Questa è la pagina dedicata a Evgenij Zamjátin.
In questa pagina troverai 5 prodotti, tra cui “Noi. Ediz. integrale”.
Noi (Distopie)
Noi. Ediz. illustrata
“… osserverei come, in tempi di internet, l’invasività dei mezzi di controllo preconizzata dallo scrittore nel 1919-20 rimanga – o torni prepotentemente attuale, specie se coniugata con la lobotomia – non dirò ‘televisiva’, ma più genericamente ‘da schermo’ – a cui tutti, chi più o chi meno, siamo sottoposti o ci sottoponiamo. (…) rimarcherei che Noi battezzato e ribattezzato più volte: antiutopia, utopia negativa, distopia o, addirittura, anti-antiutopia – conserva intatto il suo fascino di ‘ritratto futuribile’ anche qualora lo si svincoli dal contesto che gli era più cronologicamente prossimo – quello della neonata società comunista – e lo si riallacci, per esempio, a istanze di carattere fantascientifico, a noi relativamente vicine…” (Alessandro Niero)
Noi. Ediz. integrale
Pubblicato per la prima volta nel 1924, ma bandito dalla censura sovietica fin dal 1921, questo potente romanzo è diventato il manifesto della letteratura distopica e a lui si sono liberamente ispirati autori come Aldous Huxley e George Orwell. Il protagonista è un ingegnere che si chiama D-503 (tutti gli individui hanno nomi composti da sole sigle), impegnato nella costruzione dell’Integrale, una colossale navicella spaziale destinata a esportare nel cosmo la gloria dello Stato Unico. Noi immagina un futuro in cui il libero arbitrio sia stato abolito e la società rigidamente controllata. Nello Stato Unico, inoltre, gli edifici sono interamente in vetro, in modo che la vita quotidiana dei cittadini possa essere costantemente controllata: la somiglianza con i temi di 1984 di George Orwell non è casuale, perché Orwell conosceva bene il libro di Zamjatin e si deve a lui la sua prima traduzione in inglese.
Opinioni:
Il romanzo che ha ispirato 1984 di Orwell. – LaFeltrinelli
Racconti
A casa del diavolo
Una guarnigione annoiata al centro di un paesaggio desolato, sentimenti forti e taciuti, violenze esplicite e accettate. A casa del diavolo di E. Zamjatin conduce il lettore attraverso un viaggio infernale – “terrificante”, lo definisce il traduttore R. Fontanella -, tra le vicende di un piccolo gruppo di ufficiali di stanza “a casa del diavolo”, tra sogni e aspirazioni di civili e il loro scontrarsi con un mondo fatto di volgarità, di superficialità e di morte. Scritto nel 1914 e presto dimenticato, il racconto fonde la crudeltà dei fatti con momenti di intensa poesia. Zamjatin ci riporta alle emozioni più profonde di uomini e di donne destinati a perdere l’originaria purezza e a corrompersi – o arrendersi – in una inarrestabile omologazione verso la bestialità. Il linguaggio è asciutto, ruvido e frammentato.
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