Questa è la pagina dedicata a Vincenzo Nibali.
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Di furore e lealtà. La mia vita raccontata a Enrico Brizzi
“Quella tappa era un girone infernale, una battaglia d’altri tempi. L’acqua mi colava giù per la schiena e i calzoncini, il fango mi schizzava in faccia; a un certo punto mi convinsi che saremmo andati avanti così per sempre, come anime dannate.” La storia di Vincenzo Nibali è quella di un ragazzino di Sicilia innamorato, sin dagli anni verdi, delle corse in bicicletta. Dalla prima superleggera costruita insieme al padre, alla mountain bike ricevuta in regalo a quattordici anni – per la quale rinuncia a cuor leggero allo scooter -, le stagioni della sua formazione sono scandite dal ritmo lieto e frenetico delle pedalate: quelle in grado di condurlo, insieme agli amici, a esplorare le contrade della propria meravigliosa isola, e quelle, seguite in televisione, dell’idolo Pantani. Dopo le prime vittorie nelle competizioni locali, l’adolescente Vincenzo si trova a un bivio: restare a casa, vicino ai propri affetti, o emigrare in Toscana per affinare il proprio talento? La sua scelta, dettata dal coraggio e dal desiderio di indipendenza, non può che essere quella di trasferirsi, armi e bagagli, nella regione che considera “la mamma del ciclismo”. Inizia così la sua avventura più grande: dimostrarsi capace di trovare un posto nel mondo grazie alla capacità di sacrificio e all’istinto che lo guida ad attaccare senza risparmio in ogni corsa. Vince tanto, arrivando a laurearsi campione d’Italia fra gli juniores, per poi conoscere l’onore delle convocazion in azzurro.
La quinta tappa
“Quel giorno del 2014, sul Pavé della Parigi-Roubaix, ho imparato una lezione importante. Sono arrivato terzo, ma ho capito che essere un ciclista vuol dire non abbattersi e ricominciare. Proprio come quando, vent’anni prima, mio padre mi segò la bici.” La quinta tappa del Tour de France non è un pezzo di strada come tanti altri. I ciclisti la temono, i tifosi più esperti la aspettano con estremo interesse: è un banco di prova decisivo, quello che divide lo spaccone dal giocatore di squadra, lo sportivo dal campione. È una tappa che non ammette errori e facilonerie, perché riprende in parte il tragitto della Parigi-Roubaix e alcuni dei suoi rischiosissimi tratti di pavé: delle vere e proprie montagne in miniatura, pronte a sbalzarti dalla sella alla minima distrazione. È qui, nel corso di questa gara insidiosa, che il trentenne Vincenzo Nibali, già vincitore alla Vuelta e al Giro, smette di essere un semplice corridore e diventa un campione: arriverà terzo, ma con la consapevolezza di avere attorno a sé una vera e propria squadra, un gruppo di amici fidati, grazie al quale vincere la paura e concentrarsi sulla strada. Due settimane dopo, a Parigi, vincerà il Tour de France. In queste pagine Nibali e Pastonesi si inseguono nel racconto come ciclisti in volata. Mentre il giornalista ci restituisce la cronaca di quella gara epica, il corridore rivive attimo per attimo i momenti in cui – nel pieno della corsa – la sua mente volava altrove: ricordi d’infanzia, momenti decisivi della sua storia personale, riflessioni intime che ovattano il ritmo incessante delle pedalate…
Opinioni:
Arricchito dalle evocative illustrazioni di Antonio Zeoli, La quinta tappa non è solo un libro di sport, ma la perfetta descrizione di un attimo: quel preciso istante in cui troviamo in noi stessi la forza di andare avanti. – LaFeltrinelli
Uno squalo in rosa: I 100 anni del Giro d’Italia nella storia di un’incredibile rimonta
Nibali. Un signore in giallo
A distanza di sedici anni dalla vittoria di Marco Pantani nel 1998, un altro italiano sale sul gradino più alto del podio, aggiudicandosi l’edizione 2014 del Tour de France. Vincenzo Nibali, lo Squalo dello Stretto, siciliano di Messina. Dalla vittoria di Sheffield alla superba prova sul pavé, dal successo sui Vosgi a quelli sulle Alpi e sui Pirenei, un dominio assoluto e incontrastato che lo porta a Parigi in giallo, mettendo in bacheca un successo che si affianca a quelli del Giro e della Vuelta e che lo proietta di diritto nella leggenda del ciclismo. In questo libro, che ripercorre chilometro dopo chilometro le ventuno tappe del Tour 2014, gli autori, siciliani anch’essi, accompagnano il lettore nell’epopea della Grande Boucle, sulle pietre della Roubaix, sull’Izoard e sul Tourmalet. Su tutto domina incontrastata la figura del Roi Nibalì, il signore in giallo, un campione gentile.
Animale
Giuseppe, il protagonista di questo romanzo, parte da Bologna una mattina di novembre per raggiungere Giardini Naxos. Va da suo padre Sergio, ricoverato in seguito a un ictus, nonostante non si vedano da anni. Dal letto della clinica, Sergio racconta, mentre Giuseppe ascolta e ricorda: episodio dopo episodio, ricostruiscono l’origine del loro allontanamento e di quella solitudine, nata dall’abbandono, che li unisce come dei sopravvissuti. Attraverso una prosa che ricerca l’esattezza della poesia, Nibali rappresenta due generazioni, confrontando le passioni dell’una e l’apatia dell’altra, due facce di uno stesso animale eternamente votato alla disfatta.
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