Questa è la pagina dedicata a Vittorio Alfieri.
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Mirra
Mirra arde di un’indomabile passione per il padre Ciniro, re di Cipro. Tutto il dramma si concentra e si identifica nella figura e nella caratterizzazione psicologica della fanciulla, della sua tormentata coscienza in cui si scontrano l’aspirazione a una vita normale e una pulsione incontenibile alla morte. Incapace di trovare una via d’uscita, la giovinetta sceglie infine il suicidio. Tragedia dell’impossibilità di trovare ascolto negli altri, dell’incomprensione e della solitudine, Mirra non fa della sua protagonista un’eroina, ma una povera creatura umana, che si dibatte in un conflitto più grande di lei e da questo è fatalmente travolta e annientata. Lo spunto mitologico, ovidiano, diventa in Alfieri pretesto per la scoperta delle infinite angosce nascoste nell’animo umano, fatalmente condannato a una condizione di dolore e di sofferenza, vittima di quelle stesse passioni che ne fanno la grandezza.
Mirra: (Edizione integrale)
Vita
L’immagine dell’Alfieri profeta della “rigenerazione morale” italiana e guida delle generazioni future, dell’uomo, poeta e tragediografo di “animo risoluto, ostinatissimo ed indomito” nasce in massima parte nelle pagine di questa sua Vita. Scritta in un italiano sapido e avventuroso, l’autobiografia di Alfieri resta ancora oggi l’opera di un appassionato cosmopolita, che Leopardi definì “vero scrittore, a differenza di quasi tutti i letterati del suo e del nostro tempo”.
Tragedie
Un’inclinazione intima e profonda conduce Alfieri alla tragedia: il suo temperamento conflittuale, la sua concezione eroica, appassionata e pessimistica della vita, il suo ideale di libertà politica e morale contro qualsiasi tirannide. La tragedia è, insomma, la proiezione diretta e necessaria della condizione drammatica dell’uomo e del poeta Alfieri. Priva di colpi di scena, di intrecci complicati, di mutamenti psicologici, la tragedia alfieriana è dominata dal protagonista, figura di scultorea potenza e prorompente energia che si sottrae a ogni possibile compromesso e sul quale incombe fin dall’inizio la catastrofe: campione di un’umanità in lotta per la propria affermazione, necessariamente destinato a soccombere. Anticonformista e ribelle nella vita come nell’opera, Alfieri irrompe sulla scena letteraria italiana con una violenza espressiva del tutto nuova, che riflette il suo credo nella forza viva del sentimento, anzi del «forte sentire», unico motore delle grandi e nobili azioni e ingrediente primo e indispensabile della poesia.
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