Questa è la pagina dedicata a Silvia Ferreri.
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La madre di Eva
Le cose giuste
Dall’autrice finalista al Premio Strega, cinque storie di donne che la vita ha scelto di sfidare. E che hanno scelto di raccontarsi, e di ricominciare.
«Una scrittura lucidissima e affilata» – Ottavia Piccolo Di che pasta siamo fatti lo scopriamo soltanto quando la vita ci mette alla prova. Quando qualcosa si rompe e ci costringe a raccogliere i pezzi, a rialzarci e ricominciare. Le protagoniste di questo libro sono state sfidate dal destino: le esistenze che si erano costruite, fatte di amore, di sogni, di famiglia, sono crollate in un soffio, lasciandole scoperte dove fa più male. Tutte, a un certo punto, sono state costrette a chiedersi quale fosse la cosa giusta da fare. Come Marisa, che per ribellarsi alla ‘ndrangheta ha messo sul piatto la sua vita e quella dei suoi bambini. O come Marica, con le speranze appese a un filo mentre aspetta di diventare madre. Cristina, tradita dalla Chiesa amatissima, si domanda quanta fede occorra per salvarsi davvero. Poi c’è Annarita, che con tutto l’amore tenta di prendersi cura di una figlia in lotta con il proprio corpo. E infine Valeria, che con forza straordinaria si riappropria di ogni desiderio che la sorte vorrebbe negarle. Cinque donne, cinque storie vere, che Silvia Ferreri ha scelto di raccontare maneggiandole con la stessa attenzione che si riserva alle materie incandescenti, per mettere in luce quel nocciolo duro, quel punto nascosto, ma insospettabilmente potente, che di fronte alle difficoltà ci rivela con certezza chi siamo.La saggezza dell’istinto
Falsi amici nelle corti. Leggere le sentenze di Common Law evitando le trappole linguistiche. Con espansione online
Questo testo vuole servire come strumento a chi si avvicina a scritti giuridici in lingua inglese: per aiutare i lettori a riconoscere lo stile particolare del discorso giuridico, per evitare alcune delle difficoltà anche legate al fatto che parole di derivazione latina entrano nel testo, ma con un significato particolare, divergente rispetto a quello che si attribuisce generalmente a espressioni assonanti nel diritto dei paesi di Civil Law. Si parla di “falsi amici” o “false cognates” appunto per indicare l’apparenza ingannevole che certi termini assumono sotto le spoglie di suoni analoghi. Il lavoro, rivolto in primo luogo agli studenti di Giurisprudenza, sonda alcuni aspetti delle decisioni giudiziarie, sia inglesi che statunitensi, per evidenziarne il linguaggio e lo stile. La scelta dei materiali è arbitraria, legata all’esperienza di insegnamento, contravvenendo al principio per cui non si dovrebbe estrarre un brano da una sentenza: la giustificazione consiste nel desiderio di attrarre l’attenzione dei lettori su certe particolarità linguistiche, su alcune insidie che potrebbero ostacolare la comprensione, se sottovalutate. Il dizionario dei “primi sospetti”, della parole facilmente fraintendibili, cede ad una immaginazione eccessiva dell’ingenuità di un possibile lettore: anche per sorridere insieme con gli eventuali fruitori di questo elenco.
Astronavi sulla Preistoria
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