Tempo di introdurre l’ennesima grande autrice, ma questa volta, lo facciamo analizzando i migliori libri di Virginia Woolf.
I migliori romanzi di Virginia Woolf, hanno a dir poco stravolto l’intero genere del realismo del 900.
Quest’autrice ha scritto libri da leggere almeno una volta nella vita, e dato il fenomeno storico e artistico che è stata, mi sento obbligata a partire dal principio, per potervi far cogliere tutte le sue sfaccettature.
Vediamo quindi insieme prima lo stile di scrittura, e poi i romanzi di Virginia Woolf da leggere assolutamente.
Stile di scrittura
I romanzi della Woolf sono complessi e ricchi di contenuto, ma riescono comunque a restare leggeri e apprezzabili dai più.
La scrittura è scorrevole, i pensieri sono profondi e le riflessioni acute.
I personaggi fanno da occhi per il lettore e lo portano mano nella mano a seguire le intrecciate vicende.
Il livello di complessità stilistica può essere paragonato a quello dei libri di Murakami
Alla fine sarete felici di aver continuato a leggere nonostante il livello di complessità, in quanto proprio quello consente alle sue opere di raggiungere una profondità senza eguali.
I suoi libri sono spesso un manifesto femminista, per questo è presente anche nella nostra classifica dei migliori libri sul femminismo.
Migliori Libri di Virginia Woolf
Finalmente veniamo ai migliori romanzi di Virginia Woolf, iniziamo subito la classifica.
Ricorda che puoi intervenire direttamente sulla lista dei libri commentando l’articolo, o inviandoci un messaggio privato con le tue proposte.
Una stanza tutta per sé
Nell’ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema “Le donne e il romanzo”. È l’occasione per elaborare in maniera sistematica le sue molte riflessioni su universo femminile e creatività letteraria. Il risultato è questo straordinario saggio, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto donna-scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, attraverso la doppia lente del rigore storico e della passione per la letteratura. Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva “denaro e una stanza tutta per sé”? Si snoda così un percorso attraverso la letteratura degli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e asciutta riflessione sulla condizione femminile. Un classico della scrittura e del pensiero. Con uno scritto di Marisa Bulgheroni.
Opinioni:
«Con intelligenza, ironia e tesi a supporto, i tasselli di un mondo costruito dagli uomini per gli uomini vengono smontati da Woolf uno ad uno, e lasciano il posto ad una visione di parità che deve cessare di essere, almeno per le giovani donne, solamente un’utopia.» – Elena Meriana per Maremosso – LaFeltrinelli
Virginia Woolf e Bloomsbury. Inventing life
Un esplicito omaggio a Virginia Woolf è reso nell’impaginazione del volume. La riga rossa verticale che si rincorre di pagina in pagina ricorda quella che la stessa Virginia tracciava su ogni foglio dei suoi quaderni: una riga verticale, di solito in inchiostro rosso, a circa due centimetri dal margine esterno, un modo per separare date da annotazioni. Un diario intimo, un quaderno di appunti e ricordi, un racconto visivo che, anche attraverso autorevoli saggi, ripercorre i nuclei tematici dell’esposizione, ossia i protagonisti, le case, gli amori, la letteratura, il rapporto con le arti e l’editoria, tracciando il ritratto di una delle esperienze culturali più significative del Novecento. La mostra e il catalogo che la accompagna celebrano lo spirito che animò Bloomsbury, il luogo dove si sono sperimentate forme di vita e di pensiero nuove che cambiarono i principi vittoriani e il forte spirito patriarcale di cui era ancora intriso il ventesimo secolo. L’esperienza di amicizia intellettuale di Bloomsbury è ricostruita, per la prima volta in Italia, attraverso libri, parole, dipinti, fotografie e oggetti dei protagonisti di questa avventura dell’arte e del pensiero.
Opinioni:
Il volume è il catalogo della mostra allestita a Roma, Palazzo Altemps dal 26 ottobre 2022 al 12 febbraio 2023. – LaFeltrinelli
Gita al faro
1914. La signora Ramsay, serena e materna. Il signor Ramsay, brusco e severo. Insieme a loro, in vacanza sull’isola di Skye, ci sono gli otto figli e una nutrita schiera di amici. Una sera programmano una gita al Faro. Per James, il figlio piú piccolo, quel faro lontano rappresenta una meta magica e sconosciuta, un luogo a lungo sognato. Ma trascorreranno dieci lunghi anni prima che i superstiti della famiglia Ramsay realizzino quel desiderio in una giornata che farà riaffiorare ricordi mai dimenticati e si trasformerà in un ultimo tentativo di riconciliazione. A partire da un episodio all’apparenza insignificante, Virginia Woolf costruisce un romanzo profondo e straordinario, un viaggio nel cuore di una famiglia, tra conflitti sotterranei, alleanze e tensioni che sopravvivono nel tempo. Un esperimento letterario, un’elegia ai fantasmi dell’infanzia, un caleidoscopio di punti di vista e pensieri che la nuova traduzione di Anna Nadotti restituisce in tutta la sua struggente poesia.
Opinioni:
«Girandosi, guardò al di là della baia, e laggiú, certo, scivolando a intervalli regolari sulle onde, prima due lampi veloci, poi uno lungo e durevole, c’era la luce del Faro. L’avevano acceso.» – LaFeltrinelli
La signora Dalloway
Un mercoledì di metà giugno del 1923 Clarissa Dalloway, moglie di un deputato conservatore alla Camera dei Lords, esce per comprare dei fiori per la festa che la sera riunirà nella sua casa una variopinta galleria di personaggi. Tra gli altri: Peter Walsh, l’amante respinto, appena tornato dall’India, e l’amica tanto amata, più di ogni uomo, Sally Seton. Per le strade di Londra passeggia anche Septimus Warren Smith, il deuteragonista del romanzo. Nulla sembra legare i due, se non la città di Londra. Clarissa ha cinquant’anni, è ricca. Septimus ne ha appena trenta, è povero e traumatizzato dall’esperienza feroce e violenta della guerra, in cui ha perduto non solo l’amico Evans, ma ogni pace. Eppure i due, senza mai incontrarsi, semplicemente sfiorando gli stessi luoghi, comunicano. Con sapienza straordinaria Virginia Woolf, giunta con questo al suo quarto romanzo, tesse il filo sottile di corrispondenze, echi, emozioni che creano un’opera di grande intensità. Dove un uomo e una donna sconosciuti l’uno all’altra sono accomunati dallo stesso amore e terrore della vita, che li porterà, nell’accettazione (femminile) o nel rifiuto (maschile), ad affermarne comunque l’inestimabile valore.
Orlando
Orlando è stato scritto nel 1928 e dedicato alla poetessa (e grande giardiniera) Vita Sackville-West, di cui per un certo periodo Virginia Woolf fu amante, tanto da far dire al figlio di Vita Sackville-West che questo romanzo è «la più lunga lettera d’amore della storia» Al centro della narrazione le mirabolanti avventure di Orlando, giovane e melanconico cortigiano dell’epoca di Elisabetta I, il quale nel corso di quasi quattro secoli non solo si troverà a vivere diverse vite, in varie e suggestive epoche storiche, ma anche a cambiare sesso, diventando così una donna, dopo un sonno di sette giorni consecutivi, in quel di Istanbul. Aggregata a una carovana di zingari, avrà modo poi di tornare a Londra, rivivendo così dapprima le atmosfere di inizio Settecento, dei tempi della regina Anna, e in seguito del Romanticismo, fino ai primordi degli anni venti del Novecento, sempre all’inseguimento del vero amore e del senso profondo della poesia.
Qual è il miglior romanzo di Virginia Woolf?
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