Questa è la pagina dedicata a Stefano D’Arrigo.
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Horcynus Orca
Cima delle nobildonne
Cima delle nobildonne ha segnato, nel 1985, il ritorno al romanzo di Stefano D’Arrigo dopo il tour de force di Horcynus Orca. È un cambiamento totale di scenari e atmosfere: non più il mito omerico, lo sfrenato sperimentalismo linguistico, ma un itinerario di conoscenza nei templi della medicina e una lingua secca e tagliente, limpida ma percorsa da profonde correnti simboliche.
«In Cima delle nobildonne un chirurgo fa epica con il bisturi e il narratore la fa con la penna» – Walter PedullàIl romanzo si svolge tra laboratori di ricerca e ospedali d’avanguardia, dove assistiamo alla vertiginosa operazione chirurgica per trasformare in vera donna il bellissimo ermafrodito adolescente amato dall’emiro di Kuneor. Tra gli interrogativi della scienza e le più sfrenate invenzioni fantastiche, un romanzo per parlare dei più universali dei temi: la vita e la morte.Codice siciliano
“Codice siciliano” è testo-testimonianza lirica e umana di un autore che, con spirito omerico, si assume il proprio tempo in linguaggio. “In una lingua che non so più dire” scrive D’Arrigo il suo codice, e quella sua lingua, quella voce che oggi tornano e si fanno lingua e voce del mondo. Ascoltarle è la nostra scelta.
I fatti della fera
Nel 1960 D’Arrigo consegnò all’editore Mondadori per la stampa una prima redazione di Horcynus Orca, dalla quale furono estratte le prime cento pagine e pubblicate sul Menabò di Vittorini. Già allora Vittorini chiosò con queste parole: “Fa parte di un work in progress ch’io non sono riuscito ad appurare in che anno, e come, e perché, sia stato iniziato, e come sia andato avanti finora, ma che ritengo possa restare soggetto a mutamenti e sviluppi anche per un decennio”. Questo libro è la prima stesura del capolavoro di D’Arrigo, pubblicato con il titolo originale.
Horcynus orca di Stefano d’Arrigo
Horcynus Orca, un gigante marino di 1257 pagine; un organismo compatto, unitario, spaventosamente coerente: la realizzazione, secondo le intenzioni dichiarate dello stesso autore, di una “totalità lessicale, sintattica e semantica”, di un sistema espressivo “completo e assoluto”. Un capolavoro, prima e al di là del clamoroso caso editoriale che ha scatenato alla sua uscita, nel 1975, da rileggere, e su cui tornare come a un classico del Novecento. A quel romanzo-mostro è dedicato questo volume, che raccoglie le relazioni del seminario MOD svoltosi il 19 e il 20 febbraio del 2010 all’Università di Cassino. Hanno partecipato alle due giornate di studio Giancarlo Alfano, Silvia Assenza, Ambra Carta, Andrea Cedola, Stefano Colavita, Fernando Gioviale, Walter Pedullà, Laura Piazza, Siriana Sgavicchia, Dario Tomasello, con interventi che hanno spaziato nel labirinto orcinuso, alle diverse profondità e ampiezze del testo, affrontando le grandi questioni, stringendo sui dettagli o spingendosi ben oltre, e hanno guardato cosa c’è, o potrebbe esserci, sotto, e dentro e prima; e quanto, ancora, ci sarà da esplorare. Chiude il volume un ricordo darrighiano di Gabriella Baroni Palli.
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