che di Dante lo ha più riguardato, toccato e messo in discussione. Il ritratto che ne è uscito è fedele e inedito allo stesso tempo perché restituisce Dante e Tobino insieme. Proprio come la poesia, che riporta indissolubilmente legate verità e immagine.» (Marco Balzano)
Le libere donne di Magliano
A pochi chilometri da Lucca il colle di Santa Maria delle Grazie e in cima il manicomio. Il paese più vicino è Magliano. Così, «venire da Magliano» per la gente del luogo significa portare il segno della pazzia, di una vita attraversata dal vento sublime e dannato della sofferenza mentale. In un reparto psichiatrico femminile, negli anni precedenti l’età degli psicofarmaci e della riforma Basaglia, un medico vive con donne aggressive, tristi, erotiche, disperate, orrende, miti, malate o semplicemente fuggite dal mondo. Questo romanzo è il poema della profondissima e unica atmosfera che pervade le stanze della follia: «il manicomio è pieno di fiori, ma non si riesce a vederli»
Opinioni:
«Nuda, un materasso per terra. È in una solitudine che lei non sente affatto.» – LaFeltrinelli
Gli ultimi giorni di Magliano
Mario Tobino dirigeva il “manicomio” di Lucca quando, nel 1978, la legge 180 sancì la chiusura degli ospedali psichiatrici. Con un linguaggio terso ed elegante, egli dà voce alla propria amarezza e allo sgomento di fronte al mistero della follia. Dalla sua memoria emergono i ritratti delle ricoverate, con le loro sofferenze e i loro affetti, le grida selvagge e gli spersi sorrisi, ma anche i paesaggi e i personaggi dell’ospedale-città. E insieme riflessioni più teoriche sulla psichiatria e sugli psicofarmaci, con violente accuse professionali e visionarie utopie. “Gli ultimi giorni di Magliano” e l’appendice con pagine tratte dal diario personale di Tobino sono testimonianze preziose del suo impegno per un’umanizzazione della psichiatria, nella convinzione che «i matti sono creature degne d’amore»
Per le antiche scale
In un castello trasformato in istituto psichiatrico, il dottor Anselmo considera i suoi malati persone che hanno smarrito, spesso solo temporaneamente, la luce dell’intelligenza. Ma che non hanno smarrito i sentimenti, pronti a riaffiorare intatti non appena il delirio cessa di suscitare immagini irreali, potenti e devastatrici. Per le antiche scale trasfigura l’esperienza personale di Mario Tobino in un intenso discorso umano e artistico sorretto da una vibrazione lirica che dona lievità e mobilità inconfondibili al suo stile. La sua è un’adesione partecipe e disarmata alla realtà, un arrendersi alle cose superando qualsiasi diaframma tra medico e paziente, e annullando così ogni distanza tra lo scrittore e la sua materia.
Opinioni:
«La follia esplodeva uguale a un vulcano.» – LaFeltrinelli
Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.