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Le dionisiache (canti 40-48). Vol. 4
«Le Dionisiache» sono l’ultimo e il più lungo epos della letteratura greca: quarantotto canti per raccontare la vita terrena di Dioniso e, insieme, la storia del mondo. Nel canto XL termina la lunga spedizione indiana di Dioniso, ma non finiscono le sue peripezie. Giunto a Tiro, patria del suo avo Cadmo, il dio si sposta a Berito (l’attuale Beirut), dove contende allo zio Poseidone l’amore della ninfa Beroe. Da lì la scena si sposta in Grecia, dove Dioniso introduce il suo culto e dona agli uomini il vino, per poi approdare a Nasso dove sposa Arianna abbandonata da Teseo, fino all’apoteosi finale in cui prende finalmente il posto che gli spetta vicino al padre Zeus. Domenico Accorinti indaga la questione dell’appartenenza culturale di Nonno, poeta egiziano di lingua greca, e le ascendenze letterarie delle descrizioni dei luoghi teatro delle gesta del dio.
Le dionisiache. Canti 37-48 (Vol. 4)
Nei dodici canti finali delle «Dionisiache» – “summa” abbagliante del mito greco e nel contempo dei molti modi poetici, dall’epico all’erotico all’elegiaco, di quella civiltà – Nonno trascina il lettore alternando sapientemente toni, motivi e atmosfere esotiche. L’immane carneficina esito dei sei anni della guerra indiana esige che i comandanti sospendano le ostilità per onorare i morti – e la descrizione dei giochi funebri celebrati per commemorare Ofelte diventa l’occasione per una virtuosistica gara con il modello omerico. Esperto nell’arte del differimento, Nonno ne rinvia ulteriormente l’inevitabile conclusione inserendo come vertiginoso intermezzo l’episodio di Fetonte, precipitato dal cielo per aver osato guidare il Carro del Sole. Sconfitto il re degli Indiani Deriade in duello, Dioniso giunge prima in Libano, terra del suo avo Cadmo, e poi a Tebe, sua città natale. Ma una nuova serie di avventure lo porterà in altri luoghi della Grecia e in Frigia, dove, unitosi ad Aura, darà vita alla sua terza incarnazione, Iacco, il cui avvento lo libera da ogni responsabilità verso gli uomini – e consente a Nonno di chiudere il poema conducendo il suo eroe, divinizzato, sull’Olimpo.
Le dionisiache. Testo greco a fronte. Canti XIII-XXIV (Vol. 2)
Il volume (canti Xlll-XXIV) contiene la prima parte della spedizione di Dioniso contro gli Indiani: dopo due dotti cataloghi delle forze dionisiache, divise in “mortali” e “divine”, si prosegue con la storia dell’amore infelice di Inno per la ninfa cacciatrice Nicea, con scontri caratterizzati da gesta paradossali e “miracoli” di Dioniso, con momenti di accoglienza del dio da parte di vari ospiti (Brongo, Stafilo), e con altri, invece, di violenta opposizione (Licurgo), fino al superamento del fiume ldaspe dopo una grande battaglia. L’introduzione è dedicata alla fortuna delle Dionisiache (e, più in generale, di Nonno), dai “nonniani” del V e VI secolo agli scrittori del Novecento.
Le dionisiache. Testo greco a fronte. Canti I-XII (Vol. 1)
Nonno di Panopoli inserisce la vita di Dioniso in un vasto affresco mitologico che si propone di narrare la storia dell’umanità dall’epoca primordiale, caratterizzata dai grandi sconvolgimenti che mettono a rischio l’ordine e la stabilità del cosmo, all’ascesa al cielo del figlio di Zeus e Semele. Il suo avvento sulla terra nell’ottica del poeta scandisce la storia universale in un “prima” e un “dopo” densi di significato. L’invenzione del vino garantisce infatti all’umanità l’impulso alla sopravvivenza, in quanto la bevanda dionisiaca si salda indissolubilmente all’eros; assicura un miglioramento della vita sul piano esistenziale; dona agli uomini quella speranza in una vita dopo la morte a cui aspirava l’iniziato ai misteri dionisiaci.
Heidentum und Christentum in der epischen Dichtung: Nonnos von Panopolis (German Edition)
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