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I senza Dio. L’inchiesta sul Vaticano
Le amicizie pericolose. I business inconfessabili. Gli accordi sottobanco con i partiti per spartirsi privilegi miliardari e spesso ai confini con la legalità. Tra loschi giochi correntizi, scandali e misfatti, la Chiesa, a partire dalla sua gerarchia, assomiglia sempre di più a una delle classi politiche maggiormente screditate dell’intero Occidente. Una vera e propria casta, come quella dei palazzi del potere romano, ma ancor più scopertamente ricca, spregiudicata e arrogante nel pretendere ogni sorta di impunità per i suoi dignitari. Che, senza neanche essere eletti da chi è poi chiamato a sovvenzionarli generosamente, sono diventati dei veri intoccabili. Ecco perché, come testimoniano tutti i sondaggi, i credenti hanno ormai voltato le spalle alla Chiesa, in tutto il mondo. Stefano Livadiotti, autore di “L’altra casta” e “Magistrati. L’ultracasta”, racconta in un’inchiesta choc tutta la verità su un potere tanto dorato quanto ipocrita e corrotto, che predica bene, razzola malissimo e ha l’unico fine di perpetuare se stesso. Un mondo dove la carità è un optional, la verità un miracolo e il sesso si fa ma non si dice. Dove nessuno si fida di nessuno, tutti spiano tutti, e vince chi riesce a tirare il colpo più basso, in un’eterna guerra dei dossier per il controllo di una formidabile macchina da soldi. Un catalogo degli orrori che ha finito per nauseare un papa sempre più solo. Stanco. E consapevole di aver contribuito a consolidare un sistema perverso.
Il libro segreto dei papi. Dagli archivi segreti del Vaticano l’inchiesta sul lato più oscuro della Chiesa
Per più di duemila anni i papi, vicari di Cristo, hanno plasmato la storia con il loro potere, e nessuna istituzione ha creato tanta ingiustizia e iniquità quanto la Chiesa. Dalle sante crociate al tribunale dell’Inquisizione, dalla condanna di Galileo e Copernico al rogo di Giordano Bruno: qualsiasi idea o persona non conforme ai dettami della Chiesa o in contrasto con le sue retrograde convinzioni scientifiche, artistiche o storiche è stata bollata come eretica ed eliminata con i metodi più atroci. Crimini che i papi hanno continuato a commettere nel XX e XXI secolo: pensiamo agli accordi con Mussolini, Franco e Hitler, alla “via dei monasteri” per aiutare la fuga dei criminali nazisti, per non parlare dell’olocausto canadese, il più dimenticato di tutti i crimini, in cui 50.000 bambini nativi canadesi rapiti e seviziati morirono, insieme con i familiari che li reclamavano, per mano dei preti cattolici. E parallelamente si allarga lo scandalo finanziario del Vaticano, e crescono i sospetti di collusioni con la mafia e i governi militari conservatori. Mentre continua a opporsi all’eutanasia e al controllo delle nascite, il papa sostiene ancora oggi l’arrogante superiorità della Chiesa, rifiutando il dialogo e attaccando chi rifiuta di piegarsi alla dottrina cristiana.
Senza dio. L’inchiesta sul vaticano
Il libro nero del Vaticano: L’inchiesta che svela tutti i protagonisti di 50 anni di segreti, malaffare e misteri
Vaticano Spa
Spericolate operazioni finanziarie mascherate da opere di carità e fondazioni di beneficenza. La storia raccontata in questo libro parte da un archivio custodito in Svizzera e da oggi accessibile a tutti. Circa quattromila documenti riservati della Santa Sede. Lettere, relazioni, bilanci, verbali, bonifici. Tutto grazie all’archivio di monsignor Renato Dardozzi (1922-2003), tra le figure più importanti nella gestione dello Ior fino alla fine degli anni Novanta. Sembrava una storia conclusa con gli scandali degli anni Ottanta: Marcinkus, Sindona e Calvi. Invece tutto ritorna. Dopo la fuoriuscita di Marcinkus dalla Banca del Papa, parte un nuovo e sofisticatissimo sistema di conti cifrati nei quali transitano centinaia di miliardi di lire. L’artefice è monsignor Donato de Bonis. Conti intestati a banchieri, imprenditori, immobiliaristi, politici tuttora di primo piano, compreso Omissis, nome in codice che sta per Giulio Andreotti. Titoli di Stato scambiati per riciclare denaro sporco. I soldi di Tangentopoli (la maxitangente Enimont) sono passati dalla Banca vaticana, ma anche il denaro lasciato dai fedeli per le messe è stato trasferito in conti personali. Lo Ior ha funzionato come una banca nella banca. Una vera e propria “lavanderia” nel centro di Roma, utilizzata anche dalla mafia e per spregiudicate avventure politiche. Un paradiso fiscale che non risponde ad alcuna legislazione diversa da quella dello Stato Vaticano. Tutto in nome di Dio.
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