Questa è la pagina dedicata a Riccardo Bocca.
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Il prete indigesto: La vita e le lotte di Don Antonio Coluccia
Tutta un’altra strage: Bologna 2 agosto 1980: una verità che tutti vogliono nascondere
Le navi della vergogna
Al largo delle coste calabresi, in uno dei mari più pescosi d’Italia e davanti a spiagge spesso affollate di bagnanti, sarebbe sepolta una nave carica di rifiuti radioattivi, fatta naufragare e trasformata in una letale discarica. Questo afferma il pentito Francesco Fonti, che avrebbe presieduto all’affondamento. Partono le ricerche, la notizia viene smentita, anche da alte cariche dello Stato. Si tratta solo di psicosi di massa, alimentata dai media? Riccardo Bocca, primo imputato nell’accusa di diffondere un panico ingiustificato, dimostra non soltanto che l’ipotesi della nave è certa, ma anche che le navi sono tante. Un sistema clandestino di occultamento dei rifiuti “indesiderati”, del quale fanno parte cosche mafiose, servizi segreti di paesi che desiderano far sparire le proprie scorie, e il governo italiano, che ha un tale interesse a non far sapere nulla da pagare Fonti, affinchè smetta di parlare. E mentre la zona di Cetraro, in Calabria, presenta valori stellari nelle incidenze di alcuni tumori, chi prova ad accertare la verità viene depistato o fermato per vie ufficiali. E se, come il capitano Natale De Grazia, decide di continuare nonostante tutto, muore in circostanze “inspiegabili”.
Il leone di Valvidone. La vera storia di un capolavoro dell’are lapidea funerari etrusca
Dopo decenni di studi, la vicenda dimenticata dello splendido monumento funerario del Leone tardo-etrusco di Tuscania è finalmente svelata con dovizia di particolari. Un percorso di ricerca che, se da una parte ha contribuito a gettare nuova luce sul patrimonio archeologico di Tuscania, dall’altra ha confermato la devastante dispersione di reperti, strappati dalle viscere della terra e dimenticati. Il presente lavoro ha consentito, altresì, di rivelare uno spaccato della società di una piccola comunità di fine Ottocento, dove vizi e virtù si accavallano ed emergono prepotentemente dai manoscritti conservati negli archivi. Una storia finora carica di incomprensioni ed errori storici, risolti e corretti alla luce di un complesso e minuzioso lavoro di ricostruzione e di sintesi, che fanno apparire oggi la superba scultura in tutta la sua grandezza, all’interno delle sale del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Il volume “Il leone di Valvidone” costituisce il quaderno n. 1 del progetto di ricerca “Oltre lo scavo”, promosso dall’associazione Gruppo archeologico città di Tuscania.
Gli anni feroci
Alberto ha vissuto il suo quarto d’ora di gloria negli anni Ottanta, quando è scoppiato a ridere, davanti alle telecamere, in faccia all’uomo più potente d’Italia, Giulio Andreotti. Dopodiché il quarto d’ora si è prolungato, perché una Rai già avida di volti nuovi gli ha offerto di condurre Supersmile: un programma dal quale ha avuto soldi e il lasciapassare per il paradiso delle celebrità. Poi la trasmissione è stata soppressa e la festa è finita: di colpo. Oggi, a quarant’anni, con un matrimonio sull’orlo del fallimento, un figlio che non sa come educare e un padre anziano nelle mani di una badante slava, Alberto si è perso. Ha provato a riciclarsi come motivatore di manager ed è strapagato per alimentare suggestioni. Ma il denaro non gli basta: ha conosciuto il successo e ha un disperato bisogno di riassaporarlo. Perciò coglie l’opportunità di aiutare un ex compagno di scuola, Massimo Dandi, a diventare sindaco di una cittadina di provincia. Siamo ai margini dell’impero, ma l’ambizione è sconfinata e per Alberto, disposto a tutto pur di risorgere, è il primo passo verso il gran ritorno. Il romanzo di Riccardo Bocca si addentra nello sprofondo immorale dell’Italia contemporanea, offrendoci il più realistico bestiario mai letto. Alberto siamo noi, e questi anni feroci sono il nostro pane quotidiano.
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