Questa è la pagina dedicata a Pietro Calabrese.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Il gioco delle nuvole: L’alfabeto della vita di un maestro del giornalismo (DI TUTTO DI PIU’)”.
L’albero dei mille anni. All’improvviso un cancro, la vita all’improvviso
Non ci pensiamo mai, ma la vita può deragliare improvvisamente. Bastano due parole. È successo il 19 maggio 2009 a Pietro Calabrese, una carriera luminosa nel giornalismo e un’esistenza piena. Nel suo caso le due parole sono state addensamento polmonare, pietoso eufemismo per significare che è entrato di diritto nella costellazione del cancro (quale acutezza nella battuta di Woody Allen: “Oggi le due parole che è più bello sentirsi dire non sono ‘ti amo’ ma ‘è benigno'”). In questo libro tanto lucido quanto toccante Calabrese racconta il suo cammino, giorno per giorno, dopo quel fulmine a ciel sereno. Un cammino che passa per l’altalena dello sconforto e della speranza, per le notti sotto l’assalto molesto dei pensieri e per il ricordo sognante di quando la notte invece – si parlava d’amore, per il tempo che diventa sospeso e per il calore benefico delle persone care (“già, e adesso chi lo dice agli amici?”). Ed è un cammino che passa inevitabilmente per la brutalità delle cure e per un corpo devastato in cui non ti riconosci più. Eppure, a un certo punto, fa una svolta radicale e diventa un cammino di crescita e di consapevolezza nuova. Raggiunta durante una chiacchierata con un amico sotto un baobab africano, il monumentale albero dei mille anni. Da lì Pietro, scoprendo una verità semplice e rivoluzionaria ma nascosta, lancia a tutti un messaggio salvifico, scritto con la penna del grande giornalista ma pensato con la mente e con il cuore dell’uomo.
Il gioco delle nuvole: L’alfabeto della vita di un maestro del giornalismo (DI TUTTO DI PIU’)
Baarìa. Il film della mia vita
L’esperienza personale è sempre stata la scintilla da cui scaturiscono le storie e i grandi affreschi di Giuseppe Tornatore, ammaliante maestro del nostro cinema. Questo vale a maggior ragione per Baarìa, ovvero Bagheria, suo paese natale, film meditato da anni che il regista dedica alle proprie radici ripercorrendo la storia della sua famiglia e, insieme, un secolo di vicende ed emozioni legate alla terra d’origine. In questo libro a due voci con Pietro Calabrese, Tornatore ricostruisce la genesi della sua ultima opera e va a scavare nella memoria: ne nasce un racconto che ha la magia e i colori vividi del suo cinema. Descrivendo il microcosmo della provincia siciliana, il regista fa balenare le figure mitiche che lo hanno ispirato, soprattutto il nonno contadino che sapeva a stento leggere ma conosceva la Divina Commedia a memoria, il padre che gli ha trasmesso il mito positivo della politica e la madre, ideale di una bellezza antica. Su queste evocazioni va a innestarsi la sua favola di enfant prodige della settima arte, iniziata con i pomeriggi al Supercinema di Bagheria e con le prime esperienze di proiezionista, continuata con gli stimoli colti dai grandi quali Fellini e Chaplin, Rossellini e Kubrick, e a oggi approdata al Festival di Venezia 2009, dove Baarìa è il primo film italiano dopo vent’anni a essere scelto per l’inaugurazione.
ITALIA (Globus volume n. 2) 2006
IL SENSO DI GINO PER LA VITA
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