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Il fattore I. Per una teoria generale dell’imbecillità
I vizi capitali. Dal peccato al mercato
Piero Paolicchi ha insegnato Psicologia sociale all’università di Pisa, con l’intento principale di favorire negli studenti lo sviluppo della consapevolezza circa la complessità dei “fatti umani”, e il senso critico nei confronti di qualsiasi formulazione proposta a titolo di scoperta certa e definitiva. In questa analisi della deriva globale dei vizi capitali “dal peccato al mercato” ricorre, come nei lavori precedenti, al linguaggio quotidiano, in specie toscano, con la sua immediatezza e incisività, e alla satira come strumento più idoneo a squarciare, se non il velo di Maya dell’antica mitologia orientale, almeno la cortina fumogena del dio Mercato dell’attuale mitologia occidentale.
La variabile G. Perché ci vogliono tanti genitori per (non) fare un imbecille
Lo riconosceva lo stesso Freud: anche nelle famiglie tradizionali crescere un figlio intelligente era difficilissimo. Cosa direbbe oggi? Tra famiglie allargate o separate, coppie aperte o ricomposte, per non parlare di genitori single o in carriera, le variabili sono aumentate a dismisura. Diminuiscono invece i figli, che quando arrivano sono accolti da genitori estasiati come un dono dal ciclo, da riverire e ostentare, mai da educare. Risultato: stiamo allevando orde di bambini incapaci, viziati e immaturi, in una parola: imbecilli. E a darci manforte nel nostro errore di genitori ossequiosi, arrivano schiere di pediatri, psicologi ed “esperti” a vario titolo che sfornano solerti diagnosi (gratuite) di disagi comportamentali e vendono (carissime) le relative cure. Ma se questa imbecillità non fosse congenita. Si chiede Piero Paolicchi, bensì il frutto di un’oculata strategia studiata apposta per crescere sudditi ottusi anziché cittadini dotati di spirito critico? Immagina allora cosa succederebbe se un coraggioso gruppo di genitori tentasse finalmente un’azione eversiva per smantellare questo sistema (dis)educativo, riprendendo da capo le fila del pensiero e dell’esperienza pedagogica.
Detto fatto. Sugli usi e gli abusi delle parole
Il senso comune e le scienze umane ci dicono che le parole possono essere pietre con cui colpire, bisturi con cui curare, pozioni per innamorare o ingannare, vessilli dietro cui far muovere intere masse. Capirle significa quindi sia conoscere la loro storia, sia domandarsi, non solo “cosa sta dicendo”, ma “cosa sta facendo”, chi le pronuncia, il “pulpito da cui viene la predica”. Un viaggio nel mondo tanto meraviglioso, quanto sempre meno frequentato delle parole, ci riserva incontri inaspettati: adozioni da altri paesi e nascite per distrazione o per parto assistito, maestri che dovrebbero essere qualcosa di più dei ministri, scorte che vanno all’estero e tornano escort. Storie singolari ma interpretabili solo sullo sfondo delle vicende a cui va incontro ogni linguaggio diffondendosi e modificandosi, arricchendosi o impoverendosi. Su entrambi i livelli l’autore conduce un’analisi che combina i registri del saggio scientifico erudito e quelli dell’ironia e del parlare popolare col suo dire pane al pane e vino al vino. Con lo stesso stile sono affrontate le patologie cagionate al nostro italiano dai modi del comunicare moderno e ultramoderno, con televisione e cellulari come veicoli primari di contagio: da quelle modeste, poco più che escrescenze o abrasioni superficiali come il “cioè” e il “piuttosto che”. Senza dimenticare mai che i giochi di parole sono spesso giochi di potere, e che le parole, nella loro apparente levità, sono carne e sangue di una cultura…
S.O.S. Fata. Il mercato dell’aiuto
Le mucche, come è noto, non volano; e a detta di molti gli angeli – e con loro le fate – non esistono. Eppure, una semplice osservazione di molto di ciò che viene offerto oggigiorno in termini di cura, aiuto, assistenza e risoluzione di problemi, potrebbe far sospettare che i ruminanti possano per davvero volare, e che schiere di maghi e angeli custodi possano veramente dare un tocco benefico al corso dei nostri eventi. Questo libro si sofferma su un mondo variegato, per abbracciare il quale sarebbe necessario un neologismo, ma che già l’espressione “mercato dell’aiuto” introduce con buona efficacia. Si tratta di tutto ciò che oroscopisti, astrologi, maghi, sensitivi, ufologi, spiritisti, ma anche alcuni economisti, medici, psicologi, criminologi, astrofisici, meteorologi e perfino leader politici ci rovesciano addosso da ogni media, sicuri e fiduciosi di sé. Certo, è difficile essere scettici verso chi afferma di aver visto dischi volanti e non verso quei politici che promettono rivoluzioni in poco tempo. Ma almeno, se leggi questo libro, eviterai di essere rapito dagli alieni. Il che è già qualcosa.
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