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Il disegno delle eruzioni storiche dell’Etna. Percorsi iconografici dal XVI secolo ad oggi
Berlino, estate del 1833: il giovane scienziato prussiano Wolfgang Sartorius, barone di Waltershausen, manifestava al geologo Friedich Hoffmann, autore della prima rappresentazione geognostica della Sicilia, la sua volontà di approntare una carta di dettaglio topografica e geologica dell’Etna. Quest’impresa cartografica, che rimarrà insuperata fino alla prima metà del Novecento, costituisce uno dei tanti percorsi iconografici raccontati in questo libro che ricostruisce la storia dell’Etna e delle sue eruzioni attraverso il disegno, inteso sia come oggetto di indagine che come strumento di analisi, lente d’ingrandimento dietro cui verificare l’evolversi delle conoscenze vulcanologiche. Il risultato di questo approccio multidisciplinare ha permesso agli autori di raccontare i passaggi fondamentali che hanno segnato la storia della rappresentazione delle eruzioni dal XVI secolo fino alla moderna cartografia geologica del XXI secolo.
Le eruzioni dell’Etna nell’opera di Orazio Silvestri (1835-1890). Il disegno come strumento per l’osservazione scientifica
Nei saggi proposti ci si sofferma sulla rappresentazione grafica delle eruzioni e della composizione mineralogica delle rocce con la camera lucida e si sottolinea il contributo apportato al disegno dai radicali cambiamenti nel sistema delle tecniche. L’opera di Silvestri dimostra infatti che, proprio nel momento in cui la fotografia tenta di sostituire il disegno inteso come documento, maggiore è l’interesse per la rappresentazione grafica quale strumento esplorativo. Le illustrazioni del libro rappresentano dei documenti di rara bellezza in cui l’arte si fonda con la scienza per descrivere mirabilmente, lungo la seconda metà dell’Ottocento, la storia eruttiva dell’Etna, il vulcano che l’Unesco ha recentemente inserito nel patrimonio mondiale dell’umanità definendolo come uno dei “più emblematici e attivi del mondo”.
Soltanto un giornalista
Negli ultimi otto anni della sua vita Montanelli si incontrò spesso con la giornalista Tiziana Abate, prima sua collaboratrice al “Giornale” e, quindi, alla “Voce”. Dalle loro lunghe conversazioni è nato questo libro di testimonianze. Il grande giornalista racconta la sua vocazione e le sue avventure: dalla giovanile adesione al fascismo alla Resistenza, alla condanna a morte e alla fuga da San Vittore; dalla rivolta di Budapest del 1956 agli anni Novanta in Italia. Soltanto di una cosa non ha voluto parlare: della sua vita privata. Quella apparteneva soltanto a lui e l’ha sempre difesa con un’intransigente discrezione.
Indro M. : memorias de un periodista: 271
L’inviato speciale; Prefazione di Tiziana Abate
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