Questa è la pagina dedicata a Patriciello Maurizio.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Vangelo dalla Terra dei fuochi”.
Madre terra, fratello fuoco. Le mamme della Terra dei fuochi
“Non sono una madre. Sono un sacerdote. Sono un padre. Padre Maurizio. Ma di madri piangere sui propri figli ne ho viste tante. Troppe”. Così scrive don Maurizio Patriciello, sacerdote simbolo della lotta contro la Camorra e i reati ambientali nella Terra dei Fuochi. E proprio insieme alle madri di questa terra bellissima e martoriata da fumi e veleni, don Maurizio ha scritto questo libro che racconta le storie dei bambini e dei ragazzi morti di cancro, o meglio uccisi dai camorristi, “dai colletti bianchi insozzati e dei politici corrotti, collusi, ignavi”. Una Spoon River della Terra dei Fuochi per sottolinea Giuseppe Fiorello nella Prefazione – non “dimenticare il sacrificio di chi avrebbe dovuto avere il diritto di vivere la vita in totale libertà e gioia: i bambini” e fare da monito a quanti perseverano nella loro opera di devastazione e a quanti avrebbero dovuto vigilare e non lo hanno fatto. A raccontare le loro storie in prima persona sono le donne, madri e mogli, che hanno trovato la forza di reagire al dolore e di “cambiare la loro sofferenza in amore, fondando l’associazione onlus Noi genitori di tutti con la quale sono accanto, sia umanamente che materialmente, alle famiglie che cominciano a vivere il loro stesso calvario.”
Non aspettiamo l’apocalisse. La mia battaglia nella Terra dei fuochi
“Tutto questo succede nella Terra dei fuochi, che è la mia terra. Al tempo dei papiri e delle tavolette cerate era la Campania felix, in quello di Twitter e Facebook è la pattumiera d’Italia. Una discarica dove ogni anno vengono avvistati seimila roghi di rifiuti, che inceneriscono scorie industriali, sprigionano veleni, ammorbano l’aria e uccidono la vita nei campi.” A scrivere queste parole è Padre Maurizio Patriciello, non un politico ma un semplice sacerdote divenuto nel giro di pochi mesi il leader del movimento civile che chiede con urgenza la bonifica della Terra dei fuochi. E che, oltre ad aver conquistato l’attenzione mediatica e delle istituzioni, qualcosa di concreto sta anche finalmente ottenendo, come dimostra il decreto del governo Letta del dicembre 2013. Tutto ha inizio nella notte dell’8 giugno 2012, quando Padre Maurizio si sveglia assalito da una puzza insopportabile a cui è impossibile sfuggire. Per lui è come una chiamata del Signore: accende il computer e su Facebook comincia a raccogliere la protesta della gente che, impotente, si è vista man mano avvelenare la propria campagna. Non che prima di quella notte non se ne sapesse nulla – c’erano state inequivocabili denunce come “Gomorra” di Saviano nel 2006 e “Biùtiful cauntri” nel 2007, film pluripremiato e presto dimenticato -, ma l’immane devastazione dell’Agro aversano, lo scampolo di terra dove in due decenni sono stati scaricati dieci milioni di tonnellate di rifiuti.
Meraviglioso. Storia d’amore nella «terra dei fuochi»
Da un racconto del sacerdote che da anni, nella Terra dei fuochi, si batte per la salute dei cittadini. Facoltà di Architettura di Aversa. Luca è in ritardo e si siede accanto ad una sconosciuta. “Come ti chiami?” – le sussurra in un orecchio. “Vincenza Cristiano, e tu?”. “Luca Pagano. Che strana coincidenza, i nostri cognomi sono degli ossimori! Io sono pagano e mi vanto di esserlo!”. «E io sono cristiana e mi vanto di esserlo!» Con un moto di simpatia reciproco subito sedato da due ore di lezione comincia una straordinaria storia d’amore. Improvvisa. Chiusa per sempre. Riaperta dopo lunghi 8 anni. Un mese prima del matrimonio, Vincenza si ammala di un tumore molto aggressivo e molto comune nella Terra dei Fuochi dove la gente si prende di cancro il doppio delle volte che nel resto d’Italia. I medici le danno un mese di vita, ma lei non lo saprà mai. Sopravvivrà? Si sposerà? Potrà mai avere dei figli? Il calvario, le delusioni, le sorprese. Colpi di scena continui per una vita paradossalmente meravigliosa.
Vangelo dalla Terra dei fuochi
Il prete che lotta quotidianamente contro la camorra racconta la sua esperienza nella terra dei Casalesi. “Ma io dei camorristi non ho paura. Lo so, potrebbero uccidermi e forse lo faranno, lo l’ho messo in conto fin dal primo momento in cui sono stato ordinato prete. Io spendo i miei giorni insegnando ai bambini, ai ragazzi, ai giovani che non debbono temere niente e nessuno quando la loro coscienza è pulita. Ma aggiungo che bisogna sradicare il fare camorristico sin dai più piccoli comportamenti”.
Non fate i bravi: La testimonianza che ci ha lasciato
Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.