Questa è la pagina dedicata a Tahar Ben Jelloun.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Il razzismo spiegato a mia figlia. Con «1998-2018. Il razzismo è in buona salute». Nuova ediz.”.
Creatura di sabbia
Dolore e luce del mondo
“Vivere: abitare la luce dell’infanzia Resistere: non abituarsi mai al dolore del mondo”. Testimone fedele del suo tempo, Tahar Ben Jelloun osserva e ascolta il mondo. Con attenzione, ne coglie le inquietudini e le sofferenze. Delicatamente, ne restituisce lo splendore e la luminosità. Dai fatti drammatici della cronaca più recente ai ricordi gioiosi dell’infanzia in Marocco, dalla sensazione della piena libertà sperimentata attraverso la pittura ai profumi colori e suoni del mercato parigino di Aligre, in questa raccolta lo sguardo di Tahar Ben Jelloun si allarga a comprendere ogni aspetto della realtà, svelandolo in tutta la sua urgente bellezza e complessità. Poesia del mondo e dell’umanità, poesia di incanto e di mistero, poesia che sorprende con la sua verità: bisogna che i nostri occhi imparino a dare luce alla vita, perché solo così la musica della terra e del vento diventa un canto di gioia.
Il razzismo spiegato a mia figlia. Con «1998-2018. Il razzismo è in buona salute». Nuova ediz.
Mentre mi accompagnava a una protesta contro un disegno di legge sull’immigrazione, mia figlia mi ha chiesto del razzismo. Abbiamo parlato molto. I bambini sono in una posizione migliore di chiunque altro per capire che non nasciamo razzisti ma a volte lo diventiamo. Questo libro, che cerca di rispondere alle domande di mia figlia, è per i bambini che non hanno ancora pregiudizi e vogliono capire meglio la realtà. Per quanto riguarda gli adulti che lo leggeranno, spero che li aiuti a rispondere alle domande, più imbarazzanti di quanto pensano, dei propri figli.
Opinioni:
Un bambino è curioso. Fa molte domande e si aspetta risposte precise e convincenti. Non bariamo con le domande di un bambino. – LaFeltrinelli
Il libro del buio
“La notte ci vestiva. In un altro mondo, si sarebbe detto che era piena di attenzioni per noi. Nessunissima luce. Mai il benché minimo filo di luce. Ma i nostri occhi, pur avendo perso lo sguardo, si erano adattati. Vedevamo nelle tenebre, o credevamo di vedere.” Il 10 luglio 1971 un commando militare irrompe nella residenza estiva del re a Skhirate, in Marocco. Ma il colpo di stato fallisce. I soldati che hanno preso parte alla missione vengono rinchiusi in una prigione sotterranea, sepolti nelle tenebre per diciott’anni. Parte così, da una delle pagine più tragiche della storia del Marocco, Il libro del buio. Da un atto di denuncia, da una testimonianza politica e civile. Ma, pagina dopo pagina, la scrittura diviene specchio e scandaglio dell’esistenza umana, fino a scoprire, dopo la discesa negli inferi della disperazione, il germe della purezza assoluta.
Opinioni:
Parte da una delle pagine più tragiche della storia del Marocco, Il libro del buio. Da un atto di denuncia, da una testimonianza politica e civile. – LaFeltrinelli
È questo l’Islam che fa paura
Si può non temere l’Islam, oggi, dopo le minacce, le parole d’ordine gridate, le stragi? È un timore giustificato? E soprattutto: l’Islam è davvero, per sua natura, violento e antidemocratico come molti lo dipingono sull’onda degli ultimi avvenimenti? La risposta viene da questo libro, in cui Tahar Ben Jelloun dialoga con sua figlia – francese di origini musulmane, come moltissimi nell’Europa odierna. Ben Jelloun non perde tempo, la sua parola è semplice e netta. Descrive lo sdegno dei musulmani moderati di fronte a un fondamentalismo che deturpa la vera fede in Allah. Spiega cosa è l’Isis, come è nato, come è riuscito a far proseliti fra i giovani più fragili e disorientati dalla mancanza di lavoro, dalla miseria morale e materiale. Ma fa anche riflettere sulle responsabilità di noi occidentali, spesso indifferenti ai gravi disagi degli immigrati di prima e seconda generazione che popolano le nostre città. Questo vuole essere un libro di lotta e di resistenza. Fatte con l’arma più affilata di tutte: l’intelligenza. Inizia con una semplice, ma necessaria richiesta della figlia al noto scrittore Tahar Ben Jelloun uno dei libri più attuali del momento. È evidente che dopo i tragici fatti di cronaca – dalla strage di Charlie Hebdo all’avanzare dell’Isis – si è aperto un conflitto tra Oriente e Occidente che riguarda anche l’aspetto culturale e religioso. Per questo motivo è necessario non estremizzare riducendo l’Islam a delle immagini orribili in cui dei criminali commettono stragi in nome di Maometto, come sostiene l’autore. Lo studio e l’approfondimento sono le uniche armi utili a superare questi pregiudizi ideologici e in tal senso ci viene incontro lo scrittore che struttura il suo ultimo libro come un dialogo ideale con sua figlia. Utilizzando un linguaggio semplice e diretto, Tahar Ben Jelloun scrive un’opera dal taglio divulgativo che spiega l’Isis e la jihad, fornendoci un’intelligente chiave di lettura che scardina molti preconcetti.
Opinioni:
“Solitudine dell’intellettuale di cultura musulmana che si trova a dover scegliere fra la sua libertà di coscienza di cui gode in Francia, e l’appartenenza alla Umma islamica che non gli permette di esercitare la sua libertà”. – LaFeltrinelli
Papà, ti faccio una domanda che ti farà innervosire, immagino che in molti te la facciano in questi giorni: dimmi dobbiamo avere paura dell’Islam? – Anonimo
Se volessi saperne di più, dai un’occhiata al nostro canale Youtube!
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.