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L’amante senza fissa dimora
La scintillante mondanità e l’equivoca scalcinatezza si sfiorano, la principessa e il vagabondo si danno la mano, la passione e il sospetto s’intrecciano in un’avventura veneziana di tre giorni, incastonata tra l’arrivo di un aereo e la partenza di una nave. Intorno agli amanti, la mappa labirintica della città, il gioco dei canali, la vaporosa ambiguità lagunare. Lei è una nobildonna romana, lui un affascinante accompagnatore di comitive di turisti del “tuttocompreso”, misterioso conoscitore di ogni lingua e dei segreti delle cose, sommamente ironico e spesso reticente: un uomo che molto ha visto perché molto ha vissuto. Indagando la condizione errante dell’uomo, sempre sottilmente in bilico tra tragedia e commedia, F&L intonano in questo romanzo «una specie di motivo wagneriano tenuto da mani mozartiane»
I senza fissa dimora. Analisi psicologica del fenomeno e ipotesi di intervento
La condizione di chi vive non avendo una dimora stabile è da considerarsi come una delle forme più gravi di povertà estrema e di esclusione sociale. Quello delle persone senza fissa dimora è un fenomeno incalzante, in costante aumento. Quanto più un Paese si sviluppa e quanto più è preponderante l’industrializzazione al suo interno, tanto più la popolazione che vive in condizioni disagiate e in povertà tende ad aumentare. Secondo i dati più recenti si calcola che in Europa ci siano 495 milioni di persone, di queste almeno 3 persone su 10.000 vivono senza fissa dimora (0,03%). Questo libro parte dall’analisi psicologica dei senza tetto, evidenzia come queste persone facciano a vivere in strada, come si organizzino le giornate, quali abilità sfruttino per mantenere la loro sopravvivenza e quali meccanismi psicologici rendano tollerabile una tale condizione di vita. Prosegue con delle ipotesi di intervento che permettano a queste persone di ricominciare partendo dalle loro risorse e non dai deficit, per comprendere e legittimare interventi che operino per un reinserimento sociale basato sul riconoscimento dell’autonomia e sulla capacità di determinazione.
L’uomo che dribblava i treni. Storie di un’umanità senza fissa dimora
Il testo prende diretta ispirazione dall’attività dell’autore che, come volontario della Comunità di Sant’Egidio, si occupa quotidianamente dei senza fissa dimora e perciò conosce bene le loro vicende, spesso drammatiche, a volte assurde, talora comiche. Il libro si articola in capitoli brevi, ognuno dei quali racconta la storia di una persona, o di un piccolo gruppo di senzatetto. Ne emerge l’insospettabile varietà di questa “popolazione”, nonché la molteplicità delle risorse che gli uomini riescono a mettere in campo per sopravvivere e conservare una parvenza di umanità. Brevi flash per gettare luce sulla “città degli invisibili”.
La verità sul caso D.
Il 9 giugno 1870 Charles Dickens muore nella sua casa di Gadshill lasciando irrisolto “Il mistero di Edwin Drood”, che da quel momento diventa il più intrigante, affascinante, dibattuto romanzo della letteratura inglese. Un caso complesso e tuttora aperto. Fruttero & Lucentini si fanno aiutare dai massimi investigatori d’ogni tempo e paese: Holmes e Dupin, Padre Brown e Maigret, Marlowe, Wolfe, Poirot & Company; li riuniscono a Roma, grazie a onnipotenti sponsor giapponesi; e li mettono all’opera ciascuno con la sua esperienza, il suo intuito, il suo personalissimo metodo… È nato così un geniale cruciverba indiziario dove il ‘Mistero’ di Charles Dickens e l'”Inchiesta” di Fruttero & Lucentini si completano con un effetto di doppia suspense irresistibile.
Senza fissa dimora
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