Questa è la pagina dedicata a Pietro Abelardo.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Storia delle mie disgrazie”.
Dialogo tra un filosofo, un giudeo e un cristiano
Nel caso di Abelardo, come forse mai accade nella cultura medievale, il personaggio sovrasta l’autore, che pure è fra i grandissimi dell’epoca: logico, filosofo morale, teologo audace che aprì la “pagina sacra” della Bibbia a significati più comprensivi e universali. Ma anche scrittore noto e amato fino al Settecento e oltre, come autore di un’autobiografia nella quale narra le vicende turbolente e tragiche della sua vita e soprattutto lo straordinario amore che visse con Eloisa. Il suo “Dialogo tra un filosofo, un giudeo e un cristiano”, forse la sua ultima opera, presenta l’idea di un cristianesimo “naturale” e quindi tollerante, l’utopia di una convivenza, forse perfino di una convergenza, con le altre fedi nate dalla Bibbia (l’ebraismo e l’Islam), la sua ricerca di un Bene Sommo vicino a quello proposto dalla filosofia platonica e stoica, raggiungibile con la virtù ma anche con la ricerca intellettuale.
I commenti all’Isagoge di Porfirio
Abelardo fu uno dei primissimi autori medievali a studiare i problemi logici, trattando la logica come una scienza autonoma. A partire dalle sue opere, la dialettica in quanto materia indipendente si diffuse all’interno del panorama culturale medievale. La sua opera logica fu di enorme importanza già per i suoi contemporanei: furono moltissimi gli autori che, nel XII secolo soprattutto, si occuparono del problema degli universali. Abelardo però, nella miriade di posizioni proposte sull’argomento, seppe dominare la controversia e portarla a una determinazione. Tutte le opere logiche di Abelardo vengono qui raccolte in un’edizione critica che affronta il problema del riconoscimento delle sue teorie autentiche e del rapporto cronologico tra le opere logiche, che occuparono più di trent’anni della sua vita.
Lettere d’amore
Nel XII secolo, un logico e teologo di fama europea, chierico e canonico della cattedrale di Parigi, incontra una giovane donna altrettanto celebre per cultura e intelligenza. L’innamoramento è tanto inevitabile quanto scandaloso, e drammatica è la sorte cui i due vanno incontro: sposatisi in segreto in seguito alla nascita di un figlio, vengono osteggiati dalla famiglia di lei, che punisce l’uomo con la più vergognosa delle mutilazioni, e costretti a separarsi e ad abbracciare la vita monastica. La storia d’amore di Abelardo ed Eloisa ci è nota attraverso una sorta di autobiografia in forma epistolare – conosciuta come “Historia calamitatum mearum” («Storia delle mie disgrazie») e qui riproposta – e attraverso le lettere, accorate e disperate, che i due amanti, divisi dal destino, si scambiarono nel corso degli anni. Traboccanti di ricordi e ardenti di passione, queste epistole rievocano i giorni felici con struggente nostalgia, e per la sincerità con cui raccontano un amore sopravvissuto alla tragedia della separazione riescono ancora a parlare al cuore del lettore moderno.
Ho amato solo te
Nella Francia del XII secolo un teologo di fama europea, chierico della cattedrale di Parigi, incontra una giovane donna altrettanto celebre per cultura e intelligenza. L’innamoramento è tanto inevitabile quanto scandaloso, e drammatica è la sorte cui i due vanno incontro: dopo la nascita di un figlio e un matrimonio celebrato nella massima segretezza, la famiglia di lei si oppone, condannando i due innamorati a patire dolori indicibili e a non vedersi mai più. La storia di Abelardo e di Eloisa, nota attraverso alcune lettere che gli sfortunati amanti si scambiarono nel corso degli anni, è impressa nella memoria collettiva: traboccanti di ricordi e di passione, queste pagine strazianti hanno reso immortale il loro amore e ancora oggi continuano a commuovere.
Storia delle mie disgrazie
Tramite una lettera indirizzata ad un amico non identificato, Abelardo racconta la travagliata storia della sua vita: i successi e la gloria dovuti allo studio e al talento; le disgrazie e i torti subiti, a causa dell’invidia e del fatale incontro con la giovanissima Eloisa, che diverrà l’amore della sua vita. La figura di un intellettuale moderno, ideatore di un nuovo metodo di diffondere la cultura, che ha collezionato trionfi ma altrettante condanne che, come onte irrevocabili, lo costringeranno a fuggire in posti isolati e dimenticati, lontano da occhi giudicanti. Abelardo macchiò la propria anima con due gravi colpe: la superbia e la lussuria. Questi peccati decreteranno la sua rovina.
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