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Thomas Hobbes
A poco più di quattro secoli dalla nascita del grande filosofo di Malmesbury (1588-1679) questa raccolta dei principali studi di Norberto Bobbio su Thomas Hobbes copre un’arco di cinquant’anni di riflessioni e riletture, grazie alla quale è possibile ricostruire non solo la storia del dibattito filosofico-politico in Italia sul filosofo inglese, ma anche più in generale quella relativa alla centralità dell’analisi giusnaturalistica, ai fini della valutazione dell’importanza del contratto che regola la convivenza tra i cittadini nello Stato. Tra i classici dell’età moderna, Hobbes è il pensatore al quale Bobbio ha probabilmente prestato la maggiore attenzione, forse attratto anche dalla comune, ansiosa ricerca della pace.
Vita di Thomas Hobbes di Malmesbury. Le due autobiografie latine
Tra i lavori di Hobbes, le due autobiografie rappresentano sicuramente dei testi sui generis. Seppur arricchite da tratti apologetici, elementi cronachistici e aneddoti vari, le due opere testimoniano comunque la sensibilità filosofica di Hobbes che in queste pagine, scritte in età molto avanzata, pare aver condensato i tratti essenziali del suo pensiero. Un resoconto della vita dell’uomo e del filosofo che il vecchio precettore di Malmesbury traccia con animo sereno e incredibilmente lucido, una summa del suo pensiero, o – per dirla con Richard Blackburne – “una briciola dell’acume intellettuale di Hobbes”, un testamento per i posteri. La cifra emotiva che le caratterizza è la serenità, quel senso di pace, raggiunto dopo molti eventi turbolenti, che ormai consente a un anziano studioso di rivedere il passato da una prospettiva distaccata, alla fine di una vita lunga e singolare, e di fare il punto sugli eventi e sulle persone che hanno fatto da cornice allo sviluppo del suo pensiero.
Leviatano
Vitale rappresentazione dello Stato moderno, longeva e barocca figura di pensiero politico nelle sembianze di un mostro biblico, il “Leviatano” è certamente l’opera filosofica più dibattuta degli ultimi quattro secoli: vi sono contenute le radici del moderno Stato di diritto e di esperienze politiche antiassolutistiche come la Rivoluzione francese, elementi necessari a comprendere le vicende più recenti delle democrazie europee. Pubblicato per la prima volta nel 1651, al termine di un’epoca che aveva visto l’Europa dilaniata da guerre civili e di religione, il “Leviatano” definisce tutte le logiche e le categorie della modernità, inclusa la loro duplicità e contraddittorietà. Perché reca in sé non solo un’architettura di istituzioni, ma anche un campo di conflitti, non solo la stabilità, ma anche la possibilità del fallimento. Superare la forma Stato descritta in queste pagine resta una delle grandi sfide del XXI secolo. Con un saggio introduttivo di Carlo Galli.
Leviatano
Il “Leviatano” è una delle prime opere teoriche in cui i problemi della società borghese e dello Stato sovrano vengono affrontati secondo i principi del pensiero filosofico moderno. Nella storia delle dottrine politiche esso costituisce la conclusione delle ricerche condotte su tali problemi sin dal Quattrocento e la premessa dei successivi svolgimenti in direzione delle teorie dello Stato rappresentativo e delle teorie democratiche. Culmine del progetto hobbesiano di organizzazione della filosofia politica secondo il modello delle scienze fisiche e matematiche, il Leviatano è l’opera fondamentale per comprendere il ruolo dell’assolutismo nella storia politico-sociale d’Europa, il suo rapporto con la società borghese e con l’individualismo.
Tirannicidio e resistenza in John Milton e Thomas Hobbes
Londra, 30 gennaio 1649: Carlo I Stuart, re d’Inghilterra, di Scozia e d’Irlanda viene decapitato sulla pubblica piazza. Nell’Europa moderna l’esecuzione di un sovrano legittimo scuote profondamente l’opinione pubblica, poiché prima di Carlo I nessun re è stato ucciso dopo aver subìto un processo pubblico ed essere stato accusato di tirannide da una Corte di Giustizia. La messa a morte del re inglese innesca un profondo dibattito sugli effetti politici e morali dell’uccisione di un sovrano legittimo. A questa discussione pubblica partecipano due straordinari osservatori delle guerre civili inglesi: il poeta John Milton e il filosofo Thomas Hobbes. Stimolati dalle turbolente vicende del tempo, i due autori affrontano questioni politiche fondamentali, tra cui sovranità, diritto di resistenza e tirannicidio, giungendo a conclusioni radicalmente opposte. In questo volume, il pubblico italiano avrà l’occasione di immergersi nel cuore del dibattito del tempo, approfondendo gli aspetti politici del pensiero di John Milton, noto in Italia quasi esclusivamente per la sua attività poetica, e interrogandosi sulla delicata e sempre attuale questione della legittimità della resistenza al potere sovrano.
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