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Pensiero e linguaggio. Ricerche psicologiche
Il capolavoro della psicologia sovietica, un classico della scienza del Novecento, nella prima traduzione mondiale integrale basata sull’edizione originale del 1934. L’introduzione e le note di Luciano Mecacci permettono di cogliere a pieno la ricchezza di temi dell’opera, allo spartiacque tra psicologia e linguistica, semiologia ed estetica. Lev S. Vygotskij (1896-1934), laureatosi in Giurisprudenza a Mosca nel 1917, segue nella Russia rivoluzionaria i propri interessi letterari, filosofici, linguistici, prima di dedicarsi più specificamente alla psicologia e alla pedagogia. “Pensiero e linguaggio” esce postumo nel dicembre 1934. Messo all’indice dallo stalinismo, verrà riabilitato nel 1956.
La tragedia di Amleto
Vygotskij ha colto nell’Amleto le storie di spettri che determinano quello che nel suo ultimo scritto denominerà il «dramma vivente del pensiero verbale» Un dramma scatenato da una realtà aliena e fuori controllo, che non si rispecchia in parole in grado di mantenere un senso di realtà, che trova infine il suo tragico epilogo nella dissociazione. Tutta la tragedia di Amleto viene ricompresa da Vygotskij nella contrapposizione tra due concise citazioni tratte dall’opera stessa: da un lato «parole, parole, parole», quelle tante parole che il principe di Danimarca rivolge inutilmente a se stesso per dare corpo al suo sentire e alla sua volontà; dall’altro «il resto è silenzio», il silenzio in cui si perde e rimane muto il senso del suo agire.
Pensiero e linguaggio
Pensiero e linguaggio viene pubblicato per la prima volta in Russia nel 1934. Nel 1936 è di fatto messo al bando a causa di un decreto governativo che proibisce la diffusione e l’applicazione in campo pedagogico delle teorie di Vygotskij. L’opera ricompare nel 1956; l’edizione americana del 1962, su cui si basa in parte la presente edizione, fa conoscere Vygotskij in Occidente. Secondo l’autore le operazioni mentali superiori, specificamente umane, si sviluppano da funzioni naturali, organicamente determinate, a mano a mano che il fanciullo interiorizza gli strumenti culturali che mediano e guidano il suo pensiero. I principi teorici formulati in Pensiero e linguaggio sono basati sullo studio della formazione concettuale; in questo ambito l’autore si confronta con la teoria piagetiana del linguaggio egocentrico (in appendice è riportato un Commento di Piaget stesso alle osservazioni critiche di Vygotskij) e analizza temi come le interazioni fra sviluppo mentale e istruzione scolastica e il rapporto fra apprendimento dei concetti scientifici e sviluppo dei concetti spontanei.
La mente umana
Tra i classici della psicologia cognitiva e dello sviluppo del primo Novecento, lo psicologo russo Lev Vygotskij è da circa venti anni il più studiato a livello internazionale per l’attualità della sua concezione storico-culturale della mente umana e le applicazioni in campo pedagogico dei suoi studi. Osteggiato dal regime stalinista, dopo la sua morte trascorsero oltre trent’anni prima che il suo pensiero arrivasse in Europa, e ancora oggi la sua opera è conosciuta solo attraverso traduzioni da edizioni russe parziali o censurate. In particolare, per quanto riguarda gli scritti di interesse psicopedagogico, non sono disponibili in lingua italiana versioni integrali. Questo volume si propone di offrire un panorama della teoria vygotskiana attraverso cinque saggi integrali, che consenta ai lettori italiani di avere una visione completa del pensiero di quello che fu definito il “Mozart della psicologia”. I saggi che lo compongono, due dei quali mai pubblicati in italiano, trattano i sistemi psicologici, il ritardo mentale, ma soprattutto l’area per cui lo psicologo è più conosciuto, la pedagogia. In particolare sono affrontate in queste pagine l’analisi pedologica del processo pedagogico, il problema dell’insegnamento connesso all’apprendimento e quella per cui Vygotskij è forse più conosciuto dal grande pubblico, la teoria del gioco.
Il processo cognitivo
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